13° Capitolo: Lui è il male

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Non so come mai, non so perché. L'ho sempre saputo che c'era qualcosa di cattivo in me, qualcosa di malvagio. Dopo aver letto la prima frase del libro la mia testa era come esplosa. Ma non sentì dolore anzi, una sensazione come di calma, di tranquillità, aveva invaso tutto il mio corpo fino a farmi perdere i sensi. O almeno era quello che credevo fosse successo.

John stava curando Jenna. Quando riaprì gli occhi lo vidi strofinare un unguento verde sulle ferite sulle zampe, per poi arrotarle delle fasce. Sul muso le aveva messo un cerotto, mentre il pelo sulla schiena era tornato come prima anche se era ancora tutto arruffato. Sbattei qualche volta gli occhi e chiusi il libro. Non avevo letto quasi niente, il buio mi aveva accolta tra le sue braccia.

Mi alzai ma mi dovetti sedere subito. Le gambe mi dolevano. Posai le mani sulle ginocchia e cominciai a stringere forte ma senza alcun risultato. Cercai di alzarmi nuovamente ma fu una mossa sbagliata perchè caddi rovinosamente per terra. John smise di fare quello che stava facendo e si precipitò da me.

"Tutto bene?" mi chiese aiutandomi ad alzarmi e riportandomi sul divano. "Si si, sono inciampata" gli dissi strofinandomi le mani. John annuì con la testa e tornò da Jenna. Mise l'ultima fascia alla zampa di Jenna. "Ecco fatto" disse dando un buffetto sul muso di Jenna, che ricambiò leccandogli la mano. Lo vidi mettere in ordine tutti i suoi strumenti per poi dirigersi verso la porta.

"Avverto tutti che Jenna è tornata. Stasera si festeggia" mi disse con un caloroso sorriso. Annuì e gli sorrisi anch'io. Lo sentì chiudere la porta e sentì uno sguardo posarsi su di me. Mi girai e vidi gli occhi arancioni di Jenna guardarmi. Le sorrisi e cercai di alzarmi nuovamente per andarle incontro. Stavolta non caddi e riuscì ad avvicinarmi a lei.

Aveva delle fasciature che le coprivano tutte le zampe posteriori e una sulla zampa davanti, mentre un cerotto le copriva una parte del muso. Le accarezzai la schiena, cercando di sistemare il suo pelo. Cominciò a strusciarsi lungo la mia mano per altre coccole. Non mi accorsi che le lacrime avevano cominciato a uscire dai miei occhi fino a quando Jenna, non si era alzata sulle zampe e aveva iniziato a leccarmi le guance.

Sorrisi. Mia dolce, piccola e forte Jenna. Una piccola grande guerriera. La guardai fissa negli occhi, azzurro nell'arancione. Mi era mancata così tanto. Se ripenso all'angoscia provata quando non l'avevo più trovata mi viene da piangere ancora di più, ma mi trattenni. Tirai su col naso rumorosamente e presi un bel sospiro.

John voleva organizzare una festa? Aveva detto che voleva festeggiare per il ritrovamento, anzi direi ricomparsa di Jenna, quindi presuppongo che voglia fare una festa. Ora che ci penso fu proprio dopo una festa che Jenna sparì. Questo pensiero mi lasciò l'amaro in bocca ma cercai di non pensarci.

L'importante ora era che Jenna era qui, con me. Importava solo questo. Chissà come hai fatto ad arrivare fino a qui mi ritrovai a pensare mentre continuavo a guardarla negli occhi.

E' stato lui, Kassy. Lui è cattivo. 

Mi buttai all'indietro e caddì per terra, facendomi male al sedere. Girai la testa da tutte le parti per vedere chi avesse parlato, ma non c'era nessuno e inoltre io non avevo parlato, l'avevo solo pensato. 

Mi girai verso Jenna ed era li seduta composta che mi guardava. Piegò leggermente il muso.

Hai paura di me?

La sentì di nuovo. Questa voce. Era nella mia testa, la sentivo rimbombare dentro di me. Era un suono dolce, soave, delicato, ma era anche determinato. C'era anche una nota di ironia. Era lei, era Jenna. Lei mi stava..parlando? John mi aveva detto che faceva parte delle mie capacità, ma anche Jenna aveva dei poteri?

Rispondimi. Era da così tanto tempo che aspettavo di poter parlare con te.

Feci un respiro profondo e mi alzai da terra. Mi massaggiai il sedere in modo poco fine e mi andai a sedere sul divanetto. Mentre camminavo sentivo il suo sguardo sulla mia schiena ed incrociai i miei occhi nei suoi. Feci la domanda più stupida del mondo, ma volevo sentirglielo dire, volevo avere questa certezza.

Kassandra - La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora