Capitolo decimo: Possessioni demoniache

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Allarme.

Come al solito a Torino c'era un "emergenza demone" e noi Lightfighter dovevamo scendere in gioco. Dato che l'instituto era vuoto ~tutti gli adulti erano in un'assemblea~, andammo io, James, Max ed Elle.

Non eravamo potuti andare all'assemblea perché io non avevo ancora compiuto i diciotto anni, li avrei compiuti il 29 novembre. James avrebbe compiuto gli anni da lì a due settimane, il 13 ottobre. Invece Max compieva i diciotto anni a gennaio. Elle era più piccola e aveva compiuto i suoi diciassette anni da non molto.

Era la mia prima missione.

Dopo un anno e tre mesi di allenamento era arrivata la mia ora e non stavo nella pelle.
Era il momento, il mio momento.
Finalmente scendevo in campo.

L'emergenza proveniva da una casa abbandonata ai margini della città.
Probabilmente una setta aveva provato a evocare qualche demone minore e c'era riuscita.

Quando arrivammo sul posto trovammo un centinaio dei demoni minori come i culachi e gli scox.

In questi mesi avevo appreso come riconoscere i vari demoni, i loro nomi, i loro veleni.
Questi due tipi erano piuttosto innocui, si potevano far fuori facilmente.

La casa era piuttosto antica e lo si notava dalle facciate. Sembrava in stile gotico, cosa strana dato che la città di Torino era barocca.

Era un edificio formato da più piani e i demoni erano tutti concentrati al piano terra e al primo piano. L'edile aveva le pareti luride, ragnatele ovunque, vetrate spaccate e con grandi vetri a terra, parti di soffitti crollati.

"Che schifo", pensai.

L'ingresso era caratterizzato da una porta in legno, presente solo per metà. Qualcuno doveva averla rotta tempo prima.

C'erano tre scalini e poi una grande stanza di circa il dieci metri per venti con qualche porta sui lati. In centro alla sala c'era una grande scalinata che portava al piano di sopra.

I demoni spuntarono fuori da dietro la scala e con non troppa difficoltà  riuscimmo a farne fuori la maggior parte.

Prima di finire l'opera, decidemmo di dividerci: James ed io andammo ai piani superiori a controllare se ci fossero altri demoni e Max ed Elle finivano di uccidere quelli del piano terra, che ormai erano ben pochi.

James ed io salimmo le scale e trovammo un' altra decina di demoni minori e non fu per niente difficile farli fuori.

Il primo piano era identico al primo, fatta eccezione per il fatto che al fine della sala c'era una grande vetrata, o meglio, prima doveva esserci una grande vetrata che portava su di un terrazzino. I vetri erano infranti.

Salimmo ancora.

James mi aveva regalato tempo prima un braccialetto con uno zaffiro sopra. Serviva ad individuare la presenza dei demoni. Incominciò a brillare più interessante di prima, quando eravamo al piano inferiore.

Demone superiore.

Un odore di carne in putrefazione e di esplosivo mi travolse: adamar.

Era un problema: qualunque strega era indebolita dall'aria contaminata di quella sostanza, me lo aveva spiegato Marmell.

Iniziai a tossire.

Mi sentivo soffocare, mi sentivo debole come se i miei poteri mi fossero stati prelevati con forza, lasciandomi a secco.

James che era evidentemente preoccupato, mi domandò -Che succede? Cos'hai?-

Ero caduta a terra, ansante e sofferente. Dissi in un sussurro -adamar-

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