L'ultimo dei sopravvissuti capitolo diciannove

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GIORNO DA SOPRAVVISSUTO: 310

DATA: 05.07.2013

Non credevo che Mattia fosse tanto spregevole. Non solo ci imprigiona, ma ci tratta come se fossimo animali da zoo. Ormai, il flusso di visitatori si alterna ogni mezz'ora. Gente che ci fa le foto con vecchie macchine fotografiche a rollino e ragazzini che ci lanciano addosso le noccioline. L'unico lato positivo è che sono riuscito a leggere una data dal giornale di un tizio appoggiato alla mia cella. La data era 20.01.1.

Non capivo cosa significasse finchè il tipo non me lo ha spiegato, o è meglio dire che mi ha vomitato addosso una spiegazione con contorno di urla ed insulti. In pratica, il calendario di quì inizia dal giorno in cui Mattia ha sconfitto l'orda di zombie. Mi ha anche detto che, se proprio ero convinto di utilizzare il calendario gregoriano, allora era il 04.07.2013, ovvero ieri.

Comunque sia, adesso sò con certezza che il nostro contratto con Mattia è scaduto. Siamo al quinto giorno e nessuno ha parlato.

All'improvviso, l'intera folla si separa in due code ordinate, lasciando uno spazio in mezzo perchè ci passasse una persona. Mentre questa persona si addentra nella prigione, le altre persone escono.

Quando anche l'ultimo visitatore se ne andò, Mattia parlò.

-Allora ragazzi, avete qualcosa da dirmi o siete pronti per i test?-

Stavo per rispondergli per le rime, quando Stefano mi anticipò.

-Io ho qualcosa da dirti-

Mattia si avvicinò alla cella di Stefano, per sentire cosa volesse dirgli. Mi aspettavo che tipo estraesse di nuovo la pistola e gliela puntasse contro, invece gli aprì la cella ed entrambi si avvicinarono.

Forse intende usare Stefano come ostaggio per farmi parlare, o forse Stefano gli ha fatto credere che fossi io l'immune così da farmi uscire dalla cella e potessi attaccarlo. Ma la cosa non ha alcun senso, Mattia sa benissimo che l'immune fa parte del gruppo da prima ancora che lui se ne andasse. No, non si stavano avvicinando a me, si stavano avvicinando a...

-ELLIE!-

Il mio urlo rimbombò un paio di volte sulle pareti, producendo un eco simile agli autoparlanti che ci sono nelle salecinema.

Vidi soltanto Mattia che apriva la sua cella e Stefano che lo seguiva. Dopo di che persi i sensi.

Quando mi risvegliai ero raggomitolato in un angolo della cella. Mi guardai intorno e vidi che le sbarre della cella erano ammaccate, alcune addiritura piegate, e che le visite erano ricominciate come sempre. Le persone passavano davanti alla mia cella e osservavano incuriositi i danni che avevo provocato nel mio stato di incoscienza. Tutti stavano azzardando delle ipotesi sulla mia rabbia interiore. Alcuni dicevano che mi sono immaginato di lottare contro un mostro fatto di metallo (e dai danni che ho fatto, penso di aver vinto). Altri ancora affermavano con certezza di aver sentito ululare.

Alcuni ragazzini litigavano perchè, sentendo uno che diceva che ero diventato verde, insistevano che io fossi Hulk oppure che io fossi uno zombie sotto mentite spoglie.

È bello sapere che, nonostante l'apocalisse, la gente non ha finito di inventare puttanate.

Smetto di concentrarmi su queste cose e butto un occhio alla cella di Ellie. La porta era spalancata e la gente entrava ed usciva come se fosse una mostra d'arte. Allora non era un sogno, Ellie è stata presa d'avvero. Una tristezza immensa mi pervade da dentro, ma viene subito rimpiazzata da una rabbia indescrivibile. STEFANO! Quel lurido figlio di puttana. Come può averci tradito così? Perchè non se ne stato zitto? L'odio mi riempie completamente. La vista mi si annebbia, gli occhi mi si chiudono lentamente...

