capitolo 6 - Rivelazioni dolorose

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Cercai di crogiolarmi nel momento, ma quell'atmosfera venne interrotta da un sussulto.

"Elisa..non posso" disse con un filo di voce.

Non ebbi neppure il tempo di ribattere che l'ascensore emise un suono acuto, segno che le porte stavano per aprirsi.
Lo osservai un'ultima volta, poggiato con fianco alla parete dell'ascensore e  con lo sguardo chino verso il basso.
Qualche istante dopo, non seppi nemmeno dove, trovai la forza di guardare dritta davanti a me con uno sguardo impassibile e mi diressi verso il bar.
Mi guardai un attimo attorno e scorsi un gruppo cinque o sei ragazze sedute attorno ad un tavolino.
Mi avvicinai e le osservai un attimo in disparte, tutte allegre e spensierate.
E poi c'ero io, che mi sentivo come una nuvola nera che vagava in un cielo limpido.

"ciao ragazze!" esclamai, andandomi a sedere nell'unico posto vuoto.

Mi ritrovai ad indossare la solita maschera che nascondeva i miei sentimenti, e che ormai faceva abitualmente parte di me.
Dopo qualche minuto passato a parlare del più e del meno, si avvicinó il cameriere e ordinammo da bere.
'un gran bel ragazzo' pensai tra me e me.
'e pensi sia meglio di lui?' sottolineó immediatamente la mia coscienza.
Sembró quasi che le altre ragazze mi avessero letto nel pensiero, perché appena il cameriere si allontanó iniziarono a fare apprezzamenti di ogni genere.
Io mi limitai ad annuire e sorride, ogni qual volta che domandavano il mio parere.

"Elisa? Tutto ok?" sentii domandarmi d'un tratto.

Ero apparentemente interessata ai loro discorsi, ma il mio sguardo aveva iniziato a vagare oltre, assieme ai miei pensieri.

"eh? Cosa?" chiesi perplessa.

"stai bene? ti vediamo un po' distratta" mi disse con tono comprensivo Anna.

"si si, é solo che ho un mal di testa tremendo!" la tranquillizzai.

Restai qualche altro minuto, in religioso silenzio e poi mi alzai, racimolando borsa e giacchetto.

"scusate, ma credo che andrò a casa" cercai di giustificarmi.

Dopo aver ricevuto un gesto di consenso di tutte, mi avviai verso l'ascensore.
Una volta uscita dal grattacielo svoltasi l'angolo, e quasi non andai a sbattere.
Sobbalzai dallo spavento quando mi ritrovai nuovamente Ermal davanti, con le spalle poggiate al muro ed intento a fumarsi una sigaretta - con fare un po' malinconico, a parer mio.
Si voltò a guardarmi, e giurai di aver intravisto un sorriso quando balzai indietro dallo spavento.
Osservai le sue dita, lunghe e sottili, con le quali si tolse la sigaretta di bocca e me la porse.
Una parte di me continuava a dirmi di rifiutare, non essendo molto amante del fumo, ma diedi retta alla mia parte irrazionale e sfiorai le sue sottili dita con le mie, posando sulle labbra quell'intruglio di tabacco.
Il fumo cominció ad inebriarmi la bocca e le narici, fino ad arrivare ai polmoni, e con un grande sospiro lo buttai fuori.
Sentii un retrogusto alla menta invadermi.
Quello, pensai, era l'inconfondibile odore di Ermal; ed in men che non si dica mi ritrovai a pensare alla sua bocca, avvolta probabilmente dall'insolito miscuglio di menta e tabacco.
Gli porsi la sigaretta, e lui non esitó a portarla alle labbra.
Un'altra nuvola di fumo si interpose tra noi, e quando svanì presi a fissarlo dritto negli occhi.
Fissandolo, il mio impulso aveva un solo ed unico scopo, così decisi di girare i tacchi ed andarmene - prima di poter dare il sopravvento a quest'ultimo.
Ma ecco che Ermal mi afferró delicatamente il polso e mi fece voltare.

"so di averti fatto del male, e mi dispiace, ma ormai tanto vale che tu sappia come stanno le cose "affermó.
Gli feci cenno di andare avanti.

"Io e Silvia abbiamo deciso di trasferirci a Milano" disse tutto d'un fiato.

"spero siate felici" dissi semplicemente, con una punta di sarcasmo all'interno di quello che speravo apparisse un freddo.

Mi voltai - decisa ad andarmene - quando sentii la voce di Ermal.

"ti voglio bene El" sussurró, con una voce ricolma di dolcezza e sincerità

Sorrisi - nonostante tutto- in maniera del tutto spontanea.
Mi avviai a piedi verso casa e lungo il tragitto pensai subito a Fabrizio.



Ehilà..tranquilli non sono sparita, è solo che in questi giorni non mi sto molto dedicando alla scrittura!
Spero che questo capitolo, un po' più lungo del solito per farmi perdonare, vi piaccia!

L'ombra di un respiro || Ermal MetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora