Capitolo 15 ~ Isabelle, Ocean

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{Isabelle}
Quando aprii gli occhi mi trovavo in un corridoio illuminato da torce strane.
-Stregaluci. -sussurrò Cecily notando il mio sguardo perplesso.
-D'accordo. -disse Ocean attirando l'attenzione su di sé. -Ora dobbiamo trovare le stanze giuste.
Guardai i semidei venuti con noi e pensai al nostro piano: io e Cecily avremmo cercato Allison per prendere la collana; Ocean, James e Kendall si sarebbero occupati del corpo di Adrian. Una volta compiute le nostre "missioni" ci saremmo ritrovati al Campo Giove e avremmo messo in atto la mia idea.
-Datemi la maglietta di Adrian. -ordinò Cecily. James le porse una maglia bianca e la ragazza si disegnò una runa sulla mano con lo stilo. Chiuse gli occhi e dopo qualche secondo li aprì: -Di qua. -disse incamminandosi. La seguimmo lungo il corridoio deserto, sperando che nessuno ci sentisse. Beh, in realtà avevo fatto un piccolo incantesimo grazie ai poteri che mi aveva passato mia madre e perciò non avremmo disturbato nessuno.
-Sei sicura che sia da questa parte? -chiese Kendall. Era con noi per caso. Mentre stavamo progettando il piano, era passato proprio accanto a noi e, anche se era diretto alle terme, aveva deciso di dare una mano. La tensione che c'era tra lui e Audrey si percepiva solo guardandoli, perciò avevamo proposto alla figlia di Fortuna di rimanere al Campo per aiutare a preparare un posto per quando saremmo tornati con il corpo di Adrian.
Cecily annuì: -Non ero sicura che la runa di rintracciamento funzionasse anche con i morti. -poi si fermò davanti ad una porta. -È qui.
-Il corpo di Adrian? -chiese James.
-Sì. -rispose lei.
Mi feci avanti e aprii la porta, piano.
Ma quella era la stanza sbagliata.
-Quella è Allison. -sussurrò Kendall. -Non credo che Adrian sia qui.
Guardammo la figura distesa a letto e illuminata dalla luce debole della luna.
-Allora la nostra teoria è esatta. -disse Ocean. -L'anima di Adrian è nella collana. Forse è per questo che la runa ci ha condotti qui.
Richiusi la porta per evitare che Allison si svegliasse per la luce del corridoio che entrava dalla porta.
-Ed ora come lo troviamo il corpo? -domandò Kendall.
-Vi aiuteremo noi. -rispose una voce facendo rizzare i capelli a tutti. Com'era possibile che ci avessero sentito?
Ci voltammo lentamente, ma tirai un sospiro di sollievo: erano Arden e Adam. Guardai mio cugino con la coda dell'occhio: era arrossito.
-Cosa volete fare con il corpo del ragazzo, se posso chiedere? -domandò Arden (sapevo quale fosse perché aveva l'occhio destro diverso dal fratello, come mi aveva detto Apollo).
-Riportarlo in vita. -risposi. I gemelli annuirono, come se fosse stata la cosa più normale del mondo.
-D'accordo. -Arden diede una spintarella ad Adam. -Adam vi farà vedere dov'è Adrian. Vero, fratellino?
Il ragazzo teneva gli occhi bassi, rosso come un peperone maturo.
-Ehm... sì. -disse con voce flebile. -D-Di qua.
Diedi una gomitata impercettibile ad Ocean, che mi lanciò un'occhiataccia. Io gli sorrisi e gli feci segno di andare. Lui avanzò, timido.
Quei due si sarebbero sposati. Lo sapevo.
Quando Adam e i ragazzi si furono allontanati, Arden guardò me e Cecily:
-Cosa dovete fare voi due? -chiese.
-Dobbiamo prendere la collana di Allison. L'anima di Adrian è lì dentro. -spiegai. Arden annuì: -Buona fortuna.
Gli sorridemmo e lui fece per andare, ma poi guardò Cecily: -Tua sorella sta bene, tranquilla. -le disse come se avesse intuito la sua preoccupazione. La figlia di Atena ricambiò il sorriso.
Il figlio di Apollo s'incamminò, ma io lo fermai: -Arden.
-Sì? -chiese lui.
-Io ehm... -avrei voluto chiedergli informazioni sul ragazzo con gli occhi verde chiaro, ma forse non era il caso. Forse lui non lo conosceva neanche.
Allora scossi la testa: -Grazie.
Quando Arden se ne fu andato, aprii la porta e scivolammo furtivamente nella stanza di Allison. Quando mi fui richiusa la porta alle spalle, Cecily sospirò.
-Tutto bene? -le chiesi in un sussurro.
-Sì. -rispose. -Dai, prendiamo la collana.
Mi avvicinai al letto e guardai Allison: dormiva su un fianco e la collana era in bella vista. Perfetto, sarebbe stato più facile per me e Cecily.
-Hai il falso? -chiesi. Cecily prese la collana identica a quella di Allison. Apollo ne aveva fatto una copia apposta.
Mi concentrai e schioccai le dita. Poco dopo stringevo tra le mani il ciondolo della collana vera. La consegnai a Cecily e presi il falso, che misi ad Allison con un altro schiocco di dita.
-Andiamo. -dissi. Presi la mano di Cecily e in poco tempo ci ritrovammo al Campo Giove.

