Avarizia

12 5 0
                                    

Ci fu un momento di silezio. Persino Morfeo si avvicinò a noi, desideroso di sapere cosa Dylan avrebbe detto o fatto. <La prima volta che proverai ad ostacolarmi ti ridurrò in cenere> mi disse Dylan. Questo significava che... aveva accettato? Ero riuscito veramente a convincerlo? Non ne ero ancora del tutto sicuro, ma sperai per il meglio. <C'è un problema di fondo però> mi disse. Lo guardai dubbioso. Cosa intendeva? Non feci in tempo a chiederglielo che rispose: <Il punto è che il tuo potere è limitato a distanza, mentre il mio può essere usato poche volte a settimana, come ci organizziamo?>. Effettivamente non ci avevo pensato. Questo poteva rivelarsi un bel problema, in quanto in questo modo ci saremmo rallentati a vicenda. <Oh bhe, in questo posso aiutarvi io> ci disse Morfeo. Ci girammo entrambi verso di lui. <Non ci seve il tuo aiuto> dissi. <Lascialo parlare, vediamo cos'ha da offrirci...> mi disse Dylan. Ci disse di aspettare un attimo. Improvvisamente si tramutò in un corvo e volò verso il "cielo". Mentre fummo soli ne approfittai per parlare con Dylan. <Perchè credi voglia aiutarci? Sta sicuramente nascondendo qualcosa... ma cosa? Non farebbe mai del bene gratuito. Morfeo vuole solo divertirsi con noi> dissi. Dylan non aveva ancora conosciuto del tutto la natura di quella divinità, ma nonostante ciò aveva anche lui parecchi dubbi. <In ogni caso, per ora non possiamo fare nulla se non provare a fidarci> mi rispose. Poco dopo Morfeo ritornò da noi, sotto le sue solite vesti da finto umano. <Tenete> ci disse. Protese in avanti il braccio, mostrandoci il palmo della mano nella quale si trovavano due anelli. <Indossateli. Finchè entrambi li avrete sulle vostre rispettive mani, sarete in grado di utilizzare gli stumenti che vi ho donato individualmente, nonostante non siano utilizzati dal leggittimo proprietario. Per esempio, se Dylan avesse utilizzato l'ocarina di John senza questo anello, sarebbe finito in coma... Inoltre vi permetteranno di unire i vostri poteri e far si che i limiti di uno scompaiano grazie alla collaborazione con l'altro...> concluse. Ovviamente si era tenuto per sè queste informazioni finchè non lo richiedeva la situazione... Mi chiesi quante altre cose avremmo dovuto scoprire in questo modo, casualmente. Ma d'altronde, questo era il suo gioco, se ci avesse spiegato tutto fin dal principio non si sarebbe divertito... Indossammo gli anelli. Appena messi sul dito si adattarono alla perfezione alla misura di quest'ultimo. Ringraziammo Morfeo e ci dirigemmo verso il corridoio di porte. Notai subito che gli anelli stavano funzionando. Il corriodio si era ingrandito a dismisura ed era persino diviso in aree: ognuna rispettivamente rappresentava una zona di New York. Non riuscivo a raccapezzarmi in quel labirinto. Dylan iniziò a camminare come se avesse già una mappa mentale di tutta la "nuova" Velvet Room. Mi limitai a seguirlo. Si fermò davanti ad una porta, completamente d'oro. Girò la maniglia e sulla porta apparve il nome del proprietario: Desmond. Ovviamente non era un abitante del mio condominio, ma per un attimo sentii di conoscerlo. Entrammo. <Apparecchia la tavola, veloce, il padrone non ammette scansafatiche> mi disse un uomo. Era vestito in completo e ipotizzai che potesse trattarsi di un cameriere, visti gli ordini che mi aveva impartito. Mi guardai intorno. Ero in una reggia enorme: la ricchezza traboccava da ogni parete, lampadari di cristallo scendevano dal soffitto e come salici piangenti aprivano le loro "braccia" verso il basso, mentre una musica classica si disperdeva in tutto l'edificio. Notai inoltre che anch'io ero vestito da cameriere, ma qualcosa mancava... Dylan era scomparso. Seguii le istruzioni del cameriere ed andai ad apparecchiare la tavola. Fui circondato ed aiutato subito dopo da un numero considerevole di altri camerieri, i quali erano tutti presi nelle loro faccende. Chi puliva, chi sistemava, chi cucinava... Finimmo ed improvvisamente, dal portone principale, che collegava il salone alla sala da pranzo, fuoriuscì un uomo. Quest'ultimo, probabilmente Desmond, aveva un aspetto particolare: era abbastanza basso, qd occhio e croce non superava il metro e sessanta e nostante gli antichi vestiti che indossava, di uno stile quasi rinascimentale, dimostrava molti meno anni rispetto a quelli che forse realmente aveva. Mi avvicinai per parlargli ma fui fermato da un cameriere che mi disse con tono scontroso: <Non abbiamo il permesso di parlare con il padrone, te ne sei forse dimenticato?>. Questo era un grosso problema: come avrei potuto aiutarlo se non ero neanche in grado di avvicinarmi? Mi congedai scusandomi e mi diressi verso la cucina. Stavo per entrare quando sentii due camerieri confabulare tra di loro, così decisi di fermarmi dietro alla porta per origliare. <Perchè dobbiamo sottostare a questo essere ignobile? Da quello che so, anche la sua famiglia lo odia. Ho sentito dire che il nostro signore dispone di risorse economiche illimitate, ma nonostante ciò non ha mai prestato un soldo in tutta la sua vita. Neanche alla sua famiglia! Ci rendiamo conto?> disse il primo. Il secondo accostò la sua mano alla bocca dell'altro e poi disse quasi sussurrando: <Vuoi stare zitto? Se qualcuno ti sentisse e facesse la spia, sarebbe la fine per te. Come hai detto tu il nostro padrone non è per nulla magnanimo, immaginati cosa potrebbe farti... ti rovinerebbe la vita. In ogni caso, non sono nostri affari, pensiamo a lavorare e basta per adesso, sta per arrivare un ospite speciale. A quanto ho capito si tratta di uno straniero, un uomo alto e robusto, in visita nella nostra reggia per vendere quadri...> concluse. Il secondo scoppiò quasi a ridere ma riuscì a trattenere la risata e disse: <Appena il nostro padrone lo vedrà lo farà cacciare senza esitazione. Mi stupisco che abbia accettato di farlo entrare in casa sua...>. Il secondo diede uno schiaffo al primo dietro al collo, in segno di riprovero e aggiunse: <Fai silenzio! Non so come abbia fatto a convincere il padrone, ma se lo ha fatto allora deve essere stato molto convincente, aspetteremo sta sera per saperlo di persona>. Sapevo già di chi stavano parlando: si trattava sicuramente di
Dylan. A quanto pare lui stava "recitando" una parte migliore della mia in questo sogno, ma non mi dispiacque più di tanto. Del resto Dylan era un uomo con molta più esperienza rispetto a quella che potevo avere io e sicuramente sarebbe stato in grado di avvicinarsi a Desmond senza problemi. Non mi rimaneva altro che aspettare la sera...

The Dreams TravelerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora