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III

Firris intanto si era infilato dentro il cassetto rimasto aperto. Con il becco spostava gli oggetti poco interessanti alla ricerca di qualcos'altro di utile. «Nis,» disse dopo un po'. «Guarda un po' qui.» Volò fuori per permettere alla Dominatrice di afferrare il fascicolo di fogli che aveva trovato.

«Proprietà di Shirin Amansus,» lesse ad alta voce. Non era a conoscenza del cognome di Shirin, tuttavia sapeva dell'abilità particolare che le permetteva di attirare i Vor a sé e, collegando la presenza del suo nome in quei fogli e gli studi del professor Kreyen, dubitò potesse trattarsi di qualcun altro.

Sfogliò le pagine.

«Che dice?» volle sapere Firris, intento a beccarsi le zampette sulla scrivania.

«Ci sono i dati di Shirin. Età, colore degli occhi, abitudini, ogni cosa che la riguarda.» Continuò a leggere, dando solo un'occhiata veloce a tutte le informazioni che la identificavano e che le confermarono si trattasse della stessa Shirin, per concentrarsi su ciò che era scritto dopo. Poggiò il plico di fogli sulla scrivania, e Firris si avvicinò e sporse la testa.

«Perché?» chiese il Vor.

Aranis non gli rispose subito, immersa com'era a raccogliere tutti quei dati. «È pieno di teorie.» Teorie a cui il professor Kreyen aveva attribuito anche un nome. Quella che più le saltò all'occhio era la teoria dei Divini, secondo la quale il sangue delle sei divinità, o di una sola di loro, scorresse nelle vene di Shirin. Questo avrebbe spiegato una probabile capacità di creare Unioni senza stabilire alcun Legame, in qualche modo, ma non specificava perché fosse capace di attirare i Vor a sé.

Un'altra teoria ipotizzava un qualche collegamento con il luogo in cui era nata, di cui il professore ancora non era a conoscenza. Un'altra ancora prendeva in considerazione quell'abilità come un qualcosa di ereditario, forse da qualche bisnonno o trisavolo.

Aranis girò pagina dopo pagina, assorta nella lettura.

Trovò la descrizione dettagliata di un esperimento, e non tralasciò nemmeno una parola di quella relazione.

Esperimento 1

Sono andato a far visita alla buona Lairal. Dopo due giorni di riflessione, ha deciso di accettare la mia offerta, sebbene debba ammettere che, per un attimo, vedendo l'angoscia sul suo volto, ho pensato di tagliarla fuori dall'accordo e arrangiarmi da me. Nonostante abbia fatto di tutto per nasconderlo, era fin troppo palese il disagio che la cosa le suscita: tremava, balbettava e teneva la schiena curva, tutte cose che mai mi sarei aspettato dalla donna forte e sicura che ho conosciuto qualche giorno fa.

Purtroppo però ho bisogno del suo aiuto per trovare la soluzione a questo enigma, perciò in fondo sono stato felice della sua decisione, per quanto sofferta possa esser stata. Le ho dato il primo pagamento per ottenere una fialetta del suo stesso sangue, in quanto parente, e una per quello di Shirin Amansus.

Non ho idea di come abbia fatto a ottenerlo, ma il giorno dopo Lairal si è presentata nel mio studio con entrambe le fialette piene fra le mani.

Ho rimandato la mia lezione per condurre subito il primo esperimento. Mi sarebbe piaciuto potermi recare in giardino, però a quell'ora è fin troppo trafficato e ho preferito evitare di attirare attenzioni. Così sono rimasto nel mio ufficio, mi sono limitato ad aprire le ante della finestra per permettere a qualche creaturina di entrare.

Ho lasciato cadere il sangue di Shirin su un vetrino (non più di due gocce) e l'ho messo sul davanzale a prendere il sole. L'odore è quello ferroso tipico del sangue, e ci ha messo un po' a espandersi.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora