》Chαpter 47

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Ho passato momenti
che non mi scordo,
dicono che siamo di cornice
perché siamo sul bordo,
non sai quante cose ho
da risolvere, tipo lascio
tutto indietro e penso
solo a correre.
Non so bene dove sto
andando, spero solo di
aver fatto giusto il calcolo,
vogliono stare al nostro tavolo,
io penso a quando ci odiavano.

⏱️

LORENZO'S POV

Mi sveglio con un sapore acido in bocca e uno strano cerchio alla testa.
Spengo la sveglia prima di guardarmi intorno nel tentativo di capire cosa stia succedendo, ma sembra tutto perfettamente regolare.
Emma dorme tranquilla di fianco a me a pancia in giù con i capelli rossi che le ricadono lungo le spalle, il computer emette un debole ronzio, una bottiglia di vodka vuota giace sul materasso tra noi due. Aggrotto le sopracciglia confuso prendendola in mano. Studio la superficie di vetro come se su di essa potesse magicamente comparire il perché si trova sul mio letto.
Lancio un'occhiata al PC per controllare l'orario. Le otto di mattina. Sbatto le palpebre.

Perché cazzo ho messo una sveglia così presto di sabato, per di più in estate?

Sblocco il telefono, rispondo a un paio di messaggi e poi vado sulle sveglie, controllando che nome ho dato a quella che è appena suonata.

Fidanzamento.

Sbuffo, ricordandomi improvvisamente il motivo. Oggi ci sarà la festa di fidanzamento ufficiale tra me e Emma. Nella casa di lei. Con più invitati di quanti realmente i nostri genitori conoscano. E senza sapere che io e lei siamo già fidanzati da ben più tempo, ma in un contesto totalmente diverso. Sospiro voltandomi su un fianco per guardarla. Mi lascio scappare un sorriso intenerito osservando i due codini in cui ha costretto i suoi capelli per evitare che si ingarbugliassero troppo. Sembra una bambina. Una stronza, insopportabile, fin troppo realista, cinica, maledettamente sexy bambina.

*Questa suonava un po' come pedofilia*

Faccio una smorfia divertita ai miei stessi pensieri, prima di far scorrere lo sguardo sulla schiena nuda.
La seconda realizzazione della mattinata mi colpisce all'improvviso, mi complimento con me stesso per esserci arrivato così alla svelta.
Ieri sera ci stavamo deprimendo insieme davanti alla prospettiva dell'evento di oggi, abbiamo iniziato a bere per non pensarci, ed è finita com'è finita.
Sorrido facendole scorrere un dito lungo la colonna vertebrale, dal collo all'inizio del sedere dove arrivano le lenzuola. Lei mugola, si stiracchia e apre un occhio per guardarmi.

"Giorno" amplio il sorriso sentendo la pelle d'oca sotto il polpastrello.

"Giorno" sospira affondando la faccia nel cuscino.

Trasformo le carezze in grattini, ghignando ai suoi "Ti amo" ripetuti sottovoce mentre si contorce appena.

"Basta così o mi imbarazzi" la sfotto interrompendomi per darle una pacca sul culo.

"Ehi!" protesta voltandosi sulla schiena per sfuggire al mio tocco.

Nel farlo i codini le ricadono sul petto, coprendole giusto i seni. Mi mordo il labbro guardandola, sentendo le mani formicolare dalla voglia di spostarle i capelli.

"Nooo" dice notando il mio sguardo, si copre con il lenzuolo fino al collo "Niente minchiate stamattina, dobbiamo andare a prepararci per la festa" afferma con una smorfia.

"Non sarebbe meglio arrivare là più rilassati allora?" domando retorico avvicinandola a me per un fianco.

"Ci siamo già rilassati abbastanza ieri notte" risponde divertita indicando prima la bottiglia vuota e poi i nostri corpi coperti solo dall'intimo.

WHO ARE YOU? || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora