Appena lo vidi non capii più nulla.
No, quello non poteva essere Adrian. Era impossibile.
Eppure... aveva gli occhi blu come il cielo limpido che sembravano nascondere una tempesta. Non avevo mai visto nessuno all'infuori di Adrian con quella caratteristica. Nemmeno Jason, che era un suo fratellastro.
-Noi usciamo. -disse Arden e lui ed Adam uscirono dalla mia stanza, lasciandomi sola con quello che doveva essere Adrian.
Il ragazzo mi guardò e mi sorrise, poi si accorse che lo fissavo come uno strano essere venuto dal Tartaro.
-So cosa stai provando. -disse infatti facendo un passo avanti. -Ma sono io. Adrian.
Lasciai il libro sul letto e mi alzai.
-Ma non è possibile. Adrian è morto. Io... io l'ho visto morire. -dissi cauta. Quello poteva anche essere un impostore trovato da Orfeo per farsi perdonare, no?
-Infatti ero morto. -Adrian alzò la maglietta: aveva una cicatrice nel punto in cui il soldato di Orfeo lo aveva colpito sei mesi prima. -Infilzato da una spada.
-E come puoi essere qui?
-I figli di Ade mi hanno riportato in vita. La mia anima era imprigionata nella collana che ti ho dato. -si avvicinò ancora.
Presi la collana fra le mani e la rigirai. Non l'avevo mai tolta da quando era morto. Come avrebbero fatto a prenderla?
-Quello è un falso. -disse Adrian come se avesse intuito il mio dubbio. -Isabelle e Cecily hanno preso l'originale mentre tu dormivi e ti hanno messo quella che indossi.
Mise la mano in tasca e, quando me la mostrò, stringeva il ciondolo con il simbolo di Apollo.
-Come faccio a sapere che è quella vera? -chiesi. Adrian guardò la collana: -Beh, questa si può aprire. Quella che hai tu no. E poi il disegno non è fatto bene come sull'originale.
Tolsi la collana che indossavo e la osservai: aveva ragione, il ciondolo non si poteva aprire e la lira disegnata era un po' distorta.
In quel momento mi accorsi che eravamo molto vicini e potevo sentire il profumo del ragazzo: vaniglia e pioggia. Il profumo di pioggia lo possedevano tutti i figli di Zeus o Giove che conoscevo; quello di vaniglia si poteva ottenere grazie a un sapone con quel profumo.
Mi allontanai un pochino.
-Chi mi assicura che sei proprio il mio Adrian? -chiesi.
-Puoi anche non credermi, ma ti giuro che sono io. -rispose lui avvicinandosi ancora a me. Mi prese una mano e si mise ad accarezzarne il dorso: -Sono io, Sbuffo di Nuvola. Lo stesso che ti ha salvata dalle Muse due anni fa, lo stesso che ha deciso di accompagnarti nell'impresa per riprendere la cintura di Afrodite...
Tolsi la mano dalla sua.
-Dimmi una cosa che soltanto noi due possiamo sapere allora. -dissi.
Adrian annuì: -La prima volta che ti ho detto che ti amavo eravamo in infermeria. Tu dovevi cambiarmi le bende per le ferite che mi ero procurato combattendo contro il Leone Nemeo nella foresta del Campo Mezzosangue.
Aveva ragione, ma poteva averlo saputo da Audrey e Kendall. Era possibile che avessero trovato qualcuno che recitasse la parte di Adrian e gli avessero raccontato alcune cose che poi lui avrebbe detto a me per convincermi che fosse quello vero. Ma io non ero così stupida.
Adrian rimase zitto.
-Tutto qui? -domandai.
-Sì... cioè, no! Io... ehm...
-Dimmi qualcos'altro.
-Oh, sì, certo... dunque... -iniziò a tormentarsi le mani. -Hai paura dei cani e non me lo volevi dire perché credevi che avrei riso di te.
Fu il mio turno di rimanere zitta.
-Beh, ma anche Kendall e Audrey possono saperlo. -dissi poi.
-Loro sanno praticamente tutto! Sanno che io ti ho consolata quando Leo Valdez è tornato al Campo Mezzosangue due anni fa, sanno del nostro bacio nel Labirinto ideato da Nemesi... -Adrian contò le scene sulle dita della mano che poi passò nei capelli biondi, spettinandoli più del solito.
Mi allontanai da lui, dandogli la schiena.
-Se tu fossi il vero Adrian, allora dovresti sapere qualcosa su di noi, no? -la mia voce s'incrinò. Parlare di me e Adrian come un "noi" mi faceva sentire un buco nel petto, come un vuoto.
-Ma io sono quello vero, Allison! -esclamò lui. -Devi credermi!
Chiusi gli occhi, mentre una lacrima mi rigava la guancia: -Vattene.
-Ma io...
-Vattene via. Ti prego. -lo implorai. -Grazie del tentativo, ma finché non mi dirai qualcosa che può sapere solo lui io non ti crederò. Mi dispiace.
