Capitolo 13 ~ Allison

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Bussai alla porta.
-Avanti! -disse la voce di Orfeo dall'interno.
Mi schiarii la voce ed entrai: -Volevate vedermi, mio signore? -chiesi.
Orfeo era in piedi davanti alla finestra della sua stanza e teneva un bicchiere di vino in mano. Quando sentì la mia voce si voltò verso di me e mi sorrise.
-Ah, Allison! Prego, entra. -disse. Obbedii e chiusi la porta dietro di me.
-Cosa posso fare per voi? -domandai. Orfeo si diresse verso un tavolo su cui aveva poggiato una bottiglia di vino con un secondo bicchiere.
-Mi chiedevo se volessi farmi un po' di compagnia. -versò del vino nel bicchiere. -E poi possiamo brindare al nostro successo.
-Ehm... Veramente io non bevo vino. -dissi imbarazzata.
Orfeo schioccò le dita e la bevanda divenne trasparente.
-Acqua? -propose allora.
Annuii e mi avvicinai a lui, così che mi desse il bicchiere.
-Al nostro piano. -disse. Poi feci scontrare il calice con il suo e bevvi.
Il mio padrone (per qualche strana ragione cominciavo ad odiare questo appellativo) lasciò il proprio bicchiere sul tavolo: -Sai, Allison. -disse. -Mi chiedevo in che rapporti fossi con quel ragazzo... com'è che si chiamava? Andy?
-Adrian. Ehm... era il mio ragazzo. -balbettai imbarazzata. Lui mi si avvicinò e prese una mia ciocca di capelli. Iniziò ad arrotolarla attorno al dito.
Improvvisamente mi sentii stanca.
-Beh, non credo che si arrabbierà se ti tengo un po' qui. -disse Orfeo accarezzandomi il viso.
-C-Come? -chiesi con voce flebile. Mi venne un capogiro. Il bicchiere mi cadde di mano e finì a terra, rompendosi, ma Orfeo non sembrò farci caso. Mi prese per il fianco e mi avvicinò a sé, sostenendomi. Cercai di opporre resistenza, ma ero debole e sempre più stanca. Il letto poco lontano da me sembrava alquanto invitante...
In quel momento capii: doveva esserci stato qualche strano sonnifero nell'acqua che Orfeo mi aveva fatto bere. In effetti lui aveva già il bicchiere pieno di vino quando ero arrivata. Probabilmente aveva messo il sonnifero nella bottiglia.
"Che stupida" mi dissi. Orfeo aveva già provato a convincermi ad accettare di essere il suo giocattolo personale, ma io avevo rifiutato, come farebbe qualsiasi ragazza con un minimo di dignità. Credevo che avesse lasciato perdere e invece ero lì, inerme tra le sue braccia come una bambola di pezza.
Dovevo trovare la forza di reagire. Ma come? Come sfuggire da un uomo che possiede più forza di te?
-Lasciami andare... -dissi cercando di spingerlo lontano.
-E perché dovrei? -ribatté lui avvicinandomi di più a sé.
E poi successe.
Dalla collana che indossavo si sprigionò una luce accecante che fece sparire il mio senso di stanchezza e mi diede la forza di allontanare Orfeo, rimasto abbagliato. Guardai il ciondolo, poi alzai gli occhi verso l'uomo che avevo venerato come un dio.
Quello che vidi mi lasciò di sasso: davanti a me, circondato dalla luce, c'era un ragazzo. E quel ragazzo era Adrian.

