The Hidden Angel

Capitolo tredicesimo: puro amore

-Sono stato così idiota a lasciarla avvicinare a Lilith!- udivo la voce di James in lontananza. Ero probabilmente nell'infermeria dell'istituto.

-Guarda in che stato si trova! È tutta colpa mia. Io... non... non posso, no non posso! Io... no..
Balbettii, voce tremante, preoccupazione.

-Cosa non puoi?- la voce di Elle rimbombava nella mia testa e sembrava sconcertata.

-Io non posso vivere senza di lei- esclamò lui e sentivo dei singhiozzi, probabilmente piangeva.

In tutti i mesi in cui avevamo vissuto insieme non l'avevo mai visto piangere. Né io, né probabilmente nessun altro.

In quel momento riuscì ad aprire gli occhi. Ero io ma non ero io allo stesso tempo. Tramite una magia feci apparire i miei normali occhi verdi, che aveva quando non utilizzava la magia e feci scomparire lo strano marchio che lilith mi aveva fatto sul petto. Sentivo l'oscurità dentro di me. I pensieri, la testa erano ancora miei ma era come se Lilith avesse una certa influenza su di me.

Mi girai verso di James e gli dissi -Non piangere, ci vuole molto di più per liberarsi di me e in questi mesi avresti dovuto capirlo- ero debole nonostante tutto.

Il suo viso s'illuminò, si girò verso di me, si alzò di scatto dalla sedia in cui era seduto e andò ad abbracciarmi -Pensavamo di averti persa- mi disse immergendo la testa nei miei capelli dorati e continuando a singhiozzare. Non lo avevo mai visto così fragile.

-Vacci piano che sono ancora un po' debole. Non mi stritolare- gli dissi io con tono scherzoso ed esausto.

-Si, hai ragione, che stupido, scusa, io non...- disse lui ansioso e preoccupato. Tremava e continuava a piangere.

Lo interruppi -Smettila, sto bene.

-Si... è solo che.... ti amo Sophie Hall.

Era il primo ti amo. Il mi cuore accelerò. Io, la vera me, era ancora presente ma non si controllava più di tanto se non nei pensieri.

Lei era presente e rispose -Ti amo anch'io James Ellis.

Lui mi baciò. Con il letto sulla quale ero seduta che non percepivo più, mi abbandonai a lui, che comunque era stato molto delicato. Ma io facevo forza. In quel momento poteva essere io. Era come se James mi tenesse ancorata a sé.

Non ci erano nemmeno accorti che Elle era uscita dalla stanza quando James si staccò, affannato e disse -Wow.

Io, sconcertata, dissi -Cosa?

-È stato... non lo so... io cercavo di non andarci forte ma tu... non mi hai mai attratto in questo modo... miseria. C'è qualcosa che non so?- Disse lui, capendo che c'era qualcosa che non andava dal semplice modo di baciare. Lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guance.

-Cos'hai?- Chiese lui passandomi un pollice sulla guancia.

-Niente- Lilith aveva ripreso il controllo, in effetti era proprio "niente", mi ricordo il mio subconscio con sarcasmo.

-Non è niente, finiscila e parla- disse lui, sicuro di quanto detto prima dopo la risposta che gli avevo dato. Era come se fossi stata presa di sorpresa e avessi risposto automaticamente.

-Io... Lilith...- sospirai -credo di aver appena realizzato di essere quasi morta e in effetti anche solo l'idea mi spaventa. Cosa c'è dopo la morte? Dubbi e domande innumerevoli mi riempiono la testa ma tu... tu mi fai stare bene. Tu mi tieni ancorata a questo mondo così schifoso. Tu sei la mia ragione di vita. Non posso e non voglio stare senza di te.- si... che grande bugiarda che ero diventata. Solitamente si notava quando mentivo ma James non sembrò farci caso. Probabilmente era per colpa di Lilith.

James rimase sbalordito. Comprendeva la prima parte. La seconda gli aveva fatto probabilmente accelerare il cuore in un modo pazzesco. Un modo di cui solo lei ne era capace.

Diventò tutto rosso in faccia, non lo avevo mai visto arrossire così.

Sorrise, un sorriso puro e sincero. Mi ribaciò e passò il naso sopra al mio in un modo molto tenero.

Eravamo innamorati, nonostante tutte le avversità che avevamo.

Il nostro era puro amore.