Appena mi alzo vado verso la camera di Edin, ma non lo trovo, così cammino velocemente verso il salotto e lo trovo addormentato sul petto di Miralem, abbracciati l'uno all'altro, Edin avvinghiato al suo corpo, le gambe sul bacino e le braccia attorno al collo di suo padre, e quest'ultimo che lo abbraccia tenendoselo stretto al petto. Sospiro mentre continuo a guardarli, pensando a quante volte ho immaginato questa scena nella mia testa, quando ancora non sapevo che se ne fosse andato, quando ancora non sapevo se ce l'avrei fatta da sola, quando lo incolpavo di tutto. Prendo un respiro e inizio a prepararmi la colazione, lanciando ogni tanto qualche occhiata verso di loro, sapendo però che non si sveglieranno mai, non alle sette e trenta di mattina.
Raccolgo delle carte dell'ufficio e le infilo in borsa, li guardo, non so se svegliare Miralem per dirgli che sto andando in ufficio o lasciargli solo un appunto da qualche parte, magari accanto alla tazza di latte e cacao di Edin, assieme al vaso con i suoi biscotti preferiti oppure accanto alla tazzina vuota per il caffè accanto alla macchinetta, mi sistemo i capelli dietro le orecchie e scrivo velocemente su un post-it giallo che sono al lavoro e finalmente esco di casa.Ti chiederà altro cacao, non cedere.
Scalda il latte per un minuto, non di più sennò non lo beve.
Dagli un bacio, anzi due. Io sono al lavoro e torno per pranzo.
Le cialde per il caffè sono nel cassetto sotto la macchinetta, se ti serve altro chiedi a Edin dove sono le cose.Mangiucchio il tappo della penna mentre fisso lo schermo del computer con l'ennesimo file aperto, sospiro sconfitta e riprendo in mano il telefono, trovandoci finalmente una notifica, ma non quella che mi aspettavo, non quella che volevo.
Maman
Cosa ci fa Miralem Pjanic a casa tua con Edin?
Merda.
Cazzo.
Merda.
Che palle.
Raccolgo velocemente le mie cose, ed un po' di pratiche e vado a casa. Ci mancava solo mia madre in tutto questo casino che è diventata la mia vita da quando ho incontrato Emina di nuovo, da quando Miralem è ricomparso nella mia vita e in quella di Edin.
Logicamente, i semafori rossi sono tutti miei, gli incompetenti alla guida pure, così al posto di metterci dieci minuti ce ne metto il doppio, ma finalmente scendo dalla macchina ed apro la porta di casa. Sperando di non trovare Edin assistere allo micio di suo padre per mano di sua nonna. Prendo un respiro ed abbasso la maglia, appoggio tutto sopra il mobile in entrata e vado in salotto.
Mia madre in piedi davanti a Miralem con le braccia incrociate al petto, e lui dall'altro lato della stanza con Edin aggrappato al collo "Ehi" il piccolo gira il viso per cercarmi ed appena mi vede allunga le braccia per finire tra le mie, gli lascio un bacio tra i capelli e prendo un respiro "Ehi? Quando pensavi di dirmelo?" Muove l'indice davanti a me e ci indica rapidamente "Le ripeto che non siamo tornati assieme, che sono qui per mio figlio" - "Ora" inizia a ridere e mi da fastidio "Mamma, smettila" - "Tu smetterla di far finta di niente! Lo sa com'è andata?" Premo le labbra una contro l'altra ed abbasso la testa "Me l'ha detto, so di aver sbagliato, ma almeno sua figlia non me lo continua a rinfacciare anche davanti a nostro figlio. So che l'ho fatta stare male e che sto continuando a farlo. Ma mio figlio ha bisogno di me e io di lui" - "E tu mamma lo sai per quanto tempo ho sperato che lui tornasse? Non per me, ma per Edin?" La vedo scuotere la testa e prendere la sua borsa, poggiata sulla poltrona nera, per poi voltarsi di spalle ed uscire da casa mia. Mi aggrappo a Edin, che mi stringe le braccia al collo e inizia a respirare contro la mia pelle "Maman, non piangere" prendo un respiro ma mi sfugge un singhiozzo, Miralem mi trascina sul divano e mi fa sedere sulle sue gambe, abbracciandoci entrambi "Calmati, Dani" mi sfiora le braccia con le sue mani e la mia pelle reagisce istantaneamente al suo tocco riempiendosi di brividi "Ha ragione ad avercela con me, lo sappiamo entrambi. Ma non può pretendere che ora io me ne vada dalla sua vita" Annuisco piano asciugandomi delle lacrime che continuano a bagnarmi le guance.Père ♥️
Cos'è successo con mamma?
È entrata in casa e ha trovato Edin con Miralem
Almeno a me potevi dirlo che era tornato
Lo so, ma è stato tutto così..
Strano?
Difficile
Vuoi che ci troviamo e parliamo? Senza tua madre?
Si per piacere
Vengo questa sera, allora
Cucino io
Troverò li anche Miralem?
Non lo so, Edin tiene in scacco entrambi 🙈
Ok
"Forse dovresti mettere Edin a letto" Guardo Mira e poi abbasso lo sguardo su Edin che sta dormendo tra le mie braccia "Dovrei ma non voglio" - "Capisco un po' la situazione" sospiro e lo guardo "Questa notte, è arrivato in salotto e si è messo tra il mio corpo e lo schienale del divano. Si è rigirato un'infinità di volte, finché non si è messo sopra di me ed ha finalmente preso sonno. Non volevo staccarmi da lui, così ho preso sonno anche io, e penso tu ci abbia trovato in quella stessa posizione questa mattina" Annuisco e respiro l'odore di Edin "Sapevo di doverlo riportare nel suo letto per farlo stare più comodo ma non ce l'ho fatta" si stringe nelle spalle e mi sorride sfiorandogli la mano con l'indice "Non so se riesco a scendere tutti i weekend per portarti Edin. Stavo pensando di chiedere a Emina di tenerlo quando io non posso venire a Torino. In modo tale che tu possa comunque vederlo e stare con lui" si siede accanto a me sul divano e guarda il soffitto "Glielo chiedo io, ma sai già la risposta, lo farà molto volentieri, così Enis avrà anche qualcuno con cui giocare" bacio la fronte di Edin "Ok" - "Danielle" alzo lo sguardo su di lui che passa la mano dal braccio di Edin fino a finire sul mio "Non ti porterò via Edin, non ne ho la minima intenzione. Voglio solo passare quanto più tempo possibile con lui"
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I commenti sono sempre ben accetti
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Guardami negli occhi, e pensa solo a noi • Miralem Pjanic
FanfictionNon è mai stata rose e fiori tra Miralem e Danielle. Lo sa bene lui che, quando ha iniziato a giocare come calciatore professionista ha lasciato Lussemburgo e anche la sua ragazza senza una spiegazione e lo sa anche Danielle che ogni mattina, da qua...