-Ragazzi! Forse si trasforma in un lupo mannaro!-

No, col cazzo! Non ho intenzione di offrire spettacolo a quegli idioti!

Faccio un respiro profondo e mi do una calmata. O per meglio dire, mi concentro per non perdere i sensi, perchè in realtà la mia rabbia sta salendo costantemente. Il mio odio verso Stefano, verso quelle persone e verso Mattia, cresce ogni secondo che passa, ma riesco a controllarlo abbastanza bene.

-Mi scusi-

Abbasso lo sguardo e vedo un bambino che mi fissa con occhi estasiati. Era alto abbastanza da arrivarmi al petto. Aveva i capelli castani e riccioli, gli occhi celesti e la carnagione olivastra.

-Che vuoi?- Dico io brutalmente, anche se il bambino rimane impassibile con il suo sorriso sbiancante.

-Tu sei Jack, vero? Sei l'amico del signor Mattia-

Sentire un ragazzino chiamare "signore" Mattia mi fece accapponare la pelle. Non riesco a credere che Mattia abbia soggiogato un'intera popolazione in così poco tempo.

Ovviamente non era più mio amico, è abbastanza chiaro, ma non volevo complicare la mente di quel ragazzino con la nostra storia.

-Sì, sono io- Risposi.

Il sorriso del bambino si allargo ancora di più, per quanto sia possibile.

-E le storie sulle vostre battaglie zombie sono vere-

-Sì- Risposi io, anche se ero più intento a cercare un modo per scappare.

-Ed è anche vero che ne avevate addomesticato uno e lo usavate per uccidere le persone che non vi piacevano?- -Ooh sì. Tutto vero-

Per quanto ci provassi, la mia calma stava svanendo. Avevo altro da fare che rispondere alle domande di un moccioso.

-Quindi è anche vera la storia di quando Scott ha mangiato un'orda di zombie in un sol boccone-

Non gli risposi. Pensare a Scott mi fece stare male.

-A proposito, dov'è Scott? Non lo mai visto da quando siete quì-

-È morto- Gli dico. Non so come lo abbia sentito lui, dato che lo volevo far sembrare un urlo ma è uscito come un sussurro.

-Oh. E come è morto?-

Fu quello l'unico momento in cui perse il suo sorriso. Aveva un'aria molto preoccupata, come se sapesse già cosa gli avrei risposto.

-È stato Mattia!-

Nel suo volto si dipinse l'orrore. Vidi per un momento il pensiero di controbattere passargli per la testa.

Forse avrei potuto sfuggire da quel posto usandolo come ostaggio.

-Beh, forse Mattia non é bravo come sembra-

Quel commento mi ha lasciato spiazzato. Nessuno di quelli che erano lì osava minimamente dubitare di Mattia.

-Come ti chiami?- Gli chiesi.

Prima che potesse rispondere, una mano lo prese per il colletto e lo tirò indietro.

-ROBERTO! COME OSI DUBITARE DEL GRANDE MATTIA?!-

Avrei dovuto aspettarmelo. Tutti lì amano Mattia. Ma quel ragazzo mi sembra abbastanza lucido da capire che c'è qualcosa che non va.

Dopo avergli tirato un paio di sberle, la donna, molto probabilmente sua madre, lo trascinò via dalla stanza.

Devo ricordarmi di quel ragazzino.

-Ehi Jack, stai bene?- Mi chiese Luna.

-Sì- Risposi in direzzione della sua voce.

-Che fine hanno fatto Ellie e Stefano?-

-Lì hanno portati via. E poi Mattia è ritornato a dirci che domani, o meglio oggi, saremmo andati all'arena-

-Fantastico! Ok, io sono Svizzero, per cui non so niente del colosseo o di Roma. Proverò a farvi scappare da qualche parte, ma poi mi dovrete guidare voi-

Luna annuì, insieme agli altri ragazzi.

Non devo perdere la calma. Abbiamo un piano, più o meno, ed una possibilità di salvare Ellie. Potevamo uscire, in un modo o nell'altro.

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