7. Juan e Igor
Godevo della mio stato contemplativo, era come se fossi entrata in una bolla insonorizzata e niente e nessuno sarebbe riuscito a distogliermi dal mio momento di quiete. Se non fosse che, proprio dietro di me, qualcuno era pronto a tendermi un agguato.
Tango Maria
Francisco Tárrega
Un leggero tocco alla spalla ma paragonabile al boato di un tuono improvviso, è stato sufficiente a farmi sobbalzare. Proprio come quando il tuo sonno viene interrotto da quegli incubi che ti lasciano tra lo smarrito e il profondamente vuoto. Sarei stata pronta a digrignare i denti, ma la visione che si nascondeva dietro di me era talmente angelica da mettermi in serie difficoltà. Era alto, con una carnagione bruna e un gran sorriso smagliante. Come ogni turista che si rispetti, portava una Canon visibilmente nuova al collo, bermuda e t-shirt bianca.
Quindi ogni tanto le fortune capitano anche a me? Nel luogo dei miei sogni con il tipo dei miei sogni? O forse c'è qualche super stangona nascosta dietro un cespuglio pronta ad umiliare la mia corporatura non esattamente filiforme?
« Ciao scusa, potresti scattarci una foto? »
Mentre osservavo incantata il suo sguardo allegro e divertito, il suo braccio era teso in direzione di un ragazzo poggiato alla ringhiera – decisamente meno bello del primo – che mi salutava entusiasta.
...appunto. Non sono fortunata.
« Ma certo! In posizione. »
« Grazie tesoro. Come ti chiami? »
« Lara, piacere. »
« Encantado. Mi chiamo Juan » – abbraccio e baci sulla guancia che generalmente concedo solo a persone fidate... ma tanto qui nessuna regola deve essere rispettata.
Mentre ci incamminavamo in direzione del fortunatissimo compagno di Juan, avvertivo una sensazione di goliardia e spensieratezza e proprio per questo stavo attenta a non inciampare o fare qualsiasi tipo di figuraccia. La mia sociopatia si traduce molto spesso nella preoccupazione di sembrare goffa e ridicola. Ecco perché prevengo ogni passo e ogni parola detta.
Dopo essermi presentata con Igor – dal viso dolce e gli occhi teneri – li incoraggiai a mettersi in posa per il mio set fotografico.
Che belli. Innamorati, leggeri e gioiosi, erano spogliati di ogni inibizione e giocavano con me e con la fotocamera, quasi fossero dei fotomodelli.
Al momento della resa della macchina fotografica, sono stata nuovamente colpita da un effetto sorpresa.
« E tu sei qui tutta sola?»
« Esattamente. Avevo bisogno di staccare un po' la spina e ho deciso di partire last minute con un biglietto sola andata per il momento, anche se credo di restare solo una settimana. »
« Noi stiamo andando a cena se vuoi. Sarebbe bello se venissi con noi! »
Che entusiasmo che hanno questi latino americani. E che entusiasmo condiviso da Igor. Dal nome si può intuire che non si tratta esattamente di un ispanico. Quanto piuttosto di un russo in fuga dal suo stereotipo. Ancora una volta, mi trovavo al mio classico bivio. Seguire la strada dell'eterna solitudine noiosa o fare qualcosa che probabilmente avrei fatto solo quella volta e mai più?
« Ma dai che carini! Però non vorrei essere invadente, sono noiosa e voi siete in luna di miele. »
« Dai guapa! » – Che detto in spagnolo da un parlante russo suona quasi un ordine!
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Euforia Contemplativa
Ficción General"Era una sera come tante altre. E come ogni sera stavo per ripetere la solita routine: ti lavi, ti strucchi, passi in rassegna le ultime foto postate su Instagram e imposti la sveglia per il giorno dopo. Quando sarai nuovamente costretta ad affronta...