{Ocean}
Camminavo di fianco ad Adam... E non per mia volontà!
Kendall e James mi avevano costretto a stare davanti a loro, vicino al figlio di Apollo. Diamine, non avrei dovuto fare in modo che conoscessero Isabelle. Ma chi li avrebbe fatti tornare alla normalità ormai?
Comunque, mentre camminavo, notai che Adam cercava di evitare il contatto visivo con me. Così tentai di intavolare un discorso:
-Ehm... hai capito di chi fosse il sogno alla fine? -domandai.
"Idiota" mi dissi, "Qualcosa di più intelligente no? Tua madre sarà sull'Olimpo a capire come ha fatto ad avere un figlio come te!"
-N-Non esattamente. -fece Adam in risposta.
Rimanemmo in silenzio per qualche passo.
-Avete mai provato a scappare? -gli chiesi.
-Da Orfeo? Beh, inizialmente sì. Poi con la cosa del microchip si è complicato tutto. -mi mostrò una piccola cicatrice a forma di stella che aveva alla base del collo. -È una lunga storia.
Proprio in quel momento arrivammo alla stanza giusta.
-Siamo arrivati. Allison ha dimenticato di chiudere a chiave. -disse Adam. -Buona fortuna, ragazzi.
James e Kendall lo ringraziarono ed entrarono nella stanza. Stavo per seguirli, quando mi fermai e guardai Adam:
-Un giorno me la racconterai. -dissi.
-Cosa? -chiese.
-La storia. -risposi sorridendo. Il figlio di Apollo annuì e sorrise a sua volta. Poi entrai.

Quando vidi il corpo di mio cugino rimasi senza fiato: era disteso sul letto, pallido e rigido. Essendo Adrian un dio, non credevo che lo avrei mai visto in quelle condizioni. Non sembrava più lo stesso ragazzo che rideva e scherzava con Isabelle e me sull'Olimpo. Era come vedere un'immagine distorta di quello che era in realtà.
-Dei dell'Olimpo... -mormorò James. Non avevamo il coraggio di fare un movimento, come per paura che l'atmosfera di mistero e di silenzio presente nella stanza si potesse rovinare.
Ma non potevamo rimanere lì per sempre, così fui io a fare il primo passo: mi avvicinai lentamente al letto, guardando mio cugino. Mi sembrava impossibile che quello fosse proprio lui, eppure era così.
-D'accordo. -dissi. -Venite a darmi una mano.
James e Kendall si avvicinarono a loro volta. Mettemmo Adrian seduto e lo facemmo alzare in piedi. I due semidei si portarono le sue braccia attorno al collo per sostenerlo.
-Ok, portaci al Campo Giove. -fece Kendall. Misi una mano sulla sua spalla e una su quella di James. Chiusi gli occhi e mi concentrai.

-Apri la porta, Ocean. -mi ordinò James. Obbedii e permisi a lui e a Kendall di portare il corpo di Adrian nella stanza che Reyna e Audrey si erano offerte di preparare.
-Di immortales... -fece Isabelle appena ci vide arrivare.
-Stendiamolo qui. -disse Kendall a James, che annuì. Si avvicinarono alla chaise-longue color porpora e fecero sdraiare Adrian. Lo sistemammo in modo che, se il piano di Isabelle avesse funzionato, nostro cugino non si sarebbe alzato con il mal di schiena.
Riprendemmo fiato.
-Beh, è stato facile. -dissi.
-Dillo alle mie spalle. -fece James stirandosi. Nonostante la situazione, la battuta riuscì a farci ridere un pochino.
-Ed ora che si fa? -chiese Audrey guardando Adrian.
-Dobbiamo riunire tutti i figli di Ade e Plutone disponibili. -rispose Isabelle. -E riportarlo in vita il più presto possibile.
I semidei annuirono.
-Domani mattina penseremo a tutto. Ora però è meglio riposare. -dissi. -Sarà più facile attuare il piano a mente fresca.
Ci demmo la buonanotte, poi i semidei uscirono, diretti ai propri dormitori.
Stavo per andare anch'io, ma notai che Isabelle non si era mossa di un centimetro.
-Izzy? -la chiamai tornando da lei. -Tutto bene?
Mia cugina guardava il corpo di Adrian come se fosse stato chissà cosa. Non credeva ai propri occhi.
-Sì. -disse soltanto.
Le misi una mano sulla spalla: -Anche per me è difficile vederlo così, ma sono sicuro che ci riuscirai. Il tuo piano è fantastico. Funzionerà.
Isabelle alzò gli occhi su di me: -Lo pensi davvero?
Annuii e lei mi abbracciò.
Quando si scostò mi diede un bacio sulla guancia.
-Buonanotte. -disse.
-Notte. -le risposi, poi uscì.
Quando uscii anch'io, non mi accorsi della lacrima che rigava la guancia di Adrian, come se avesse capito di non essere più con Allison.



*angolo meh*
Aspettavo di scrivere questo capitolo da anni! 🤣 Spero di essere chiara con le spiegazioni su ciò che sto facendo succedere perché nella mia testa tutto è collegato😁.

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