Libri dal passato.

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Avvolta dai fievoli rumori del giardino, Anne raggiunse in pochi minuti la dépendance di Tino, che dominava sulla piccola collinetta in giardino. L’edificio pareva diviso in due parti. L’abitazione di Florentino ed un’altra, che restava quasi sempre chiusa.

Due giri di chiave, la luce di una torcia per non destare eventuali sospetti e, finalmente, si ritrovò nel suo mondo fatato.

Era sempre una festa, quell’iperbolica biblioteca. Tino le aveva raccontato che era appartenuta addirittura al suo bisnonno e che alcune date dei libri accatastati all’interno risalivano addirittura a secoli prima.

Come sempre, si accostò toccando le copertine di tutti quelli posizionati alla sua altezza.

Un profumo di antico, di carta e poesia regalavano a quell’enorme spazio una parvenza di fascino e suggestione, tanto che Anne ci metteva sempre un po’, a comprendere dove si trovasse! Il fuoco dell’enorme caminetto  di fronte a lei era ovviamente spento, eppure la ragazza riusciva a vedere i tizzoni di legna ardervi follemente, sollevando i pensieri dolci e confortanti che la animavano. Prese un libro a caso ed andò a sedersi sulla scrivania. Lo guardò per un istante e pensò a quanto fosse buffo, il destino, che la riportava tra quei libri ogni volta che la vita le chiedeva qualcosa di nuovo. Così, passando le dita leggere tra fogli ricchi di storie, iniziò a cercare quello che in realtà era il motivo della sua presenza in quella stanza. Si alzò e, di buona lena, si mise a cercare quel libro dal titolo così malinconico e lucente.

<< Accidenti, dove sarà, ora?>>, si domandò la ragazza.

La biblioteca conteneva nomi che spaziavano da Goethe fino ad arrivare a Dante e Flaubert così che il compito di ritrovarne il titolo (e l'autore), si faceva sempre più complesso. L’indomani, forse, sarebbe stato tutto più facile; magari, chiedendo una rapida verifica su internet a mamma e papà.Ma Anne era dell’idea che quel libro lo doveva trovare . Subito.

<< Prima che si risvegli il sole, ti avrò fra le mie mani!>>

Non le faceva neanche paura il fatto che, forse, quel testo potesse pure non trovarsi fra quegli scaffali. E la vita, poi, la vita: come sbagliarsi così clamorosamente, con lei? Con che coraggio le avrebbe mandato, di punto in bianco, un angelo sulla terra per poi portarselo via,così, immediatamente?

Ebbene, tirò sù uno dei suoi sospiri migliori e iniziò il duello con la sua esistenza:<< A noi due, allora!>>

Intanto, il tempo passava. Due ore e ancora niente. Il silenzio della notte diventava sempre più cupo. Ad un certo punto, uno scricchiolìo del portone le fece fare un balzo indietro. Cercò di non tradire alcun sentimento di paura che, invece, le attanagliava la gola. Si ritrasse un attimo, fino ad abbassarsi del tutto e arrivare sotto la scrivania in men che non si dica. Dopo qualche istante, una voce la sorprese felicemente.

<< Oddio, Florentino! Ma cosa ti è venuto in mente! >>

<<Anne, ma hai visto l’ora? Mi sono preoccupato, santo cielo!>> proferì l’uomo, con quel suo accento spagnoleggiante e tanto amabile.

<<Mi hai spaventata, altro che orario. Senti, avrei da chiederti una cosa. Non so come mai, ma…ho la vaga impressione che quel messaggio lasciato da quel tizio fosse...il titolo di un libro. Davvero non hai idea, Tino, se Soledades  appartenga per caso a qualche scrittore famoso? Qualcuno di cui hai sentito parlare, magari! Forse, questo potrebbe facilitarmi il compito>>, proseguì Anne.

L’uomo non sapeva cosa dire. Purtroppo non aveva studiato, per via del lavoro. Però, provò a fornire ad Anne alcuni nomi di scrittori che aveva sentito nominare da sua madre Beatriz tempo addietro quando, giovanissima, amava perdersi fra quei libri per intere giornate.

Fornì una breve lista nella quale spiccavano vari nomi, da Miguel de Unamuno e, naturalmente, Cervantes; senza tralasciare nomi effettivamente gloriosi della letteratura spagnola quali Bécquer, Azorín e Machado.

Per quella sera, parvero bastarle. Tanto più che dei rumori strani costrinsero Florentino a lasciare Anne nella vecchia biblioteca tuuta sola, incitandola a tal proposito a muoversi e rientrare. Si era fatto fin troppo tardi.

<< D’accordo, ancora due ore e sarò da te. Promesso>> giurò,mettendosi la mano sul cuore.

Rinfrancato da quelle parole e dal gesto, l’uomo socchiuse nuovamente l’uscio e si diresse verso casa con fare preoccupato.

<<Bene, iniziamo da qui>>, disse indicando la parete a lei più prossima.

Trascorsero lunghi minuti che si tramutarono ben presto in ore quando, finalmente, il titolo Soledades comparve improvvisamente davanti al suo viso sotto la lettera che ne indicava l’autore: M.

<<Voglio urlare, voglio urlare!!>> disse Anne,  soffocando quelle parole nella sua gioia più immensa.

<<Machado, allora eri tu!>>, proseguì sempre più felice della scoperta.

A quel punto, fece per prendere quel libro che uno scatto improvviso aprì una sorta di porticina incastonata fra le pareti della libreria.

Non riuscì a prendere il libro, Anne. Era notte fonda e lo spavento fu più grande della sua curiosità. Uscì di corsa dalla libreria. Stavolta, solo un giro velocissimo di chiave e dritta a casa.

Per quella sera, era stato forse troppo.

<< Domani, angelo mio. Per oggi, le emozioni possono bastare>>.

Infilò il suo pigiama e, per la prima volta, mise la sveglia alle otto, certa che si sarebbe svegliata presto senza sentirne il peso.

L’aspettava l’amore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 10, 2014 ⏰

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