Capitolo V:Ignoto

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"Da quanto tempo sto camminando?"

La lunga distesa di sabbia sembra non terminare mai e ormai mi circonda completamente.

Le nuvole scure nel cielo scompaiono mostrandomi un meraviglioso spettacolo...

"Che belle..."...sembra un tappeto di stelle e costellazioni, uno spettacolo per gli occhi.

I piedi mi fanno malissimo e non ho la minima idea di dove mi trovo; ora sulla sabbia ci sono delle pietre e man mano che continuo a camminare vedo delle rocce spesse e alte...

"Che cosa..."

all'improvviso sento un rumore fortissimo provenire dal cielo..."oh no"

alzo gli occhi e in lontananza vedo un elicottero con dei fari puntanti verso terra.

Il mio respiro accelera e inizio a correre terrorizzata all'idea di essere catturata

'corri...corri' 'più veloce!'...questo mi ripeto in continuo, fino a quando, noto una...botola?

'Mi hanno quasi raggiunto, non ho tempo di esitare!'
La botola si apre facilmente e io, ignara di quanto sia profonda mi butto.

Cado sul terreno producendo un tonfo assordante, sento un colore lancinante al polpaccio destra e quando finalmente riesco ad alzare la testa vedo che ho la gamba sanguinante con un ceppo di legno infilzato nella carne.

Urlo dal dolore per svariati attimi... cerco di mettermi seduta 'devo toglierlo' ma solo all'idea il mio cuore perde un battito.

Sfioro il legno e soffoco l'ennesimo urlo coprendomi la bocca con una mano. Il mio respiro accelera e il sangue sembra non smettere di uscire.

'E ora che faccio? Come...come lo tolgo?' Inizio a piangere e con entrambe le mani stringo il ceppo infilzato.

Respiro avidamente desiderosa di ossigeno e appena tento di tirarlo una scossa dolorosa raggiunge il mio cervello facendomi strizzare gli occhi e digrignare i denti.

Il suono dei miei respiri crea un'eco angosciante nella caverna...prendo coraggio...stringo...tiro...!

Io:"AHHHH PORCA....

... in mano ho il pezzo di legno, tutto insanguinato e, quando guardo la mia gamba noto il liquido cremisi uscire più repidamente di prima.

'Come lo fermo ora?! Forza Giulia pensa!'

Ricordo che nei film strappano un lembo della maglietta e lo annodano per fermate l'emorragia.

Strappo con le mani e i denti un lembo sporco del mio pigiama e lo annodo al polpaccio provocando l'ennesimo urlo da parte mia.

Il mio corpo cede e mi ritrovo sdraiata a terra con il respiro affannoso...

Io:"devo uscire da qui...ma come?"

...mi avvicino alla parete strisciando, aiutandomi con le braccia e reggendomi al muro mi alzo in piedi.

Cerco di non appoggiare la gamba e da sola...al buio e ferita. Tento di trovare un'uscita.

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