Kabal:
Me ne sto seduto sulla grande pietra, mentre il riflesso della luna brilla sull'acqua delle Grotte. La mia testa è cosi piena di pensieri, ma tutti hanno la stessa protagonista: lei.
Non riesco a capire il suo comportamento, si aspetta cose da me che nemmeno io sono pronto a rivivere. Ho letto la sua paura, i suoi pensieri, quello che ha pensato mi ha fatto male. Ho aperto il mio cuore a lei, ma vuole di più... vuole una cosa che mi distruggerebbe: marchiarla.
Come avrei mai potuto marchiarla, mostrarle cosa realmente c'è dentro di me. L'avrei persa per sempre. Avrebbe rifiutato di essere la mia compagna.
Chi non lo farebbe?
Non ho ucciso delle persone che meritavano di morire, non ho ucciso degli assassini, ma degli innocenti! Persone che non meritavano di morire: donne incinte, bambini che dovevano scoprire cosa era la vita. Mi ero sempre nascosto al fatto che non riuscivo a controllare il mio potere, che la mia vendetta mi spingeva a fare quelle cose. Ma non era vero; io mi nascondevo, io avevo usato quella scusa per non mostrare la mia vera natura.
Alcune persone le ho uccise perché lo volevo. Ho sentito le loro urla, i loro lamenti, ma non mi sono mai fermato.
Ho goduto per la loro sofferenza, ho provato una sensazione di potere nel vederli morire, la parte nera di me godeva di quello che avevo fatto.Dentro di me sono sporco.
La gente ha ragione sono un dannato, sono maledetto ... mentre lei è un fiore che non merita di essere piantato in una terra marcia, pensa che io sia buono, che sia complicato, ma io sono marcio. Sono diventato un uomo meschino, che usa il suo potere per far soffrire gli altri.
Prendo una piccola pietra lanciandola contro una roccia che, pochi secondi dopo si spacca per la forza usata nel lancio. Rimango a guardare i piccoli frammenti che cadono in acqua, e dentro di me inizio a pensare a lei.
Se lei fosse rimasta con me si sarebbe spezzata.
Ripenso alle parole che le ho detto. Non le pensavo davvero, ma dovevo allontanarla da me, dovevo trovare il modo di non farla partecipare alla battaglia. Non mi interessa che lei abbia la Kølie dentro di sé, avrei combattuto da solo, non ho bisogno di altro.
È la mia vendetta, la mia guerra, Lei non merita tutto questo.
- È la mia compagna - la voce del lupo mi fa arrabbiare ancora di più. Cerco di non rispondere mentre la rabbia divora ogni parte di me.
- Non hai diritto di scegliere da solo -
- Non ho diritto? Non doveva venire, te lo avevo detto. L'abbiamo messa in pericolo, è spaventata. Non leggi nei suoi occhi la paura? Non vedi che non sa più qual è il suo posto? Lei non c'entra, non c'entra un cazzo in questa battaglia – urlo ancora più forte come se lui potesse tirarsi indietro.
- Ho bisogno di lei - dice il lupo, come a implorarmi di non fare quello che la mia mente sta pensando.- Non ha importanza. Morirà se mi segue. La decisione è presa, questa volta ti farai da parte, non dovrai più nominarla per tutto il tempo che ci resta - dissi mentre caddi a terra per il dolore che il lupo mi stava provocando.
Sento il colore dei miei occhi cambiare, mentre la mia bocca si apre emettendo un ululato di dolore.
Rimango in quella posizione non so quanto tempo, dentro di me c'è un dolore mai provato prima. Sento la gola bruciarmi, ogni parte del mio corpo sembra stanca. Come se avessi combattuto una battaglia infinita, anche il mio respiro sembra non voler tornare regolare, e il cuore non smette di battere forte.
- S-Smettila, ti prego ... Smettila - dico quasi senza fiato, mentre delle lacrime scendono dal mio viso.
