Capitolo 1

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Mi chiamo Alexander e vi racconterò di come la magia abbia cambiato la mia vita.
Magia...
Certo, altro che magia...
Per la mia età, per i miei sogni infranti, per ciò che è stato e per ciò che doveva essere non è affatto semplice da spiegare. Non è neppure divertente e vi spiego subito il perché.

Sono sempre stato un appassionato dei libri, ma c'è qualcosa di strano in me. Non sono umano. Me lo sento.
Sinceramente non so nemmeno io cosa sono.

Ho un potere sconosciuto di cui non si sa l'origine. Ogni libro che tocco è una maledizione poiché posso estrarre il suo contenuto. È una cosa strana che funziona con un semplice tocco su di una riga scritta per mantenere il segno o attraverso la scrittura.
Tutto è basato attraverso le mani e la vista. Pare che i miei occhi emettano una luce strana di colore blu che scivola attraverso le mie vene e si posiziona sulle mani.

Non so se è dovuta a causa della mia razza, anche perché non so nemmeno chi siano i miei genitori naturali. Loro mi hanno abbandonato sulle scale di un convento quando avevo appena sei mesi di vita.

Sì, ne è passato di tempo ormai visto che ho la bellezza dei miei diciannove anni.

Di certo non è facile avere a che fare con me. Sono abbastanza ribelle e anticonformista. Penso si sia notato dal mio abbigliamento caratterizzato da giubbino in pelle nere aperto sul davanti che lascia uscire questa t-shirt bianca che ho sotto, stivali borchiati neri e skinny neri attillati.

Sì, questo tipo dai capelli biondi corti e ricci, dagli occhi verde smeraldo, con labbra carnose e barbetta leggermente visibile, alto un metro e ottantacinque centimetri, fisico tonico e scolpito sono io.

Non mi ritengo un figo, anche se le ragazze hanno sempre pensato che fossi troppo bello per stare con loro.

Non ho una ragazza da tre anni, ormai. Quelle che ho conosciuto sono tutte scappate a causa del mio potere. Per fortuna non erano della mia scuola e quindi sono riuscito a gestire la cosa. Inoltre non è un potere che viene fuori improvvisamente e senza controllo. Inizialmente era così, ma poi ho imparato a saperlo gestire.

Quest'oggi è il mio ultimo giorno di scuola. Ho l'esame di maturità. Poi partirò per le vacanze e finalmente sarò libero dalle catene scolastiche. Ho sentito che esiste un'associazione chiamata intoccabili. È un tipo di organizzazione che racchiude tutte le anime speciali e pure che vogliono dare un contributo all'umanità.

Me l'ha detto un ragazzo che era stato preso di mira dai miei compagni. Mi ha detto che lui riesce a vedere ciò che non può essere visto. Mi ha parlato di questa associazione e mi ha detto che ho sempre avuto qualcuno dietro di me che mi protegge. Ha detto che anch'io sono come lui. Lo sente nel profondo.

Sinceramente non ho creduto ad una singola parola anche perché i miei amici hanno cominciato a ridere di me ed io ho riso di lui. Gli ho detto che era solo un folle e che non c'era nulla di più sbagliato. Inoltre lo pensavo e lo penso ancora oggi. Io so di non essere un qualcosa del genere, di non essere un'anima pura. Non sono umano. Ne sono sicuro, ma definirmi anima speciale è qualcosa di forte. Stamattina però è accaduta una cosa strana che mi ha lasciato senza parole.

Prendo una lettera ingiallita forse dal tempo, avente un simbolo fatto in cera di candela rossa che racchiude questo contenuto così prezioso.

Non ci credereste mai, ma mi è stata data da un gufo bianco. Me l'ha lasciata sul davanzale della finestra di camera mia ed è volato via appena mi sono avvicinato. La metto nella cartella, così che appena avrò uno spiraglio libero potrò leggerla.

Esco di casa, dirigendomi verso la mia moto, mentre la mia madre adottiva esce si casa urlando: «Alex, mi raccomando.»

