Capitolo 24 ~ Allison

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Ero seduta al tavolo della cucina. Adrian era appena salito a fare il bagno e perciò ero sola con mia madre. Stava di fronte a me e mi guardava con il suo solito sguardo indagatore di quando sapeva che stavo nascondendo qualcosa.
-Ally. Va tutto bene? -domandò.
-Sì. Sono solo stanca.
Lei sospirò: -Allison. Dimmi la verità. C'è qualcosa che non mi vuoi dire?
-No. -dissi. -Non c'è nulla, mamma. Davvero.
Mia madre mi guardò, poi sospirò e chiese: -Cosa farete adesso?
-Non lo so. Credo che andremo a parlare con i ragazzi del Campo Mezzosangue e del Campo Giove sui piani di Orfeo. -risposi. -Non lo abbiamo ancora deciso.
Lei annuì, poi si alzò: -Vado a controllare Adrianne.
Annuii, ma, prima che potesse uscire dalla stanza, le chiesi: -Perché Aaron Gray era qui?
Mia madre si fermò e mi guardò. Gli occhi le brillavano.
-Ti piace tanto? -domandai capendo all'istante.
-Beh, è un bell'uomo, è simpatico e intelligente. -iniziò ad elencare lei. -E poi entrambi sappiamo dell'esistenza degli dei...
-Mamma. -la interruppi. -A me sta bene.
-Davvero? -fece lei. Le sorrisi e, dopo avermi ricambiata, mia madre uscì dalla cucina per salire al piano di sopra.

Uscii dalla doccia e mi avvolsi nel mio accappatoio morbido per asciugarmi. Avevo usato il secondo bagno della casa e così ora ero lì, con i capelli bagnati e un profumo di lavanda addosso. Che bella sensazione sentirsi puliti!
Aprii la porta e salii in camera a prendere il pigiama. Dopo tutti quei mesi la mia stanza sembrava un luogo sconosciuto: il letto con il piumone decorato da un enorme cuore rosso, la mia amata libreria, la scrivania sotto le mensole riempite di statuine di fatine e di dvd, l'armadio, i peluche e i poster. Era tutto come quando ero partita per il Campo Mezzosangue all'inizio dell'estate.
Quando uscii per tornare al piano di sotto, mi accorsi che Adrian era ancora a fare un bagno lì di sopra. Guardai verso la porta della stanza di mia madre, che era andata a dormire, poi mi diressi verso il bagno e bussai.
-Sì? -chiese la voce di Adrian dall'interno.
-Sono Allison. -dissi.
-Entra pure.
Arrossii fino alla punta dei capelli, ma entrai comunque: Adrian era nella vasca, con i capelli bagnati e un sorriso che gli incurvava le labbra. Per fortuna c'era abbastanza schiuma perché lui mi fece segno di avvicinarmi.
Lasciai i miei vestiti sul lavandino e mi avvicinai.
-Tutto bene? -mi chiese Adrian quando mi sedetti accanto alla vasca.
-Sì. -risposi. -Ho usato il bagno al piano di sotto. Iniziavo ad essere stanca di aspettarti.
-Tu pensi che per essere così perfetto io ci metta due minuti a fare il bagno? -fece lui con fare vanesio.
Risi e lui si appoggiò al bordo della vasca, mettendo il mento sopra le braccia.
-Mi piaci con i capelli bagnati. -disse toccando le mie ciocche sfumate verso il biondo.
-Tu sembri un cucciolo di koala bagnato. -scherzai tirandogli un buffetto sulla guancia.
Adrian mise il suo classico broncio offeso, così decisi di farmi perdonare e lo baciai sulle labbra.
-Ti va di entrare con me? -domandò poi.
Diventai perfino più rossa di prima: -Co-Cosa?! -esclamai con voce strozzata.
-Entra nella vasca con me. -ripeté. -Giuro che non voglio fare niente.
-I-Io... -balbettai.
-Ti ricordo che ti ho già vista nuda. E tu hai visto me. -fece lui.
Mi schiarii la voce: -P-Però chiudi gli occhi mentre entro.
-Lo giuro sullo Stige. -alzò le mani, che poi si mise sugli occhi.
-Non sbirciare.
-Non sbircio.
Non so dove trovai il coraggio, ma mi alzai e tolsi l'accappatoio e le ciabatte. Mi affrettai ad entrare nella vasca da bagno e mi sedetti di fronte ad Adrian che, come promesso, aveva ancora gli occhi chiusi.
L'acqua era ancora calda e la schiuma abbondante. Copriva a sufficienza.
-Fatto. -dissi stringendo le gambe al petto.
-Sei presentabile? -fece Adrian.
Ridacchiai e così lui tolse le mani dagli occhi.
-Beh, ci voleva tanto? -chiese.
-Non è così facile per me. -protestai divertita. -Tu hai quattro secoli di esperienza alle spalle.
-Touché. -Adrian scrollò le spalle. -Anche se con la tua tris nonna non ho fatto nulla di...
-Aspetta. Tu stavi con la mia tris nonna? -domandai stupita. Adrian arrossì un pochino: -Che c'è di male? Ho quattrocento anni!
-Miei dei, che schifo! -esclamai rabbrividendo.
-Ma per chi mi prendi? Sono stato con lei prima che si sposasse con il tuo tris nonno, mica quando aveva ottant'anni!
A quel punto scoppiai a ridere. Quando Adrian assumeva quel tono era impossibile rimanere seri.
Lui fece un sorriso furbo e si avvicinò a me. Sentii la sua mano percorrere la gamba che avevo disteso e rabbrividii di nuovo.
-Anche se preferisco te. -disse per poi baciarmi. Quello però fu un bacio che mi fece girare la testa. Solo una volta mi ero sentita così, ossia quando eravamo diventati una cosa sola, sei mesi prima.
Quando si scostò, Adrian strofinò il naso contro il mio, dolce.
-Mi sei mancata. -sussurrò.
-Anche tu. Tanto. -risposi.
Poco dopo uscimmo dalla vasca e indossammo gli accappatoi. Adrian si asciugò i capelli con il cappuccio e fece lo stesso con i miei.
Ero così stanca che lo lasciai fare, poi mi appoggiai a lui, seppellendo il viso nell'accappatoio morbido.
-Sei morbidoso. -dissi con la voce soffocata dalla stoffa.
Adrian rise e mi strinse a sé.
Quando mi lasciò andare, tolsi il cappuccio dell'accappatoio e presi la spazzola.
-Perché hai tagliato i capelli? -chiese Adrian. -Non ti l'ho mai sentito dire il motivo. Perciò non lo so.
-Beh... -balbettai imbarazzata. -Io... so quanto ti piacessero, ma non eri più con me. Cioè, era quello che credevo. Ogni volta che mi guardavo allo specchio pensavo a te e al fatto che non c'eri più. Per questo li ho tagliati.
Abbassai lo sguardo per evitare che Adrian vedesse i miei occhi lucidi, ma lui mi alzò il viso.
-Io non mi sono messo con te solo per i tuoi capelli. -disse dolcemente.
Gli sorrisi.