-Adrian...? -lo chiamai stupefatta. Lui si voltò e mi sorrise.
Cercai di avvicinarmi per toccarlo, ma non riuscivo a spostare le gambe. Qualcosa mi teneva ancorata al pavimento, come una colla invisibile.
-Sei proprio tu... -allungai il braccio verso di lui, ma la sua immagine non era solida. Era solo una specie di fantasma, che tremolò quando lo toccai e che si era mostrato non appena avevo avuto bisogno di aiuto.
Adrian allungò il braccio a sua volta e mi sfiorò il viso. Sentii una brezza calda sulla guancia, come se fosse stato reale. Mosse le labbra, come per parlare, poi venne risucchiato nella collana e la luce scomparve, mentre un leggero venticello caldo mi investiva. Mi sembrò di sentire la voce di Adrian chiamarmi attraverso il soprannome che mi aveva affibbiato: "Sbuffo di Nuvola".
Non avevo idea di che cosa fosse appena successo, ma di una cosa ero certa: Orfeo si stava riprendendo. Indietreggiai verso la porta, stringendo il ciondolo della mia collana con la mano. Era caldo e praticamente scottava.
-Maledetta semidea... -disse Orfeo a denti stretti. Si stropicciava gli occhi con le mani, cercando di vedere qualcosa. Fece un passo avanti, ma calpestò il vetro del bicchiere che avevo fatto cadere poco prima e si fermò. Per fortuna era a piedi nudi, perché, mentre lui urlava di dolore, io corsi fuori dalla stanza più velocemente che potei.
Dove andare? Esclusi la mia camera e quella dove tenevo il corpo di Adrian. Così pensai ai gemelli. Salii di corsa le scale e arrivai nel corridoio. Bussai alla porta di Arden, che non rispose.
-Arden! -lo chiamai bussando di nuovo. -Ti prego, aprimi!
-Ally? -domandò una voce dietro di me. Mi voltai e vidi Adam, sulla soglia della sua camera.
-Adam! -esclamai sollevata. -Ti prego, lasciami entrare!
-Ehm. Vieni. -si scostò e così entrai nella sua stanza, mentre lui richiudeva la porta dietro di sé.
Mi guardai attorno: l'unica cosa in disordine era il letto era disfatto, ma non ci feci caso. La mia unica preoccupazione era nascondermi da Orfeo.
-Ally, che succede? -chiese Adam preoccupato.
-Orfeo... lui... -balbettai iniziando a singhiozzare.
-Respira. Va tutto bene. -mi rassicurò lui mettendomi le mani sulle spalle.
Annuii e presi un bel respiro, poi gli dissi cos'era appena successo, tralasciando però di Adrian. Non che non volessi fargli sapere questo fatto bizzarro, ma in quel momento non era importante.
Adam mi abbracciò: -Ora è tutto finito. Stai tranquilla.
Rimasi tra le sue braccia per un po', poi mi disse di sedermi sul suo letto.
-Stai qui e chiudi a chiave, ok? Io vado a cercare Arden, poi andrò da Orfeo. -disse. Feci sì con la testa e lui uscì dalla porta, che io chiusi a chiave.
Rimasi sola, mentre sentivo i passi di Adam allontanarsi veloci nel corridoio.
Dovevo trovare un modo per sfuggire ad Orfeo: di sicuro avrebbe riprovato a farmi del male. Ne ero sicura.
Mi sedetti di nuovo sul letto di Adam e mi misi a pensare, finché non mi venne in mente la soluzione più estrema: diventare Cacciatrice di Artemide.
Per quanto Orfeo fosse idiota e odiasse gli dei, non si sarebbe mai permesso di interferire con i giuramenti che li riguardavano. Ero sicura che non mi avrebbe fatto nulla se fossi diventata Cacciatrice.
E poi pensai ad Adrian. Se avessi fatto il giuramento, non mi sarei più potuta mettere con lui. Ma ormai chi mi garantiva che Orfeo avrebbe esaudito la mia richiesta di riportarlo in vita?
Si apriva un'altra questione: come fare il giuramento se Artemide non c'era? Lei doveva essere presente per accettarmi nelle Cacciatrici o meno.
Messaggio Iride? Pessima idea.
Provare a invocare la dea? Poteva funzionare, così aprii la finestra, da cui potevo vedere la luna iniziare a sorgere. M'inginocchiai e abbassai la testa.
-Oh Artemide, dea vergine della caccia, della Luna, degli animali selvatici, della foresta e del tiro con l'arco, protettrice delle fanciulle e della verginità. Ti prego, ascolta la mia preghiera ed accetta il mio giuramento per diventare Cacciatrice. -dissi.
Per qualche secondo non successe nulla, ma poi un raggio di luna mi illuminò. Quello era il segnale che Artemide mi stava ascoltando.
"Mi dispiace, Adrian" pensai.
Presi un bel respiro e iniziai a recitare il giuramento di cui Talia Grace mi aveva parlato una volta: -Consacro me stessa alla dea Artemide. -dissi senza alzare la testa. -Volgo le spalle alla compagnia degli uomini, accetto la fanciullezza eterna e mi unisco alle Cacciatrici.
Subito un vento freddo entrò dalla finestra e m'investì. Chiusi gli occhi, sentendo una sensazione di libertà farsi sempre più potente dentro di me.
Quando il vento si calmò, aprii gli occhi e vidi un piccolo diadema d'argento a terra proprio davanti ai miei piedi. Lo presi e alzai lo sguardo verso il cielo.
-Grazie. -dissi. Indossai il diadema e mi rialzai in piedi. Mi sentivo... potente. E libera. Come se non avessi avuto più niente di cui aver paura.
Qualcuno bussò.
-Ally, siamo noi. -disse la voce di uno dei gemelli.
-Orfy non c'è, tranquilla. -aggiunse l'altro.
Sorrisi, poi andai ad aprire e Adam e Arden entrarono.
-Cos'hai in testa? -chiese Arden sorpreso.
-Ho fatto il giuramento per diventare Cacciatrice. -spiegai. -Orfeo non può più farmi nulla.
-E Adrian? -domandò Adam.
Abbassai lo sguardo: -Non so cosa farà Orfeo. -dissi. -E poi sono pur sempre libera di rinunciare al giuramento. Se dovesse...
La mia voce si spense. Adam e Arden si guardarono.
-Quindi... non puoi più stare con noi maschietti pervertiti? -chiese Arden facendo lo sguardo da cucciolo abbandonato.
-Siete miei fratelli! Non posso innamorarmi, ma posso passare del tempo con voi! -lo rimproverai. E, come per dimostrarglielo, lo abbracciai.





*angolo meh*
Dunque. Vi avviso: il prossimo capitolo sarà noiosetto, ma purtroppo lo devo mettere. Altrimenti la storia non avrebbe senso. 😏

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