|2. Un paio di occhiali tondi.|

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Lily, 15.

Con la fronte poggiata alla fredda finestra, Lily Evans ammirava la candida neve che, fioccando, si poggiava sugli alberi nel giardino della sua piccola casa e pensava al suo sorriso felice, le grida gioiose e le risate chiassose, tutte tramutate in glaciali silenzi e sguardi rabbiosi.
Come, tutto quello che avevano costruito, poteva essersi distrutto solo con una parola, come aveva fatto a rovinare ogni cosa, tutti quei ricordi, solo pronunciando una frase? Ci aveva mai veramente tenuto a lei?

Queste le domande che tormentavano la mente della giovane, mentre le ore passavano e il natale scorreva lento, troppo lento e monotono, forse a favore di non far avvicinare il ritorno ad Hogwarts, o forse solo per farle decidere che posizioni prendere; ma ciò nonostante, lei sapeva benissimo che scelta fare:
Gli aveva voluto bene come lo si vuole ad un fratello, lo aveva aiutato e difeso da sua sorella, continuamente aveva discusso con lei in suo proposito e ora... ora era tutto finito... la sua amicizia tradita, tradita da quella sola parola. Lily non voleva crederci, fin da quando le sue stesse orecchie lo sentirono, non poteva capacitarsi che Severus Piton, il bambino della collina, avesse mai potuto chiamarla in quel barbaro modo... lei non poteva accettarlo. Era un'offesa alla sua famiglia intera!

"Lily, posso entrare?"

L'ondata di rabbia, trasportata da quella raffica di pensieri e lacrime, fu interrotta bruscamente da una voce familiare, troppo familiare ultimamente.
Si sistemò sulla panca e asciugò le lacrime col maglione mormorando un 'avanti', dopodiché si alzò e guardò dritto davanti a sé, nello specchio accanto all'enorme libreria piena zeppa di libri e pergamene; la stanza non era poi così in ordine: pezzi di pergamena ovunque sul pavimento di legno, penne d'oca sparse sul letto sfatto accanto ai libri, la bacchetta sulla scrivania di ciliegio e lei, con i capelli lisci e rossi proprio come gli occhi, un maglioncino nero e una gonna a ruota del medesimo colore.

Spostò rapidamente lo sguardo alla porta di legno scuro che veniva aperta con calma, e da dietro scorse un viso sorridente, ornato da un paio di occhiali tondi che, nascondendo degli occhi ridenti, quasi ogni giorno le facevano visita in quella cameretta.
"Buongiorno, Evans." Disse entrando e, chiusosi la porta alle spalle, si incamminò verso di lei, con un pacchettino in mano; lei allungò la sua e lo prese, lo rigirò tra le dita sorridendo e guardandolo (la carta regalo era un po' malconcia, ma la fantasia a fiori molto carina).
"Grazie, James. Non avresti dovuto disturbarti..." disse timida, spostando dei capelli dal viso e alzando lo sguardo per la prima volta nei suoi occhi: l'espressione del mago cambiò, si incupì -da ridente che era- e una mano le toccò la guancia.

"Hai pianto." Convenne sicuro e lei spostò lo sguardo sul letto andando a sedervici; lui la seguì e vi si sedette accanto, preoccupato.
A Lily piaceva che lui si interessasse così, ma ce l'aveva ancora per come trattava Severus, anche se non si meritava minimamente la sua apprensione, e per quanto spavaldo ed egocentrico James Potter apparisse; doveva però ammettere che non le dispiaceva la sua presenza, mostrava un altro lato di sé in sua compagnia, che iniziava a piacerle parecchio.
Il giovane capì che l'amica non avrebbe voluto parlare del motivo per cui versava tante lacrime ogni notte, quindi le spinse di nuovo il pacchetto fra le mani, tornando a sorridere.

"Aprilo su, credo possa piacerti... in tal caso è stata tutta un'idea mia; se invece non ti piace... mia madre mi ha costretto a prenderlo." Scherzò, sperando che Lily sorridesse, e così fu.
"Sono sicura che tua madre abbia bellissimi gusti, al contrario di te." Disse sorridendo e iniziò a scartare il pacco, finché una mano del giovane non si posò sulla sua, fermandola.
"Io invece, ritengo di avere davvero ottimi gusti." La guardò dritta negli occhi, con la mano stretta sulle sue, a Lily mancò per un attimo il fiato e schiuse le labbra, in una strana espressione di meraviglia.
Si era per caso rivelato?

I loro sguardi, persi l'uno nell'altro, si interruppero immediatamente e la giovane sobbalzò, lasciando cadere il pacco e allontanandosi di più dal ragazzo.
"Oh... oh, scusatemi, davvero, non volevo interrompere." Disse Petunia, ferma impalata allo stipite della porta, ormai spalancata, con un vassoio fra le mani e tutta rossa dall'imbarazzo: d'altronde tutti in quella stanza avevano imitato il suo colorito.
"N-non preoccuparti, grazie, lascia pure sulla scrivania." Balbettò Lily e la sorella prontamente obbedì, senza guardare nessuno dei due in faccia, troppo presa dalla vergogna, ma anche lieta di avere un nuovo ed eccitante argomento di cui parlare a cena!

Lily si alzò meccanicamente dal letto e prese il pacco in cui risuonò un rumore di vetri rotti.
"Oh no... scusami James, davvero..." disse tristemente preoccupata, lasciando il pacco accanto al vassoio e finendo di aprirlo scoprendo che conteneva un profumo (rigorosamente senza guardare il ragazzo che invece, alle sue spalle, la ammirava sognante.)
Forse quella frase non era poi tanto diretta al regalo infranto, quanto alle parole di James... magari il suo cuore non era pronto ad amare, o non sapeva di farlo da più tempo di quanto potesse immaginare: la sua ragione l'aveva sempre spinta a detestarlo per Severus, ma ora che Severus non c'era, non lo trovava poi così male... se fosse colpa sua se lei non si era mai accorta di essere interessata a James? E se invece ora lo sentisse solo per uno strano capriccio, per fare un dispetto a Severus?

'Io invece, ritengo di avere davvero ottimi gusti.'

Quella frase la mise in subbuglio, la tristezza e l'angoscia dei giorni passati si erano spenti in un attimo, era bastato vedere i suoi occhi in realtà, sentire la sua presenza nella stanza per cambiare un po' le cose... ogni volta che in quella settimana James aveva bussato alla sua porta, l'angoscia era sparita, facendo posto alla contentezza; ma ogni volta che lui la salutava, tutto tornava grigio e un pizzico di tristezza in più la assaliva...

Cosa le succedeva? Quale creatura le scaldava il petto ad ogni suo sguardo?
Ma soprattutto... poteva fidarsi di questo nuovo affetto, non l'avrebbe tradita anche lui?

Quante domande senza risposta... la accompagnavano ogni sera, la aspettavano sul letto: appena la sua testa si fosse poggiata sul cuscino, loro l'avrebbero assalita... e quindi, come ogni notte, si appisolò, non prima di aver scorto una figura nera fuori dalla finestra, probabilmente un'ombra, l'ombra di Severus che, da spettatore, guardava, giorno dopo giorno, James e Lily farsi più vicini, proprio come aveva sempre temuto...

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