Quando misi il pigiama era ormai l'una di notte. Avevo asciugato i capelli e in quel momento ero davanti allo specchio del bagno. Lavai i denti e poi andai nella mia stanza.
Stavo per mettermi a letto quando decisi di andare da Adrian. Lui era nella stanza degli ospiti, tutto solo. Non riuscivo a stare lontana da lui ancora. Eravamo stati separati troppo a lungo.
Misi le ciabatte e uscii dalla mia stanza, per poi andare verso quella degli ospiti.
La porta era socchiusa, così entrai. Adrian era ancora sveglio e se ne stava sdraiato a letto, osservando il soffitto sopra di sé. Probabilmente stava pensando a qualcosa.
-Adrian? -lo chiamai restando sulla porta. Lui alzò la testa dal cuscino e mi sorrise.
-Sbuffo di Nuvola, che ci fai qui?
-Posso dormire con te? -domandai titubante. Il figlio di Zeus annuì e così mi sdraiai accanto a lui. Mi coprii con le lenzuola e mi accoccolai al suo petto.
Adrian mi circondò con un braccio e mi diede un bacio sulla testa. Non parlammo per un po', così mi godetti il suo calore e il suo profumo. Era bellissimo poterlo sentire di nuovo.
-Come sta tua madre? -mi chiese Adrian.
-Bene. Credo che lei e Aaron siano felici. Non l'ho mai vista con quello sguardo. -risposi. -Forse solo quando mio padre era qui, l'anno scorso.
-Quindi se tra di loro funzionerà, tu, Arden e Adam sarete fratelli.
-Beh, sì. Abbiamo anche lo stesso genitore divino. -sospirai. -Mia madre sa che sto nascondendo qualcosa. Lei lo capisce sempre.
Adrian cambiò posizione e si sdraiò sul fianco, così da potermi guardare in viso.
-Quando sarai pronta glielo diremo. -mi rassicurò. -Per ora credo che sia meglio concentrarci sulla prossima mossa da fare. Tu che ne dici?
Annuii: -Dobbiamo avvertire gli dei.
-E i ragazzi dei Campi.
Mi morsi il labbro.
-Ehi. Ne abbiamo già parlato. -disse Adrian. -Non ti odiano.
Mi diede un bacio sulla fronte.
-Te lo dimostrerò, ok? Domani andiamo al Campo Giove. -continuò.
Sospirai e annuii. Rimanemmo in silenzio per un po', poi dissi: -Alexander.
-Come? -fece Adrian dubbioso.
-Se fosse stato maschio, l'avrei chiamato Alexander. -spiegai. -Ti piace?
Il figlio di Zeus sorrise: -È carino.
-E se fosse stata femmina? -domandai. -Che nome avrei dovuto darle?
Adrian ci pensò un attimo, poi disse: -Abigayle.
-Ci avevo pensato anch'io! -esclamai ridendo.
-Ti ricordi quel sogno che ti ho raccontato due anni fa? Quello dove stavamo addobbando un albero di Natale? -annuii e lui continuò: -La bambina si chiamava Abigayle.
-Sì, me lo ricordo.
-Avrebbe il tuo cognome.
-Già. -lo baciai. -Anche tu, no?
-È una proposta di matrimonio?
Arrossii e mi tornò in mente il sogno che avevo fatto quando ero svenuta durante l'impresa: il mio matrimonio con Adrian. Mi era sembrato così reale che per un attimo avevo creduto che fosse successo davvero. Ora ero lì, con Adrian, a parlare proprio di questo.
Mi voltai dall'altra parte e Adrian mi abbracciò da dietro.
Non so quando chiusi gli occhi, ma poco dopo dormivamo entrambi.





*angolo meh*
Un po' di Adrison non guasta mai🤩
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti e, soprattutto, tenetevi pronti ai prossimi capitoli. Pioverà sangue (cit).

Ok, no. Tranquilli. Andrà tutto bene...

Forse😈

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