capitolo 5 - Guarda cosa mi fai

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Chiusi velocemente a chiave la porta di casa e mi precipitai giù per le scale del palazzo, rischiando di inciampare.
Uscita dal portone attraversai la strada e, diretta verso la fermata, salii su un taxi fermatosi lí proprio in quell'istante.
Farfugliai velocemente la via in cui ero diretta e l'autista mise in moto.
Incredibile in come sole tre settimane il rapporto tra me e Fabrizio si fosse ristabilito.
Ermal era ormai un chiodo fisso nella mia mente e mi mancava da morire.
'ma purtroppo ci sto facendo l'abitudine' constatai tra me e me.
Assorta nei miei pensieri, in men che non si dica intravidi la mia destinazione.
Il conducente del taxi accostó e dopo averlo ringrazio gentilmente, mi avviai verso l'entrata del grattacielo.
Superato l'enorme portone composto da due lastre di vetro, chiamai l'ascensore e il cuore sobbalzó nel mio petto quando questo si aprí.
Incrociai distrattamente lo sguardo di Ermal, che poggiava la schiena al fondo dell'ascensore.
Il mio istinto mi suggeriva imperterrito di andare da lui ed abbracciarlo, ma resistetti a quell'impulso.
Non mi lasciai intimidire ed entrai, dandogli le spalle.
Lui rimase immobile e sentii il suo sguardo quasi bruciare su di me.
Nonostante l'ascensore fosse arrivato alla sua destinazione, lui non mostrò alcun accenno al voler scendere.
Una volta richiuse le porte, premetti il bottone per l'ultimo piano e tirai un sospiro.

"mi manchi" sussurrai, liberandomi finalmente dal peso che mi opprimeva.

Dopo aver pronunciato queste parole sentii Ermal fare qualche passo avanti, fino a collocarsi appena dietro di me.
Lo sentii sfiorare la mia schiena con il suo petto e qualche istante dopo sentii chiaramente i suoi ricci solleticarmi il collo.
Lo stomaco mi diede la sensazione di attorcigliarsi e mettermi soqquadro tutto il corpo.
Questa sensazione si accentuó ancora di più quando sentii il suo respiro sulla mia nuca; respiri così caldi e lunghi, che mi avvolgevano.
Un brivido mi percorse il corpo,
facendomi inarcare lievemente la schiena e sentii che Ermal sorrise, per un istante.

L'ombra di un respiro || Ermal MetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora