Il resto della mia noiosissima giornata consistette nel trastullarmi dal letto alla cucina, e viceversa.
Pensavo che con il passare del tempo -sebbene fossero solo due misere settimane- le ferite dell'amore si sarebbero rimarginate.
'E invece ti sbagliavi' mi suggerí la mia coscienza, sempre attenta a non farmi avere nemmeno un briciolo di sicurezza in me stessa.
Guardai la sveglia e di soprassalto balzai giù dal letto.
Erano già le cinque, e solo un'ora più tardi sarebbe iniziato il mio turno al pub.
Mi ritrovavo ad essere questo: una ragazza di poco più di vent'anni -in realtà più vicina ai trenta che hai venti, ahimè- che faceva la barman in un pub.
Aprii l'armadio e tirai fuori la divisa dalle pile disordinate di vestiti; indossai la camicetta, poi i pantaloni ed infine la giacca.
Scrutai attenta la mia immagine riflessa allo specchio e mi sistemai i capelli.
Adoravo i miei capelli, ma tenerli in ordine stava diventando veramente un incubo.
Li legai in uno chignon, ma puntualmente ciocche di lunghi capelli castani fuoriuscivano -incitando i miei nervi ben poco saldi a farmi impazzire- così mi decisi a lasciarli sciolti, facendoli scivolare lungo le spalle.Mentre camminavo sul marciapiede, a passo sostenuto verso il pub, cercai di ignorare tutto.
Il rumore delle macchine, le code di turisti lungo i marciapiedi e le campane che rintoccavano le sei.
Una volta arrivata al locale, tirai un sospiro ed entrai; appena misi piede dentro mi corse incontro una figura mingherlina, con corti ma svolazzanti capelli neri.
"finalmente..ce l'hai fatta ad arrivare" disse abbracciandomi.
Sorrisi teneramente mentre abbarcciavo Giorgia, la mia migliore amica dall'età di tre anni.
Era strano e ci pensavo spesso, ma non avevo mai avuto un'amicizia così duratura come con lei.
'Forse per il tuo carattere a dir poco complicato' mi rammentava la vocina nella mia testa."scusa Gio.." risposi con un lamento, sapendo già dove volesse andare a parare lei.
Più cercavo di non pensare ad Ermal, più mi tornava in mente.
"guarda quanta gente c'è, sbrighiamoci a servire" mugugnai
cercando di cambiare discorso.
Ricevetti come risposta un'occhiataccia da parte di Giorgia."tanto che non sfuggi da questa conversazione, appena stacchiamo andiamo a bere qualcosa ok?" incalzó lei, mentre ci dirigevamo ai tavoli.
Le sorrisi.
Lei sapeva sempre come tirarmi su.Nemmeno quattro ore dopo, mi ritrovai a correre sul marciapiede, inseguita da qualcuno.
No, non da qualcuno, da lui.
Dovevo per forza dirglielo, ammettere tutto ciò che provavo.
Altrimenti questo peso avrebbe continuato a divorarmi l'anima.
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L'ombra di un respiro || Ermal Meta
FanficDa una forte amicizia, puó sempre nascere qualcosa di più. Un amore segreto puó portare al dolore, per via della paura. Ma quando si è stanchi, ci si arrende persino allo star male. Elisa, ragazza romana di ventisei anni, trasferitasi da qualche t...