Il castello delle lacrime bianche

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L'aria contenuta nell'atrio dell'albergo si fece d'un tratto molto viziata, almeno così pareva al signor Sothe, mentre stringeva la mano di suo fratello Ashton.
- A-A-Ashton; che piacere vederti qui. Che s-sorpresa! - disse balbettando, in perfetta armonia con il colore del suo volto, che percorreva velocemente tutte le gradazioni della pelle, dal rosa carne fino al bianco pallido di un cencio.
Il breve discorso instauratosi fra i due si era svolto con esuli fili di voce, il minimo indispensabile affinché i fratelli Lewis si capissero, evitando di limitarsi a leggere le labbra dell'altro; sembrava quasi che quelle parole non dovessero essere ascoltate da nessuno in quella stanza, anche se era chiaro che ognuno lì dentro, per un motivo o per l'altro, tendeva l'orecchio per captare più informazioni possibili: la signorina Evans era seduta sulla poltrona di fronte a quella su cui era seduto prima il fidanzato e stava leggendo una rivista di moda italiana, anche se sono certo che lo stesse facendo per nascondere l'attenzione che stava rivolgendo verso i due fratelli; Raphael Wayne non si degnava nemmeno di guardare altrove, mentre fingeva di lucidare il bancone della reception e di controllare che tutto fosse in ordine; Edward Gray leggeva attentamente le labbra del suo cliente, notando la palese tensione che vi era in lui e cercando di capire che cosa l'avesse scatenata; gli unici che sembravano essere estranei alla scena erano Antony Gray e la signorina Wright, ovviamente per motivi diversi: il primo aveva letto con soddisfazione il menù dell'hotel di quella sera, prima di perdere le staffe per l'ingiustificata assenza di un buon vino italiano; l'altra era indaffarata a sistemare la sua sottile collana di perle davanti allo specchio vicino alla reception, mentre il suo intelletto pensava a quanto sia importante per una persona il proprio aspetto estetico.

- Cosa ti porta qua, mio caro fratellino? - chiese Ashton sorridendo amabilmente.
- Sono qui per affari assieme ai signori Gray. E tu, Ashton?
- I signori Gray? La ditta Gray? Non credevo che tu fossi il genere di persona da... nascondere la faccia sotto la sabbia. Ti facevo pavone, non struzzo.
Era a dir poco palese il tentativo di Ashton di eludere le domande colme di perplessità di suo fratello.
- Non mi hai ancora risposto, Ashton.
La stretta, che aveva tenuto legate le due mani dei fratelli per tutto quel tempo, si fece d'un tratto molto più salda, azzarderei a dire che divenne stritolante.
Il silenzio caduto nella sala non fu mai colmato, né rotto da alcun rumore o respiro o colpo di tosse; vi erano soltanto gli sguardi maledettamente provocanti di Ashton Lewis diretti a Sothe, uniti ad un sorriso palesemente contraddittorio ed evidentemente falso.

Egli non rispose, ma si limitò a interrompere la stretta di mano e a salutare cordialmente il fratello:
- ora, io e la mia compagna ci ritiriamo in camera per prepararci per la cena; ci vediamo stasera, Sothe.
Il giovane dagli occhi verdi si congedò, si avvicinò alla sua futura moglie e le porse la mano per aiutarla a sollevarsi dalla poltrona; poi la coppia si avvicinò alla reception per prendere le chiavi della loro stanza e per lasciare un bigliettino a Raphael, il quale lo raccolse e lo lesse silenziosamente, senza alcuno stupore, come se fosse un fatto normale; infine, i due salirono le scale lentamente e sparirono dalla vista di tutti gli altri.

♤♡◇♧

Il pomeriggio passò molto velocemente ed è curioso pensare a quante azioni i nostri sette protagonisti fossero riusciti a compiere in quel poco tempo che li separava dal momento della cena: Romeo e Giulietta, dopo la loro entusiasmante uscita di scena, si erano dedicati a disfare le valigie e a sistemare i loro oggetti in camera, per nulla curanti di come stessero volgendo al meglio le intricate trame del loro piano; di esse si stava preoccupando Raphael Wayne che, dopo aver controllato e sistemato i documenti dei suoi clienti e dopo essersi assicurato che la cena fosse di gradimento a tutti, si impegnò a esaudire le richieste del signor Lewis scritte su quel bigliettino: dei buoni bicchieri di Gewürztraminer e un'allegra partitina a carte; i signori Gray stavano discutendo sulle ultime azioni da eseguire per sistemare gli affari con Sothe Lewis, prima del colloquio prefissato per quella sera.

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