Capitolo Sei

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Fabrizio non aveva parlato per tutto il tragitto. Non riusciva nemmeno a pensare, le mani non smettevano di tremare. Si sentiva tremendamente impotente. Non aveva nemmeno chiesto a Giada di che cosa si trattasse. Non sapeva quanto fosse grave e questo tornava di nuovo a fargli mancare l'aria. Sentiva lo sguardo di Ermal addosso, ogni volta che si fermavano ad un semaforo, come se volesse provare a chiedergli qualcosa ma non ci riusciva o, per qualche ragione, non voleva.

Erano arrivati senza che Fabrizio se ne accorgesse, troppo immerso nei suoi terribili pensieri, fino a che il più piccolo non gli aveva mosso una spalla. <<Fab… siamo arrivati>> il maggiore si era ridestato un attimo per poi lasciarsi sfuggire un'imprecazione. Era sceso dalla macchina di corsa, Ermal nemmeno era riuscito a capire dove dovesse andare, l'aveva perso qualche secondo dopo, per ritrovarlo poco più tardi con un bimbo in braccio.

<<Papà!>> il piccolo aveva gli occhi lucidi ed era stretto al collo di Fabrizio.

<<Lu, amore mio, tranquillo, ci so' qua io. Che è successo?>> Fabrizio gli stava passando una mano nei capelli cercando di tranquillizzarlo anche se il bimbo continuava a tremare e singhiozzare.

<<Presumo lei sia il padre. La madre e la piccola sono dentro>> L'infermiera che, poco prima, teneva per mano Luca, era lì accanto. <<Sì, so' io, posso sapere qualcosa?>> aveva chiesto sperando gli dicesse qualcosa in più ma non era stato fortunato.

<<Mi spiace, deve aspettare che esca la signora>> Fabrizio aveva sentito la terra sotto i piedi crollare, per la terza volta quella sera. <<G-grazie>> cercava di mantenere la calma per Luca che aveva smesso di singhiozzare da poco tra le sue braccia.

<<Ho avuto tanta paura, papà!>> l'aveva sussurrato cercando di stringerlo ancora più forte di quel che poteva.

<<Tranquillo, andrà tutto bene. Ti va di raccontarmi che è successo?>> Lui, in tutto quello, non sapeva ancora cosa avesse Anna e questo non lo tranquillizzava per niente.
Ma non doveva crollare.
Non poteva.

<<A-an-Anna aveva la f-febbre alta. P-poi ha iniziato a... A tremare e n-non smetteva, ho avuto paura. Poi con mamma l'abbiamo portata qui perché non sapeva che fare e ti ha chiamato>> Ora non sapeva assolutamente cosa pensare. Era anche tardi e Luca aveva bisogno di calmarsi. Così aveva cercato di usare il tono più dolce possibile.

<<È tutto finito ora, vedrai che starà bene. Ora appoggiati a me e cerca di chiudere gli occhi>> gli aveva detto continuando a fare dei cerchi con la mano sulla schiena.

<<Quando esce la mamma, mi chiami?>> il più piccolo lo aveva chiesto cercando di asciugarsi le ultime lacrime con la manica della maglia. <<Sì, non ti preoccupare. Ci penso io>> Gli aveva posato un bacio sulla guancia mentre lo guardava chiudere gli occhi.

*

<<Fabri…>>

Ermal.

Fabrizio si era completamente dimenticato del suo coinquilino. Non aveva proprio più collegato, almeno finché non l'aveva sentito sussurrare il suo nome.

<<Io... Scusame, perdoname, so che dovevo dirtelo solo ch->> Il riccio l'aveva fermato ancora prima che potesse finire di parlare e Fabrizio l'aveva guardato perplesso. Pensava si sarebbe arrabbiato, invece aveva lo sguardo più comprensivo di quello che si aspettava.

<<Frena, frena. Non è questo il momento. Andrà tutto bene>> gliel'aveva detto poggiandogli la mano sulla spalla dove non era appoggiato Luca.

<<Mh>>

<<Penso tu abbia bisogno di sentirtelo dire, perché hai rassicurato tuo figlio, ma nessuno l'ha fatto con te. Quindi, andrà tutto bene>> Fabrizio non si aspettava nulla di quello che Ermal gli aveva detto. Sapeva che non sarebbe finita lì la discussione, ma era grato che non l'avesse iniziata in quel momento, quando lui stava già per crollare di suo. <<Grazie, scusame se t'ho tirato in tutto questo>>

Così sfuggenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora