CAPITOLO 8

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Una leggera brezza mi accarezzava il viso, davanti a me il tramonto e il profumo degli alberi di ciliegio. Tutto attorno a me era silenzioso. Mi stesi sull'erba e guardai il cielo: delle rondini volavano tra le nuvole e quasi provai invidia nei confronti della loro libertà.

Chiusi gli occhi e mi sembrò di essere tra loro, sorridente e leggera.

Potevo scorgere il mondo dall'alto e di lì le mie preoccupazioni sembravano talmente tanto insulse.

Chiusi gli occhi per godermi la sensazione di leggerezza.

Tutto a un tratto una voce.

Mamma?

Ashley?

<Svegliati dormigliona!>

Un cuscino mi finì sulla faccia. Mi sollevai rapidamente e tirai un urlo.

<Dai M! Devi raccontarmi tutto!>

Mi voltai e Car era lì, che mi fissava con gli occhi sgranati. Sbuffai.

<Hai gli occhi da pazza!>, risposi ributtandomi sul cuscino e coprendomi il viso con le mani.

<Dai! Tirati su!> disse Car afferrandomi per un braccio.

Decisi di alzarmi perché sapevo che non avrei avuto nessuna possibilità di rimettermi a dormire. Sbuffai di nuovo.

<Non potevi aspettare l'ora di pranzo per sentire la storia?> affermai con aria scocciata.

Car corrugò la fronte facendomi capire che la risposta era un no.

<Bene, cominciamo...> dissi alzandomi dal letto.

Le raccontai la serata nei minimi dettagli, assicurandomi di includere anche pensieri e sensazioni.

Nel frattempo avevo finito di vestirmi e avevamo deciso di passare la mattinata in barca.

<Perciò...ormai...> cominciò Car scrutando il mio sguardo per capire se continuare la frase o meno <Kyle...>

<È finita> la interruppi <...almeno credo...spero> la guardai preoccupata.
<Ascolta, godiamoci la giornata e viviamo il momento, ti va?> conclusi sorridendole.

<Così ti voglio!> disse Car afferrandomi per il braccio e trascinandomi via.

La mattinata fu una delle più belle della mia vita. Passammo la maggior parte del tempo ridendo delle stupidaggini che avevamo fatto insieme in quegli anni e della nostra inesistente capacità di remare in maniera corretta.

Giunta l'ora di pranzo decidemmo di prendere un panino nel solito bar. All'inizio avevo cercato di convincere Car a cambiare posto ma alla fine avevo deciso di smettere di vergognarmi e rivedere Austin.

Dopo l'esperienza con Kyle avevo paura di illudermi e ritrovarmi nuovamente con il cuore spezzato. E se anche Austin mi avesse preso in giro? E se avesse cambiato idea?

Man mano che mi avvicinavo al bar l'ansia cresceva e il cuore minacciava di uscirmi dalla bocca.

Car aprì la porta del locale e la mantenne per farmi passare. Feci un sorriso tirato per ringraziarla ed entrai.

Inspirai profondamente e alzai lo sguardo trattenendo il respiro.

Mi guardai intorno, pronta ad incontrare degli occhi verdi.

Austin non c'era.

Espirai.

Cercai un tavolo e aspettai che Car di sedesse di fronte a me. Afferrai il menu e iniziai a leggerlo senza realmente prestare attenzione alle scritte. Sentivo la voce di Carolyn in sottofondo ma non riuscivo a focalizzarmi su quello che diceva. Non riuscivo a smettere di pensare ad Austin.

Insomma, sapevo che probabilmente quello era il suo giorno libero ma i pensieri di prima che avevo messo a tacere erano tornati a galla più rumorosi e insistenti di prima.

Non sapevo se sarei riuscita a dimenticare Kyle. Certo, di sicuro prima o poi lo avrei fatto, non avrei potuto passare tutta la mia vita a pensare a lui ma quando sarebbe successo? Sarebbe stato Austin a farmelo dimenticare? Sarei mai stata in grado di innamorarmi di Austin?

Nah, eravamo solo amici.

Sentii una voce provenire dalla mia destra, sollevai lo sguardo e subito rilassai il volto.

<Che posso portarvi?>, chiese Austin sorridendomi.

Ah, quel sorriso.

<Un toast al prosciutto e una bottiglia d'acqua> risposi senza distogliere lo sguardo da quei bellissimi occhi verdi.

<Lo stesso per me> aggiunse Car facendomi ritornare nel mondo reale.

Girai lo sguardo verso di lei e la vidi ammiccare.

Maledissi Carolyn mentalmente.

Fortunatamente Austin non se ne rese conto perché intento a scrivere la comanda.

<Arriva subito!> concluse chiudendo il taccuino e sorridendoci.

Mentre mangiavo il toast non potei fare a meno di scambiare qualche occhiata con Austin che si era fermato dietro il bancone.

<...e quindi ho deciso di trasferirmi e non tornare più.>

Sentii una voce che interrompeva quel momento. Era Car che mi parlava da ormai dieci minuti e si aspettava una risposta da parte mia. Dovevo far finta di aver ascoltato tutto anche se non era vero.

Feci sparire il sorriso dal mio volto e mi girai verso di lei annuendo.

<Sono d'accordo> dissi.

<Ok> sbuffò alzando gli occhi al cielo <ti perdono solo perché è carino e devi distrarti.>

<Scusami!> ammisi alla fine.

Continuammo a parlare e feci attenzione a non girarmi più del dovuto per evitare di distrarmi ancora.

Ci avvicinammo alla cassa, salutammo Rachel e pagammo.

Mentre andavamo via aprii la borsa per conservare il portafogli e ne approfittai per lanciare un ultimo sguardo a Austin che non esitò a ricambiare.

All'improvviso mi scontrai con qualcuno e sentii una sensazione di freddo invadermi il petto.

Mi girai di scatto.

Kyle.

La mia maglietta.

Il tè.

Di nuovo ma con la persona sbagliata.

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