-Eccoci arrivati- annuncia Joseph.
-Sei sicuro?- chiedo titubante.
-Certo- mi sorride girandosi verso di me.
Dopo aver attraversato mezza città tra cuniculi e vie strette, non incotrando assolutamente nessuno, ed aver rischiato di cadere almeno un paio di volte per il ghiaccio che si era formato a terra e ovviamente essere stata presa tutte le volte da Joseph con l' imbarazzo alle stelle, ci troviamo davanti una porticina stretta e lunga. Il freddo si è intensificato, posso vedere le nuvolette del mio fiato che escono dalla bocca e non vedo l'ora di entrare dentro a prendere calore. Mi guardo intorno, non è tanto diverso dalle altre parti in cui abbiamo camminato, a terra sotto i muri c'è la neve ghiacciata e sporca e se non sbaglio ho visto un topo girare l'angolo più avanti. Joseph avanza verso il muro di mattoni, vedo che ne sfila uno dalla parete e sotto c'è il simbolo della stella di David.
-é il posto giusto- rimette apposto il mattone e bussa cinque volte consegutive alla porta.
Aspettiamo qualche minuto prima di vedere un paio di occhi scuri sbucare da dietro una fessura in alto. Sussulto per la sorpresa.
-Joseph sei tu?- dice la voce maschile sorpresa dietro la porta.
-Esattamente vecchio Avraham aprici- sorride euforico Joseph.
Gli occhi scuri spariscono e dopo rumori di chiavi e chiavistelli copare sulla soglia un uomo robusto sulla cinquatina brizzolato, coperto da una lunga vestaglia verde, un cappotto e sciarpa.
-Amico mio!- urla l'uomo che da quanto ho capito si chiama Avraham. I due si abbracciano con calore.
-Ehy Avraham così mi stritoli- dice Joseph scherzando.
-Scusami, è da più di un anno che non so niente di te e della tua famiglia, da quella notte- dice Avraham con malinconia.
-Si lo so, ma io sono ancora vivo e non mi prenderanno tanto facilemnte, anche grazie a lei- dice Joseph indicandomi. L'uomo punta lo sguardo verso di me e mi bacia la mano guantata.
-Un vero piacere di conoscerla signorina...-
-Angela Stainer- mi presento con un sorriso.
L'uomo rimane un attimo interdetto e guarda Joseph con un sopracciglio alzato -Non è un cognome ebraico- mormora.
Joseph sospira -No, infatti è tedesca ma ti assicuro che è una ragazza fantastica e molto dolce-
L'uomo mi guarda diffidente dalla testa ai piedi e io sposto lo sguardo interrogativo su Joseph, lui alza le spalle. Mi fa paura questa situazione, più che altro è inquietante il modo in cui mi guarda. Dopo un pò lui si mette a ridere di gusto mattenedosi la pancia. Ora non capisco.
-Amici miei dovevate vedere le vostre facce, entrate non prendete altro freddo, anche se dentro il cambio di temperatura non è diverso- si sposta dalla piccola porticina per farci entrare.
-Sei sempre il solito- ridacchia Joseph.
Entriamo in una stanza piccolissima solo con un divano, un mobile e un tappetto e nell'angolo c'è della scorta di cibo.
-Penso che sei venuto qua per il nascondiglio-
-Si, c'è ancora vero?-
-Ma certo, quei bastardi tedeschi ancora non mi hanno scoperto- dice con entusiasmo -Senza offessa signorina Angela-
-Nessun offesa, mi viene il ribrezzo essere paragonata a queste persone- rispondo circoandomi la vita con le braccia.
-Immaginavo che il mio caro Joseph si fosse preso una ragazza speciale- dice facendomi l'occhiolino.
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Il profumo della libertà
Ficción históricaNella Germania nazista un ragazzo ebreo di nome Joseph, anni diciotto, cerca di soppravivere alla terribile vita che i tedeschi hanno imposto nel loro paese alla gente diversa dalla razza ariana e soprattutto agli ebrei. Una notte mentre scappa dall...