Mai come ora il mio lupo si è ribellato, sembra voler morire, piuttosto che vivere senza di lei. Cerco di comunicare con lui, mostrandogli cosa le poteva accadere, sento come dei graffi all'interno del mio ventre, finché... il silenzio.Il battito del cuore torna regolare, inizio a prendere dei grandi respiri, mentre la luna sta sparendo. Rimango fermo mentre le nostre lacrime si uniscono al dolore della mia scelta. È la prima volta che piangiamo un dolore così grande.
Torno dentro le terre per comunicare la mia decisione. Nessuno mi farà cambiare idea, nessuno verrà con me. L'Alpha è fermo ad aspettarmi all'entrata, lo guardo prima di accennare un veloce sorriso.
- Tu che esci nella notte, tua madre che mi chiede di andare a cercarti, è io che aspetto il figlio per non sentire le sue urla nel vedermi senza di lui – dice, mentre poso la mia mano sulla sua spalla.
- Avevo bisogno di stare da solo, dovevo riflettere - dissi mentre lui prende il mio braccio, guardando le ferite che mi ha lasciato il lupo.
- Diventeranno delle cicatrici. Ma è questo che fa più male - appoggia la sua mano sul mio cuore.
Faccio finta di niente utilizzando la mia corazza di ghiaccio.- Chiama Gahel e Ramira, vi devo parlare – mi fa stare male chiamarli madre e padre, ma lui inizia a camminare non dandoci peso.
Aspetto nella sala dove due giorni prima l'Alpha ci ha riuniti, rimasi fermo a guardare la sedia dove lei si era seduta.- Sei sicuro? - chiede la voce del lupo, che ha smesso di comunicare con me dopo l'accaduto.
- Sì, questa volta lo faccio per lei, fidati – rispondo, prima che mia madre mi venga incontro.
- Ho avuto paura che ti fosse successo qualcosa. Quel cocciuto di tuo padre non voleva venirti a cercare abbiamo liti... -
- Sto bene - la interrompo, facendole segno di sedersi. Gahel mi guarda in malo modo, so a cosa è dovuto, ma decido di lasciare stare.Quando comunico a tutti quello che voglio fare, nessuno è d'accordo con me. Ma poco importa, è la mia battaglia e nessuno mi farà cambiare idea. Mio padre si alza per riassumere quello che ho detto, ma si ferma sentendo la porta aprirsi.
Il suo volto è la prima cosa che vedo appena mi giro. Gli occhi gonfi, la fronte sudata come se avesse corso per venire fino a qui.- Perché non mi avete chiamata? – chiede, mentre cerca di respirare in modo regolare.
Nessuno osa rispondere, tutti mi guardano come se spettasse a me risponderle. Strinsi le mani a pugno per cercare di resistere e non andare da lei, è l'ora che mi allontani da qui.
- Io vado – dico rivolto agli altri, che hanno promesso di non dirle niente.
Lei si avvicina a me, non capendo cosa sta succedendo.
- Dove vai? Aspetta, dobbiamo parlare - dice con la sua soave voce.
- Me ne vado. Non ci sarà nessuna battaglia, e Ramira ti aiuterà a far uscire la Kølie – mi dirigo alla porta.
- E io? Mi abbandoni? Cosa ne sarà di noi? - urla alle mie spalle.Mi fermo, sentendo il lupo iniziare a piangere per quello che sto per dire, stringo la mano a pugno, quasi a sentire le mie stesse ossa rompersi.
- Non esiste più un noi, Lizzy. -
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KABAL - Il Lupo Solitario
WerwolfUn'Alpha senza branco non è un vero Alpha. Nessuno conosce il suo vero nome, tutti lo chiamano Kabal. Abbandonato dalla nascita, si troverà a intraprendere un viaggio per scoprire la verità e vendicarsi. Assieme a lui un cucciolo di lupo che salve...