Quello qui narrato è un fatto ormai dimenticato che non ha riguardato l'umanità.
Il racconto, lungo e complicato, narra fatti riguardanti un antico albergo, una città in cui vita e morte coesistono, un misterioso regno situato all'interno della Terra e di un pianeta perduto, di uno scettro e di alcune pietre molto speciali, della SDU, di una creatura antica come il multiverso stesso e di una misteriosa profezia.
Questa è la storia dell'universo, e di come l'Ordine vinca sempre sul Caos.
Il mio nome è Lennard Ridder, e vi narrerò tutti i fatti nel modo più dettagliato possibile lasciando un resoconto di ciò che accade al nostro gruppo di persone in pochi giorni ma a distanza di secoli.
Mi scuso sinceramente con voi per la mia scarsa abilità nelle descrizioni e nel far trasparire i caratteri di questi meravigliosi ragazzi. Non sono uno scrittore ma è essenziale trascrivere tutto ciò che accadde, nella malaugurata ipotesi che io, Giulia e tutti gli altri morissimo senza poter lasciare testimonianza scritta della nostra vicenda.
Cominciamo.
La sala dell'arrivo-andare era un grande salone di forma circolare. I muri erano ricoperti da una carta daparati rossa molto rovinata, su cui erano dipinti dei rombi neri. Di certo poco stilosa.
Il salone era arredato con tavoli rotondi, disposti a cerchio vicino ad una colonna che si trovava nel centro. Attorno ad essa, per terra, era disegnata una circonferenza. Sul pilastro erano incastonate molte pietre, dentro le quali si potevano intravedere degli strani simboli (che si sarebbero rivelati essere lettere).
Tutti coloro che erano seduti ai tavoli erano molto ansiosi di sapere chi sarebbe arrivato quell'anno.
Vorrei però soffermarmi su un tavolo in particolare. Perché? Sulle sue sedie erano seduti alcuni dei protagonisti della vicenda, i quali stavano discutendo. Loro erano arrivati l'anno precedente.
-Sono così contenta!- disse Matilde giocando con i suoi capelli neri, lisci per metà ma che poi terminavano con dei ricci -Finalmente potrò vedere l'arrivo dalla prospettiva di chi osserva. Alla fine della serata, quando torneremo in camera, segnerò tutto sul mio quaderno degli appunti, così potrò finire il resoconto sul nostro primo anno qui nell'albergo, che ho iniziato esattamente trecentocinquanta cinque giorni fa...- La sua più grande passione era la scrittura e spesso passava intere notti a scrivere racconti sul suo taccuino, che estrasse dalla sua tasca per annotare dei misteriosi appunti (misteriosi in quanto non li faceva vedere a nessuno).
-Beh, io spero che quest'anno arrivi per davvero un fenicottero!- esclamò Noemi spettinando i suoi lunghicapelli castani. Lei era molto allegra, positiva, sempre energica e pronta a motivare gli amici e, nonostante scherzasse molto, ad essere seria nei momenti di bisogno. Le piacevano molto (attenzione, momento follia in arrivo), i fenicotteri. Aveva qualche maglietta che li raffigurava. Mi dicono che un tempo ne era molto più ossessionata, ma grazie ad Ellifore la fissazione nel corso del tempo. Insomma, lo diceva solo per scherzare. La felpa che indossava quella sera, indovina, era rosa e decorata con un fenicottero...
-Oppure- continuò -Mi accontento anche di un bel figo.
- Tu sei pazza...- rise Hannah, che aveva effettivamente ragione. Lei aveva dei lunghi capelli rossi, i cui ricci si prolungavano oltre il bacino. Il suo abito era di un bianco splendente, ma privo di decorazioni. Le attività che Hannah preferiva all'interno dell'albergo erano suonare nella stanza della musica (in grave pericolo, ahimè), e leggere nella grande biblioteca. Queste due passioni riuscivano a calmarla nei momenti di difficoltà e di ansia che, credetemi, in una situazione del genere, per persone agitate, sarebbero molti...
– Magari- continuò la ragazza- Arriverà qualcuno che vorrà imparare a suonare. Non voglio che la Mirror la distrugga, lì mi sento sicura e riesco a calmarmi, non può farlo...
- Nessuno ha la passione per la musica, per i fenicotteri invece tutti. Voglio dire sono animali rosa,ROSA. Davvero mi chiedo come si possa non amarli. Chissà perché la Signora Mirror non abbia accettato la mia proposta di usare quella stanza vuota nel corridoio delle emozioni, davanti all'ufficio di Grey, per creare uno zoo di fenicotteri.
-Lo impediremo, Hannah. Sono certo che anche Noemi vuole farlo- le rispose Matilde.
-Si si certo, e poi dobbiamo ancora...-la ragazza non riuscì a finire la frase poiché fu interrotta dalla Signora Mirror che si era alzata dall'unico tavolo al quale erano seduti degli adulti, che governavano la struttura.
Stefany Mirror era la vicedirettrice, energica e abile, vestita sempre completamente di nero. I capelli, neri anch'essi, erano raccolti in una treccia.
Attorno alla colonna si trovavano quindici ragazze e quindici ragazzi, che stavano aspettando qualcosa con molta ansia, e ciò si poteva notare per via della loro eccessiva sudorazione.
- Oggi è un giorno importante- incominciò la Signora Mirror -Dopo i vostri cinque anni di permanenza nell'albergo siete finalmente maturi e pronti ad andare via, sono fiera di come vi siete comportati e di come avete affrontato ogni momento di difficoltà.
-Vi auguro un buon viaggio, dopo il vostro completo addestramento sarete in grado di terminare con successo la missione che vi troverete ad affrontare fuori di qui.
Dopo che la donna pronunciò queste parole l'orologio dorato che pendeva dal soffitto suonò dodici volte, per
STAI LEGGENDO
Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttore
FantasyChe cosa succede realmente all'interno dell'albergo Alex non lo sa. L'unica cosa che conosce è di essere stato trasportato lì senza ricordi, con la sola consapevolezza di avere dei poteri speciali che gli serviranno una volta liberato, dopo cinque a...