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Gahel:

La battaglia sta giungendo alla fine, avrò finalmente la mia vendetta.

Per lunghi anni ho aspettato che il giovane lupo si presentasse a me. Ho avuto pazienza, ho visto ogni giorno il suo dolore, la sua paura, ma non ho mai potuto aiutarlo.

Ricordo ancora quella sera, quando la sacerdotessa Ramira mi fece chiamare.

Ero ancora un giovane Groubi di appena trent'anni, che aveva imparato ad usare la magia, leggevo gli antichi testi con una naturalezza mai vista.
Mi diede il compito di salvare suo figlio. Un bambino che, un giorno, avrebbe cambiato il mondo. Nonostante fosse ancora un neonato, la sua aura era così potente da far paura. Accettai il grande compito, loro mi avevano offerto aiuto, e anche il suo compagno; il giovane Alpha Thor, mi aveva offerto da subito la sua protezione.

Ricordo il lungo viaggio per portare via il bambino da quelle terre. E la notte in cui lo lasciai davanti alla porta degli umani. Quella notte la pioggia non voleva cessare, sembrava che qualcuno stesse piangendo per l'abbandono di quel bambino. Ricordo ancora i suoi occhi, il modo di guardarmi, mi ero affezionato a lui. Se non fosse stato per la paura di non mantenerlo in vita, l'avrei tenuto con me. Aspettai fermo finché i nuovi genitori non lo presero con loro, solo una volta assicurato che lui fosse in salvo lasciai la città per andare in altri luoghi.

Avrei dovuto viaggiare per un anno, prima di tornare a casa.
Avevo appreso molto, visto terre mai esplorate fino ad ora. Ma il profumo di casa mi mancava, cosi quando l'anno scadde, tornai nelle mie amate terre.

Fui accolto da mio padre, che non era più in ottima salute, e da lì a pochi mesi mi lasciò, morendo. Rimasi nella nostra casa, cercando di coltivare i campi di sua proprietà, finché quel giorno la vidi. Era di una bellezza mai vista. Aveva gli occhi piccoli che sembravano chiusi. Ginevra, la figlia del fornaio. La mia mente tornò indietro al nostro matrimonio. Era così bella con quell'abito.
Quando mi confessò di aspettare un figlio, mi sentii l'uomo più felice della terra. Ma la mia gioia non durò abbastanza.

Aver aiutato quel bambino era stata la condanna del mio villaggio. I Rådet avevano mandato i ROVDYR, una specie di predatori sanguigni, che si cibavano di carne umana.

L'intero villaggio fu distrutto da essi, solo io e mia moglie fummo salvati. Sapevo che erano venuti per me, volevano il bambino. Usai una magia su me stesso, per non permettere a nessuno di leggere nella mia mente, facendomi dimenticare il luogo dove avevo lasciato il bambino. Quando tutto finì, uccisero crudelmente la donna che amavo assieme a mio figlio. Lasciando me, con la speranza che un giorno li avrei portati dal bambino.

Ricordo ancora il dolore che mi aveva accompagnato nella mia fuga, non passa un attimo che quel dolore torna a farmi visita.

Mi rifugiai nella Terra di Nessuno. A quei tempi, un Groubi faceva comodo anche lì. Appresi tutto quello che c'era da sapere; meditai, aspettai che il destino si mostrasse a me; finché, una sera, qualcuno ascoltò le mie preghiere. La Madre Terra apparve a me, mi mostrò il mio cammino, ma anche la mia morte. Ora sapevo cosa fare, e chi aspettare.











L'Alpha Thor ci fece accomodare sulla grande tavola per parlare, anche loro avevano fatto un accordo, nonostante io li avessi avvertiti, non mi diedero ascolto. Decisi di rimanere in silenzio, prima di comunicare loro quello che sapevo. Mi guardai attorno, vicino a me Tom, il bambino con un coraggio da far invidia. L'avevo amato subito, era così dolce, mi ricordava il figlio che non avevo mai avuto. E poi c'è Lizzy, la figlia del mio vecchio amico.

Ricordo quando incontrai suo padre; era un'anima in pena, mi raccontò la sua sorte e quella della sua compagna. Rimase con me per cinque lune prima di partire. Ricordo la promessa che gli avevo fatto quando mi raccontò cosa aveva visto. A quel tempo era ancora un giovane Oracolo poco esperto.


E poi c'è lui: il grande e unico Kabal. Nessuno sa quanto lui sia buono. La vita e le sue azioni l'hanno portato ad essere così, pieno di segreti che tiene custoditi con la paura di rivelarli. Ma ora, vedendo come stringe la mano della compagna, so che è arrivato il momento che i due ragazzi compiano il loro destino da soli.

Ritorno a guardare l'Alpha Thor, che stava spiegando loro come attaccare, così decisi di parlare.
- I ragazzi andranno da soli – dissi, alzandomi in piedi.
La sacerdotessa e l'Alpha mi guardarono in modo strano.
- Gahel, di cosa parli? - chiese Ramira mentre si alzò anche lei.
- È la loro battaglia! Noi non possiamo fare nulla. È il loro destino! -
- Non possono. Guardali Gahel, sono ancora giovani! Lui non sa usare la magia senza arrabbiarsi, lei non ha fiducia in se stessa. Come puoi dire una cosa del genere - parlò l'Alpha, mentre si metteva un ciuffo ribelle dietro l'orecchio.

- Abbiamo tempo fino alla quinta luna prima della notte Rossa, solo in quella notte loro scenderanno. Li prepariamo, li alleniamo, ma niente di più, saranno loro ad entrare nel vortice... Il mio compito e il vostro sono finiti – aggiunsi, marcando bene le ultime parole.
- Cosa significa che il tuo e il loro compito sono finiti? Qualcuno può spiegarmi? - chiese Kabal mentre cercavo di bloccare la sua energia che provava a entrare nella mia mente. Ogni giorno che passava il ragazzo aumentava di forza e di magia. Non gli ho mai detto che il suo lato oscuro è solo la magia che cerca di uscire, doveva scoprirlo da solo una volta venuto qui.

Nessuno parlò più, nessuno aveva voglia di spiegare cosa sarebbe arrivato dopo, tutti noi cercavamo di rimandare quel momento.
- Volete parlare o cosa? - chiese ancora Kabal mentre incominciava ad agitarsi.
Mi girai verso di lui porgendoli un sorriso, ogni volta che lo guardò pensò a quel bambino che avevo aiutato a scappare, è ogni volta dentro di me penso alla fiducia che ho posto in lui. Mi avvicinai a lui mettendo la mia mano sulla sua spalla.
- Ragazzo mio, niente di grave. È che ora né tu né Liz avete più bisogno di noi, questa è la vostra battaglia, ma so che tu ce la farai! Dovete solo fidarvi di voi stessi- aggiunsi prima che le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio.

KABAL - Il Lupo SolitarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora