Era un soleggiato sabato mattina, l'aria di Parigi era frizzante e tipicamente primaverile; ero, come da programma, seduta al mio solito tavolo del bar all'angolo di via Lepic, precisamente vicino a casa mia, con il mio solito caffè in tazza grande zuccherato al punto giusto; come piace a me.
Avevo un libro in mano; l'avevo cominciato parecchio tempo fa, ma dopo un po' mi ero stufata della storia che, a mi parere, era troppo monotona per i miei gusti, perciò lo tenevo aperto ad una pagina casuale così da sembrare interessata alla lettura anche se, al contrario, mi divertivo a fare fantasie sulle persone che mi passavano davanti. Per esempio un uomo mi era passato in fretta e furia davanti e io mi ero immaginata che dovesse incontrare l'amore della sua vita solo che si era svegliato tardi, oppure avevo visto una signora vestita molto bene che era parecchio infastidita e io ho pensato che si sentisse così perché voleva comprarsi quanche bel vestito e una commessa era stata scortese con lei...chi lo può sapere.
Ad un certo punto ho visto uscire dal mio portone il mio vicino di casa, François.
Io, personalmente, non lo sopporto... è davvero fastidioso e si crede il re del mondo. Si vede lontano non so quanto che ha un gusto del vestiario a dir poco rivoltante; come si può mettere una camicia a righe verdi e rosa con dei pantaloni a quadri marroni...NO!
Comunque, noto che sta andando verso il verduriere; molto probabilmente sta andando a comprarsi dell'insalata perché la compra sempre, ogni sabato va a comprarsi dell'insalata, lo so perché lo vedo sempre quando va e quando torna.
Purtroppo per lui ha una gamba un po' malandata perciò cammina zoppicando, solo che fa talmente ridere che di solito scoppio... è per questo che probabilmente mi odia...
Mi giro verso il mio caffè di cui ormai è rimasto solo il fondo, chiudo il mio libro e chiedo di poter pagare; mi alzo e torno a casa.