Levi scomparve improvvisamente: non si presentò a scuola, non lo cercò ed evitò di rispondere al messaggio in cui Eren lo avvisava di avere casa libera. Dal canto suo, Mikasa era tranquilla e, conoscendo l'amica, escluse a priori che a suo fratello fosse successo qualcosa.
Più i giorni passavano, più Eren si arrovellava alla ricerca di una spiegazione plausibile a quell'atteggiamento. Si ritrovò ad addossarsi la colpa, a maledire i suoi comportamenti incauti e il suo cuore sofferente. Dopo tre giorni di assenza e silenzio, si disse che molto probabilmente Levi aveva capito tutto e che aveva automaticamente interrotto ogni tipo di contatto.
Il quarto giorno provò a telefonargli, trovando dall'altro capo solo la voce meccanica della segreteria telefonica, alla quale decise di non lasciare alcun messaggio, troppo orgoglioso per piagnucolare nel telefono.
Il quinto giorno si arrese all'amara consapevolezza che tutto era finito e che, addirittura, il non essersi nemmeno salutati era stato un bene. Eppure qualcosa non gli tornava e una piccola ma ardente fiammella di speranza lo indusse a credere che forse aveva frainteso qualcosa. Sì armò di coraggio, si disse che forse c'era una spiegazione ragionevole, così quello stesso pomeriggio, seduto al tavolo di un bar con la sua migliore amica, buttò lì la domanda che si poneva da quella fatidica mattina a casa sua, intavolando la conversazione come fosse una casuale curiosità.
«Tuo fratello è malato?» era un'opzione possibile, un'influenza avrebbe spiegato anche la sua assenza a scuola. Non poteva certamente essere così egocentrico da pensare che Levi stesse saltando le lezioni per evitare di vederlo, dopotutto.
«Come ti viene in mente?» domandò, arricciando le labbra in una smorfia divertita.
«Non lo vedo da qualche giorno.» disse, facendo spallucce, e allungando il tè freddo alle labbra per dissimulare l'avido bisogno di sapere.
«È partito qualche giorno fa. - quando Eren inarcò un sopracciglio, la ragazza sospirò. - Non posso dirti dov'è andato, mi ha fatto promettere di mantenere il segreto.» lo informò, sorridendogli dolcemente. Un segreto, Levi aveva un segreto, qualcosa di cui solo una cerchia ristretta di persone era a conoscenza, della quale ovviamente lui non faceva parte. D'altronde, cosa rappresentava lui per il corvino, se non una scopata senza impegno? Eppure avrebbe come minimo potuto dirgli che non ci sarebbe stato per qualche giorno, invece di sparire semplicemente. Eren si ritrovò ad annuire a quelle parole e, anche se la curiosità lo stava logorando, non poteva certamente insistere, sarebbe stato sospetto.
«Che mi dici di Jean?» cambiò argomento, sghignazzando nel vedere le guance della corvina colorarsi di rosa e i suoi occhi scuri calare sulle mani intrecciate sul grembo.
«Perché mi chiedi cose che sicuramente già conosci?» sospirò, arrossendo ulteriormente alla risata di Eren.
«Perché conosco solo la versione di Jean.» specificò a quel punto, poggiando il mento sul palmo di una mano mentre ascoltava le parole dell'amica, e constatando che, in fin dei conti, non erano troppo diverse da quelle di colui che ormai definiva il suo ragazzo. Per la prima volta si ritrovò ad invidiare la felicità che, tassello dopo tassello, i suoi amici avevano cominciato a costruire.
Il sesto giorno rimase chiuso nella sua stanza, gli occhi lucidi, il telefono spento e il sassofono abbandonato nella sua custodia, che da lontano pareva guardarlo male. Non era andato a lezione, incurante del concorso che si sarebbe tenuto di lì ad un mese. Aveva evitato le chiamate di Pieck e sviato le domande preoccupate di sua madre, sorridendole e dicendole che voleva concentrarsi sullo studio. Era difficile ingannare Carla - soprattutto con una scusa così poco credibile -, lo sapeva benissimo, come sapeva che la donna non aveva creduto a nessuna delle sue giustificazioni, lo aveva letto nei suoi occhi. Nonostante ciò non indagò oltre, ed Eren le fu immensamente grato.
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Snow Doesn't Give a Damn [Ereri/Riren]
FanfictionOgni individuo è fautore del proprio avvenire, o semplicemente tutto è stato prestabilito, rendendo l'essere umano un'entità passiva, costretta nello scorrere degli eventi fino alla fine dei suoi giorni? Eren proprio non riusciva a venirne a capo, m...