13. Let Me Kiss You

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LUKE

«Oh ma porca di quella...»
«Eh amico mio,dentro è qualcosa di spettacolare e spaventoso»
«Tu e la tua fobia per gli spazi grandi» mi lanciò il casco addosso. Scossi la testa,scendendo dalla moto. Dopo il messaggio di Crystal,sospirai di sollievo sapendo che avremo passato una serata tranquilla ma tra amici. Era un ottimo modo per staccare dal totale casino e inferno che stavamo passando a scuola.
Quel maledetto preside Fernandez trovava sempre un modo per interrompere le lezioni interessanti o troncare una cavolo di verifica. Non lo sopportavo già.
Mi suonò il telefono.

Suona tranquillamente al citofono,non c'è nessuno a casa se non Pierre e il resto della servitù.

Tardiamo un po'. Sono con Crys,Julian,Gabriel e Fred.

Ho litigato con Kayla. È una grandissima cogliona.

Mi dispiace che non siamo potuti rimanere al Blues,ma non sarei riuscita a sopportare gli occhi della gente, dopo la sceneggiata che abbiamo fatto.

Lessi i messaggi di Lena. Litigata tra ragazze in un locale pieno di gente. Preferisco mille volte la serata tranquilla che stava per svolgersi. Risposi dopo un minuto.

Tranquilla,mi va bene lo stesso. Appena torni mi dirai cos'è successo, sempre se lo vorrai.

Inviai il messaggio,misi in tasca il telefono e salii di nuovo sulla moto.
«Entriamo» misi a moto,una volta che Michael ebbe suonato e fosse salito dietro di me.
Dopo due secondi, l'enorme cancello si aprì. Dei faretti illuminarono il viale che portava all'enorme villa di fronte a noi.
Entrando dal cancello principale, notaii particolari che dalla parte posteriore non si vedevano.
Un gazebo in legno predominava la parte sinistra del giardino,attrezzato di divanetti e un tavolino. Dall'altra parte pareva esserci un orto,in pieno raccolto anche. Qui non mancava proprio nulla,se avessi scoperto anche una sala cinema mi sarei trasferito solo per quello. E per Lena anche. Ammutolii la voce interiore dentro la mia testa. Quella bastarda parlava quando non doveva.
L'immenso giardino era basato su piante,una diversa dall'altra e ben curate. C'erano persino alberi di limoni,fichi e piante grasse. Enormi siepi invadevano la maggior parte della natura attorno,insieme ad altre piante a me sconosciute. Ogni parte di questa stupenda foresta,era illuminata da una luce artificiale colorata,che rendeva tutto così magico e rilassante.
«Questo posto è fantastico...» una volta che parcheggiammo definitivamente la moto, suonammo il campanello di casa Sosa.

Dopo pochi minuti, Pierre venne ad aprirci la porta. L'entrata odorava di lavanda,forse avevano appena finito di pulire.
«Maître Luke,che piacere rivederla» fece un piccolo inchino di accoglienza. Chiuse la porta dietro di noi a chiave.
«Pierre...puoi anche darmi del tu,non sono il tuo capo» lo seguimmo per la via. Il corridoio principale, dove c'erano vari dipinti,sbalordì Michael il quale rimase zitto per tutto il tragitto. Si era totalmente imbambolato.
«Mi scusi,ma il mio lavoro consiste nell'essere educato anche negli estranei,con tutto il rispetto verso di lei,maître Luke. Se non lo facessi, Madame Mary me ne farebbe una colpa» aprì una porta,e inizió a scendere degli scalini una volta accesa la luce. Io e Michael lo seguimmo senza dir nulla.
«Sai Pierre,mi ricordi Alfred di Batman» ora me lo immagino al fianco Bruce Weyne,che lottano contro il male.
«Oh beh,di certo non aiuto Mademoiselle Lena a sconfiggere i cattivi della città...»
«Oh...Michael Clifford,piacere» Alfred,cioè Pierre, fece un cenno di assenso. Dopo svariati scalini,finalmente arrivammo nella sala. Sembrava un appartamento messo nella casa. Era straordinariamente grande: una tv enorme era appesa dall'altra parte della stanza, sotto essa c'era una cassettiera simile a quella che Lena aveva sotto la sua tv. Scommetto che anche qui c'erano un sacco di giochi per console.
Tre divanetti e una poltroncina in pelle nera erano disposti intorno un tavolino basso in legno. Al lato destro della stanza, dei tavoli occupavano lo spazio; sopra di essi dei vassoi coperti, la nostra cena molto probabilmente.
Entrando sempre di più nella stanza, mi accorsi che nell'angolo c'era un bancone bar. Stava andando di bene in meglio questa faccenda.
La parete sinistra era dominata da un'immensa libreria,ci sarebbero stati almeno un centinaio di libri e fumetti. Meglio di una biblioteca.
«Il bagno è in fondo a destra,dietro quella porta» spiegò Pierre. La porta era decorata con strani ghirigori e dava l'aria di essere roba firmata. Quale mentecatto non metterebbe una cosa banale non firmata? Io,ecco chi.
«Grazie mille Alfred»
«Sono Pierre,non Alfred»
«Alfred mi piace di più» ribatté Michael. Scossi la testa divertito,e andai a sedermi su un divano. Inutile dirvi che sembrava di essere su una nuvola.

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