Molto probabilmente non avrebbe dovuto accettare nulla da Larry, quel giorno.
Quel ragazzo era sempre stato particolare, diverso dagli altri, ed era per questo che Sal lo considerava il suo migliore amico.
Facevano cose molto normali insieme: risolvevano casi di omicidi irrisolti, facevano teorie sulla polizia complottista e sulla setta del loro palazzo nata qualche anno fa, andavano in giro per il palazzo a disturbare gli inquilini e parlavano con i fantasmi. Insomma, cose che si vedevano ogni giorno, no?
Però quella volta non avrebbe assolutamente dovuto accettare la "nuova proposta mega-fantastica" di Larry. Non sapeva nemmeno lui se si fosse pentito o solo terribilmente imbarazzato.
I due si trovavano in camera del castano, intenti ad annoiarsi a morte. Sal giocava, come sempre, con il Gear Boy seduto sul divanetto della stanza di Larry e quest'ultimo era intento a soffiarsi via una ciocca di capelli dal viso. D'un tratto, Larry si mise seduto sul letto a gambe incrociate, chiamando Sal quasi urlando. Il ragazzo dai capelli blu sussultò così tanto da farsi cadere il Gear Boy sulla protesi che portava sul viso, schiacciandosi quasi il naso con essa. «Amico, che cazzo hai da urlare così?!» sbraitò Sally, arrabbiandosi più per la partita persa che per il dolore al naso. Larry rise leggermente e si alzò in piedi. «Cosa ne dici di far qualcosa di diverso oggi, mh?» propose, allora «sai, invece di cercare morti e fantasmi in giro, potremmo, non so...» si avvicinò al comodino posto accanto al letto, aprì il primo cassetto e ne uscì fuori una bustina, sventolandola leggermente. Sal assottigliò gli occhi per vederla meglio. «Cos'è quella rob- oh, non me lo dire» disse Sally Face, mettendosi seduto di colpo sul divanetto con una faccia abbastanza contrariata. «Esattamente, amico mio! Dell'erba fresca fresca» esclamò il nasone, con un sorrisetto tutto fiero in volto. Sally incrociò le braccia al petto. Non gli piacevano affatto quel tipo di cose per via della sua famiglia. Avevano avuto drogati ed alcolizzati e lui si era ripromesso che non avrebbe mai toccato quella roba in vita sua. Larry capì subito il suo sguardo e si sedette accanto a lui, dandogli una lieve spinta con il gomito. «E dai, lasciati andare, qualche volta!» esclamò, con tono accondiscendente «non cadrai nella dipendenza cronica se lo farai solo una volta in vita tua!». Sally girò il viso dall'altra parte e si strinse fra le spalle. «Puoi scordartelo, Larry. Se vuoi, fallo tu, ma io non la tocco quella merda» rispose, con un pizzico di acidità nella voce. Larry allora gli mise una mano sulla testa e la girò verso di sé, facendo gli occhi da cucciolo. Oh no, gli occhi da cucciolo no.
«Questa è buona, puoi fidarti! L'ha coltivata il padre di Todd e me ne ha offerto un po' da testare!» disse lui, come se fosse una cosa normalissima farsi offrire erba dal padre di uno dei tuoi migliori amici «e poi, ho sempre desiderato fare qualche tiro con il mio migliore amico...». Sal lo guardò dritto negli occhi: non riusciva a resistere quando faceva così. Sbuffò, roteò gli occhi al cielo e sventolò una mano. «Va bene, va bene! Basta che non rompi più i coglioni!» esclamò il ragazzo dai capelli blu, che fece sorridere il castano «ma solo un tiro, ci siamo capiti?». Larry annuì, si alzò e si mise all'opera. Sal sospirò: come riusciva quel ragazzo sempre a convincerlo? Aveva qualche sorta di potere demoniaco oscuro, probabilmente...
