Capitolo 9

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Erano stremati, mezzi congelati, terribilmente affamati. La salita sembrava interminabile, la pineta andava via via diradandosi, fino a lasciare il posto alla nuda roccia ed al ghiaccio più duro, alle tempeste più violente ed al freddo più insopportabile.

Nemmeno il cielo infuocato del tramonto riusciva a trasmettere loro un po' di calore, un minimo di speranza.

Arrancavano in silenzio, con la testa bassa, troppo lontani da casa per poter anche solo pensare di fermarsi a riposare.

La vetta pareva non giungere mai. Una volta valicata quella montagna, i Tre Lupi sarebbero svettati loro di fronte.

Chissà dove si trovava lui, a quell'ora.

Magari aveva già raggiunto la Foglia.

Magari era già troppo tardi e Konoha era già stata distrutta.

Magari Ayumi non apparteneva già più a quel mondo.

Scosse la testa, cercando di soffocare quei pensieri. Se fosse esistita anche solo una minima possibilità di farcela, avrebbe dato la sua vita, pur di afferrarla.

Il cielo era stranamente sereno, quel pomeriggio. Non una bava d'aria, il freddo penetrava silenzioso nella pelle, fino alle ossa.  Ogni cosa era perfettamente immobile, la neve ghiacciata accecava con il suo riflesso, i raggi del sole non bastavano a riscaldare l'atmosfera.

Finalmente, quando ogni speranza era stata ormai abbandonata, la salita sembrò attenuarsi, fino a spianare completamente. 

Pochi metri più avanti, incominciava la discesa.

Pareva essere un miraggio.

«Ce l'abbiamo fatta.»

Quel sentore di blocco alla bocca dello stomaco era ormai diventato parte integrante delle sue giornate.

Si perdeva spesso a fissare il vuoto, immaginando i lineamenti del suo volto, pregando di poterli rivedere ancora una volta.

Erano ormai passati tre mesi dalla scomparsa di Kakashi.

Da quell'ultimo tramonto passato a respirarsi, a perdersi l'uno negli occhi dell'altra, ad amarsi davvero, completamente, da impazzire.

La discesa sembrò durare dieci minuti. 

Che forse erano ore. 

Che forse erano giorni.

Ma cosa importava, ormai?

Dovevano trovare aiuto.

Doveva tornare a casa.

Una strana sensazione lo tormentava da tempo, come se ci fosse stato qualcosa di più ad attrarlo verso il villaggio.

Lo Sharingan non aveva recuperato abbastanza energie, le ferite gli dolevano ancora. Il sole tramontava lentamente, esplodendo di mille colori nel cielo, infuocando l'orizzonte prima che la fredda notte calasse ed inghiottisse ogni cosa nelle sue tenebre. Dinanzi a loro, tre enormi figure innevate si stagliavano maestosamente.

«Signori e signore» iniziò teatralmente l'Hatake «benvenuti nella terra dei Samurai.»

I tre continuarono a passo spedito, mossi dalla speranza di trovare un riparo, del cibo e un po' di riposo.

Ma, quando furono ormai a pochi metri dall'ingresso, Kakashi si arrestò di colpo.

«Qui c'è qualcosa che non va.» disse, serio «Nessuno ci sta intercettando. I Tre Lupi solitamente sono strettamente sorvegliati e noi siamo degli sconosciuti. Non ci lascerebbero entrare così facilmente.»

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