«Vergogna» . Un pub di Madrid aveva un'insegna luminosa su cui campeggiava quella parola. Chissà perché avevano deciso di chiamarlo così; forse vi succedevano cose di cui poi ci si vergognava, o forse vi succedevano cose che solitamente non si facevano perché ci si vergognava troppo.
Era un locale come un altro, sia dall'esterno che dall'interno; si sentiva musica commerciale risuonare persino fuori dalle sue mura, c'erano ragazzi e ragazze che si baciavano -ed andavano anche oltre- in ogni angolo della sala, corpi sudati che si strusciavano tra di loro, puzza di alcol nell'aria.
Tra le tante persone c'era un gruppo di ragazze indisturbato: Nora ed Amira che si tenevano in disparte e sobrie, Viri che guardava gelosa in lontananza il ragazzo che le piaceva che ballava con altre ragazze, e Inés ed Eva che, ormai brille, ballavano sensualmente accanto a Joana che muoveva i piedi a ritmo di musica divertita dalla situazione.
Faceva caldo, tanto che Joana dovette chiedere alle sue amiche di scusarla perché voleva andare a prendere una boccata d'aria; solitamente era l'anima della festa, ma quella sera c'era qualcosa che non le permetteva di godersi appieno la serata. Aveva notato una ragazza all'università che l'aveva lasciata senza fiato e che si era impossessata dei suoi pensieri.
Il suo volto, il suo corpo, la sua voce, che aveva sentito distrattamente passandole accanto, erano vive nella sua testa e non faceva altro che pensarci. Non le era mai capitato di pensare così tanto a qualcuno, soprattutto non qualcuno del suo stesso sesso. Voleva scatenarsi, togliersela dalla testa, ma più ballava più non riusciva a non pensare a come sarebbe stato ballare con lei, con le proprie mani sulle sue curve.
Con quell'immagine vivida nella sua testa si diresse verso l'uscita del locale e si accese una sigaretta; essa si consumava tra le sue labbra, mentre il fumo volava via assieme alla sua immaginazione. Guardava per terra mentre sentì dei passi avvicinarsi; non alzó lo sguardo, troppo presa dalla cenere che si infrangeva sul cemento.
La voce sottile di una ragazza le chiese se avesse un accendino per farle accendere la sigaretta. Joana sollevò lo sguardo verso il suo marsupio annuendo; cercò l'accendino e poi alzò la testa ulteriormente, osservando la ragazza di fronte a sé. Era lei.
Prese coraggio e si avvicinò, accendendo la sigaretta che lei aveva tra le labbra. Le proprie mani sfiorarono le sue che coprivano la sigaretta dal vento, cosicché che la fiamma non si spegnesse.
«Grazie.» disse facendo il primo tiro ed allontanandosi; appoggiò una gamba al muro e abbandonò la testa contro esso chiudendo gli occhi. Joana si prese del tempo per guardarla: così da vicino era ancora più bella. Aveva delle bermuda nere, delle vans del medesimo colore ed una maglia dei Nirvana. Aveva quasi finito la sigaretta. Il polso destro era fasciato da una bandana nera; i lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda alta, notò che aveva un piercing: il septum. Aprì gli occhi, di un azzurro così profondo che Joana riuscì a scorgerlo anche da qualche metro di distanza. Voltò la testa verso di lei, gettando il mozzicone per terra.
«Ti piace quel che vedi?» domandò con un ghigno, provando ad essere strafottente ma fallendo miseramente. Joana fece qualche passo verso di lei. Voleva darle corda, vedere se sarebbe riuscita a rubarle anche un solo bacio. Magari così avrebbe capito che non faceva per lei e la sua testa se ne sarebbe liberata.
«Può darsi.» disse inumidendosi le labbra. La bionda fece un sorrisetto che non riuscì a decifrare.
«Mi chiamo Cris.» disse porgendole una mano. Finalmente sapeva il nome della protagonista dei suoi sogni, che faceva anche ad occhi aperti.
«Joana.» strinse la sua mano.
«Sì lo so.» Joana aggrottò le sopracciglia. «Ti ho notata all'università. Sembri un bel tipo.» disse continuando a guardarla. Non riusciva a credere che anche lei l'aveva guardata, magari molteplici volte, come aveva fatto lei.

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Esci dalla mia testa | Croana AU |
FanfictionJoana, una ragazza che si identifica come etero, incontra una bionda misteriosa e non smette di pensare a lei. Si incroceranno per caso e sarà impossibile resistersi.