Dopo poco, Larry finì di costruire la sua "sigaretta alternativa", e non era di certo corta e fatta solo di tabacco. Il ragazzo si sedette accanto a Sal, prese un accendino dalla tasca dei propri pantaloni e accese la canna. Fece un lungo tiro, aspirando per bene, per poi buttare fuori l'aria dalla bocca con fare teatrale. «Era da un po' che non lo facevo...» sussurrò, come se Sally non potesse sentirlo, poi la passò a lui. Sal la prese tra due dita e la guardò stranito. Solo due volte aveva fatto dei tiri di sigaretta, e non erano andati così bene. «Sei sicuro che Lisa tornerà a casa tardi, sta sera?» chiese a Larry, titubante. Lui sventolò una mano e annuì, senza però smettere di guardarlo per un secondo. «Si si, è da mia zia, e ci mette sempre anni quando è dalla zia...» rispose, con un brivido di disgusto al solo pensiero. Sally allora fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. "Che sarà mai, no?" pensò, così si spostò di poco la protesi dal viso e appoggiò le labbra sul filtrino, facendo un leggero tiro. Non riuscì però ad aspirare bene, infatti a metà si fermò e iniziò a tossire. Larry scoppiò a ridere. «Oh, ma dai! E quello sarebbe un tiro?!» disse, afferrando la canna e facendo un altro tiro. Poi si alzò in piedi e la porse a Sal. «Vado a prendere una cosa, tu stai qui» disse, ed uscì dalla stanza. Sally guardò di nuovo la canna: un tiro come si deve non avrebbe potuto far del male a nessuno, no? E fece un altro tiro. Anche questa volta tossì a metà, aspirando però pochissimo. Larry tornò poco dopo con una bottiglia di vodka alla pesca in mano, già aperta, e Sally scosse la testa con energia. «Assolutamente no, lo sai benissimo» disse, con tono deciso. Larry alzò le spalle e prese di nuovo la canna, tirando. «Non è mica per te» rispose, facendo una risatina e espellendo il fumo dal naso. Si sedette nuovamente accanto a lui e prese un sorso di vodka, strizzando gli occhi. «Uuuh, pesante!» esclamò «va bene, allora! Lo vuoi fare un tiro decente, mh?» e porse la cannetta a Sally, che la guardò un attimo titubante. Poi però la prese e fece un altro tiro. "Almeno una cosa così semplice devo saperla fare!" pensò, quasi arrabbiato. Questa volta, riuscì ad aspirare e a buttare via il fumo dalla bocca senza soffocare, facendo sorridere il castano. «È così che si fa, amico mio!» esclamò Larry. Sal strizzò gli occhi: aveva un gusto strano, ma non brutto. Il ragazzo dai lunghi capelli afferrò il telecomando per la radio e la accese a distanza, mettendo subito la propria band metal preferita. Partì uno dei pezzi che a Sally piacevano da impazzire, così iniziò a muovere la testa a tempo.
Larry rise a quella visione, afferrò la cannetta e fece l'ennesimo lungo tiro. Nemmeno il tempo di poggiarla sul posacenere improvvisato di plastica e carta, che Sal la afferrò e tirò più a lungo di prima, inspirando anche questa volta senza tossire. Il castano lo guardò stupito per un attimo, per poi fare il segno delle corna con una mano. «Vai così, fratello! E meno male che doveva essere solo un tiro!» esclamò. Sal fece una risata stupida. Già quella roba stava facendo effetto? No, era abbastanza lucido per capire ciò che stava succedendo attorno a lui. Ma, forse, Larry non lo era. Quest'ultimo, bevve un altro po' di vodka, si alzò in piedi e iniziò a muovere la testa a tempo di musica. Sally fece lo stesso, con un sorriso stupido in viso. Adesso le sue labbra erano ben esposte per via della protesi spostata: erano screpolate e tagliate, come se avesse mangiato una spillatrice.
Larry posò la bottiglia e prese la canna poggiata sul posacenere, facendo un altro tiro. Questa volta, però, si avvicinò a Sally e fece qualcosa di strano: gli "sputò" il fumo sul viso. Cioè, sulla protesi facciale, ma il punto era quello. Il ragazzo dai capelli blu rimase un attimo spaesato, non capendo bene, ma poi rise. Eppure, non c'era nulla da ridere.
Prese il polso di Larry, lo girò, e fece in modo di poter prendere un tiro così. Pur essendo molto più basso del castano, Sally riuscì a gettare a sua volta il fumo sul viso di Larry, che rimase colpito da quel gesto, con la bocca semiaperta. A Sal sembrava una cosa piuttosto normale da fare, infatti non ci aveva pensato più di una volta, ma a quanto pare non lo era.
E fu qui che le cose iniziarono ad essere strane.
Larry mise di colpo un braccio attorno ai fianchi di Sally, con un'espressione abbastanza seria in viso. Avvicinò il proprio corpo al suo, mentre partiva un'altra delle canzoni preferite di Sal alla radio, e sussurrò: «Mi piaci da impazzire quando ti lasci andare...».
Il ragazzo dai capelli azzurri lo guardò confuso, ma non fece in tempo a chiedere nulla. Sentì di colpo due labbra poggiarsi sulle proprie, non proprio con delicatezza. Sally spalancò gli occhi per lo stupore: Larry lo stava... Baciando?! Lui non aveva mai baciato nessuno prima d'ora e adesso sentiva le labbra del proprio migliore amico sulle sue... Ma non gli dispiaceva, anzi.
Si staccarono poco dopo e si guardarono negli occhi. Sal poteva chiaramente vedere come Larry lo stesse mangiando con essi senza neppure vergognarsi.
E fu un attimo.
Ripresero a baciarsi con più foga, con più violenza e con la lingua, fregandosene assolutamente delle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare l'indomani mattina.Anche questo è un capitolo abbastanza vecchio, spero sia scritto bene.
Ricordo che potete farmi qualunque richiesta, probabilmente la prossima settimana faccio la seconda parte della BillDip.
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one shot, one kill
FanfictionNessuna immagine del libro originale, niente di serio o canonico. Solo ship e one-shot. Se volete fare qualche richiesta per qualche ship in particolare che magari conosco anche io, fatemi sapere anche solo nei commenti. Aggiornamenti almeno una vol...