Il ragazzo rimase in silenzio e questo fece ancora più male. Sperai che uscisse dalla mia stanza e che mi lasciasse sola al più presto.
E poi disse quelle parole...
-Sai, mi sarebbe piaciuto crescere quel bambino con te. Tu credevi che Arden e Adam gli avrebbero insegnato qualcosa di pericoloso, se fosse stato un maschietto. -fece una piccola pausa. -Mi dispiace di non esserti stato accanto quando... quando lo hai perso. Io ti ho sentita urlare, ma non potevo fare niente.
A quel punto mi voltai: Adrian era nello stesso punto in cui lo avevo lasciato, con la testa bassa e i pugni stretti lungo i fianchi.
Andai da lui, piano, finché non fui abbastanza vicina per riuscire a cercare il suo sguardo.
-Adrian? -lo chiamai. Lui alzò gli occhi blu che amavo così tanto suoi miei.
Non avevo mai detto del bambino a nessuno, oltre i gemelli. Orfeo non lo sapeva e nemmeno gli dei. Quindi come poteva quel ragazzo sapere quello che era successo?
Gli avvolsi le braccia attorno al collo e lo abbracciai, lasciandolo di sasso. Non se lo aspettava.
Sentii il suo calore familiare e il suo profumo. Mi erano mancate entrambe le cose.
-Miei dei, sei proprio tu. -singhiozzai.
Adrian mi strinse a sé ed espirò, come se un peso enorme gli fosse stato tolto dal petto.
-Ti ho mai mentito, Sbuffo di Nuvola? -disse.
Mi scostai quel poco che bastava per guardarlo in viso, che gli presi fra le mani. Lo osservai nei minimi particolari, ma ormai non avevo dubbi: era lui.
-Vorrei tanto baciarti. -mormorai quando gli sfiorai le labbra incurvate in un sorriso dolce. -Ma non posso.
-Sì che puoi. -disse lui prendendo la mia mano e baciandone le dita.
-No, sono una Cacciatrice ora.
Adrian scosse la testa: -Non lo sei. Artemide ha solo finto di accettare il tuo giuramento per proteggerti da Orfeo, ma tu non sei... -arrossì. -Ehm... diciamo che le Cacciatrici non hanno avuto un'esperienza come la tua.
Mi ci volle qualche secondo per capire cosa intendesse.
-Oh... OH. -arrossii a mia volta e finsi di togliere un pelo minuscolo dalla sua maglietta per evitare l'imbarazzo. -Beh, io... ehm...
Adrian mi alzò il mento e mi ritrovai a baciarlo. Subito la mia spina dorsale venne attraversata da una scossa elettrica e il cuore iniziò a battere forte, come succedeva sei mesi prima.
Dei, mi era mancato tanto!
Quando mi scostai, Adrian mi sorrise: -Il diadema da Cacciatrice lo terrai, vero?
Risi: -E perché vuoi che lo tenga?
-Mh così. -rispose. -Ti potrebbe tornare utile.
-Non fare battute sconce.
-Chi? Io? Ma per chi mi prendi!
Risi di nuovo e lo baciai. Non avrei mai più voluto staccarmi da quelle labbra, ma, se volevo vivere, respirare era fondamentale.
Adrian mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Adoro quando sei tu a baciarmi. -disse mordendosi il labbro.
-Me lo hai già detto. -gli feci notare.
-Quando?
-Quando eravamo al Bed&Breakfast, durante l'impresa. -gli ricordai.
-Ah sì... -poi fece spallucce. -Allora continuerò a dirtelo.
-È un modo per dirmi che vuoi i miei baci?
Fece quel suo musetto da cucciolo abbandonato: -Forse?
Scossi la testa, divertita.Poco dopo eravamo sdraiati sul letto (mi dispiace deludervi, ma avevamo i vestiti addosso). Adrian giocava con i miei capelli.
-Come avresti voluto chiamarlo? -chiese. Mi scostai e lo guardai. Dovevo aver fatto una faccia strana, perché lui aggiunse: -Il bambino.
Non seppi cosa dire, così mi rimisi nella posizione di prima.
-Sbuffo di Nuvola? -mi chiamò Adrian. -Ho detto qualcosa di sbagliato?
-No. Assolutamente no. -lo rassicurai, poi lo baciai. -È solo che non ci ho mai pensato visto che era passato solo un mese quando...
Non riuscii a terminare la frase. Adrian capì che quell'argomento era delicato. Per me era come un ferita ancora aperta e sanguinante.
-Scusa, non avrei dovuto chiederlo. -disse lui.
-Non è niente.
Poi rimanemmo in silenzio fino a quando Adam non bussò per dirci che il pranzo era pronto.*angolo meh*
Ero un po' in astinenza da scene Adrison... 😍😂
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Don't Forget Me
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO III || "[...] -Se dovesse succedere mi prometti una cosa? -le chiesi. -Cosa? Mi sistemai in modo di guardarla in viso: -Non dimenticarti di tutto questo, della nostra piccola impresa, di noi due. Di quello che stiamo c...