«Si, mamma. Sta tranquilla.» Rassicuro, mettendomi il casco in testa e accendendo il motore.

Adoro questo dolce suono che fa mentre si riscalda, prima di partire all'azione.

Arrivo a scuola, con quello zaino pesante tra le mani e l'ansia enorme di quell'ultimo esame orale che devo dare.

L'attesa è snervante. Devo aspettare che finiscano prima il mio compagno e poi è il mio turno. Apro la borsa, guardando ancora una volta quella lettera.

Lo stemma sulla cera assomiglia alla trama dello zaino dell'insieme delle casate di Hogwarts.

Se ve lo state chiedendo, sì. Sono un fan della saga di Harry Potter e degli scritti di J. K. Rowling. Vorrei diventare uno scrittore come lei un giorno, ma per ora mi limito a scrivere su Wattpad.

Niente scrittura a penna, niente scarabocchi...

Non posso farlo, altrimenti i miei poteri emergono ed è un problema.

«Alexander Rossi?» Sento chiamare il mio cognome dal presidente d'esame.

«Si, eccomi!» Esclamo, mettendo la lettera nello zaino e alzandomi dalla sedia.

Mi metto quella cartella pesante sulle spalle e arrivo davanti alla commissione. L'ansia mi attanaglia, ma non mi lascio scoraggiare e riesco a dare il massimo comunque. Ormai è tutto finito. Non vedrò più quelle facce antipatiche dei miei insegnanti.

Ah, già. Non ve l'ho detto. Forse voi non conoscete questo posto. Non sapete dove siamo.

Sono stato adottato da una famiglia italo-americana. Mio padre è italiano, mentre mamma è di Detroit. Si sono conosciuti anni fa quando papà lavorava lì. Beh, di sicuro i soldi non mi mancano. Abbiamo due case grandi e per case intendo villette con tanto di giardino. Una è lì e una qui, in Italia, precisamente a Napoli.

Odio questo posto e già ho detto ai miei che me ne sarei tornato a Detroit.

Prendo il motorino, assaporando il sapore della libertà e del vento che mi scompiglia i capelli. Adoro questa sensazione.

Arrivo sul lungomare di Mergellina. Questo posto è meraviglioso.
Si sente la brezza marina, sento questo venticello leggero posarsi su di me. Ho tolto il giubbino, poiché fa caldo quando non si sta sulla mia ducati diavel 1260.

Prendo un respiro, rilassandomi a questo momento di pura gioia. Scendo dal mezzo, andando verso quel muretto di roccia che si affaccia sul mare. Mi siedo lì per rilassarmi e scrivere un po' con il mio computer portatile che ho in borsa, quando noto nuovamente quella lettera. Il caldo ha fatto sciogliere la cera e si è attaccata al computer.

«Ah, che disdetta!» Mi dico, cercando di toglierla. Involontariamente si strappa.

Che peccato. Mi piaceva questa busta della lettera.

Lo strappo però focalizza la mia attenzione sul contenuto. Una lettera scritta da qualcuno con un ciondolo all'interno. Sembra molto femminile. È formato da una specie di universo incastonato in un globo di resina e messo sotto ad un filo di caucciù.

Prendo la lettera e leggo quelle righe che dicono: "Se un lavoro vuoi trovare, tu anima speciale sei dei nostri. Gaiola, luogo di incontro, lì troverai un intoccabile che ti mostrerà la via e anche il nuovo lavoro."

Non mi piace. La Gaiola è praticamente situato vicino Posillipo. È una zona balneare dove molti dei miei compagni vanno a farsi il bagno, ma sinceramente a me non piace. Ho sentito molte storie su quel posto. Si dice che sia maledetto e sinceramente sono molto superstizioso. Basta pensare che ho sempre il corno del malocchio come portachiavi e faccio riti di scaramanzia ogni volta che ho un'interrogazione o cose del genere.

L'unica cosa che adesso mi chiedo è : chi ha scritto questa lettera?

La magia di AlexanderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora