Tutti il mondo é paese e anche io sono entrato a che fare con quello femminile. Anzi a dire la verità è quel mondo che ha iniziato ad approcciarsi a me.
Fin dalle medie, quando da persona normale sono cambiato e ho iniziato a ragionare, avevo capito che chi attirava gli altri era chi aveva una buona reputazione. E il mio modo di fare, cioè sopprimere le emozioni negative, riuscire a stare bene con tutti (seppur fingendo) ed avere una grande abilità nel parlare, avevano aumentato vertiginosamente la mia reputazione.
Ero passato dall'essere l'anonimo ragazzino sempliciotto a diventare uno dei più apprezzati e conosciuti in giro. Ovviamente conosciuto da quelli della mia età, capitemi.Così col tempo, notavo che mi cominciavano a girare attorno sempre più ragazze. Io fino a quel momento lì (parliamo di 2°/3° media) non avevo, per la verità, parlato con molte di loro. Certo, dimostravano in media una mentalità leggermente più adulta rispetto a quella dei maschi, ma diciamo che per un motivo e per l'altro non avevo mai avuto chissà quali discorsi con loro.
Fino a che, questo cambio radicale di reputazione fece sì che loro per prime si avvicinarono a me. Io non é che avessi questi grandi istinti sessuali da adolescente, semplicemente non ci vedevo nulla di male nel parlare e frequentare anche persone dell'altro sesso. Così, divenni in fretta amico di molte di loro: mi trovavo bene perché vedevo che avevano qualcosa di più rispetto agli altri miei "amici" maschi. Potevi parlare di argomenti un minimo più complessi. E poi anche io, ero solo un ragazzino delle medie, non é che ero già un uomo fatto e finito.
Così per i primi mesi sembrò andare bene, fino a che una di loro, che chiameremo Ashley, mi chiese di fidanzarmi con lei. Ashley era una delle poche ragazze che non mi andava a genio, già a quell'età aveva messo il suo corpo (e se ne vantava pure) al di sopra della sua personalità e già allora era una cosa che non mi piaceva, ma spesso usciva lo stesso con me e con altri perché era del giro.
Io non avrei mai accettato di passare più tempo con una persona così, già faticavo a sopportarla quel poco che la vedevo, doverlo fare anche in altri momenti, magari in cui io ero solo con lei non mi andava proprio.Così glielo feci capire girandoci un po' attorno. "Non ti conosco abbastanza", "Siamo troppo diversi", "Meglio restare amici" e altre frasi che avevo imparato sul web. In questi casi bisogna evitare di essere troppo diretti, per limitare i danni.
Ma Ashley non accettava un rifiuto, anche se posto gentilmente. Era abituata a ottenere tutto ciò che chiedeva e quella sconfitta personale le pesava sull'onore. Come se io mi fossi posto un gradino sopra di lei.
Cosa che forse era vera nella mia testa: lei era tutto fuoco e poco arrosto, si vantava sempre per niente, era smorfiosa come poche... ma questo non gliel'avevo mai fatto intendere a parole. Anzi mi ero dimostrato molto più umile del dovuto.Eppure non me lo perdonò. Non appena capì che il rifiuto da parte mia era definitivo, inizio a sparlare di me in giro a tutte le persone, raccontando quanto fossi ridicolo e come lei mi avesse rifiutato perché io non valevo abbastanza. Ma me l'aspettavo e ragionai come al mio solito. Cercai video e articoli su internet su come smentire false accuse e, visto che il suo atteggiamento, se pur aspettato, mi aveva comunque infastidito, decisi di fargliela pagare, a mio modo, cioè a parole.
Iniziai a spargere la voce, non personalmente come aveva fatto lei, ma tramite amici, in modo da non essere coinvolto, che ero io ad averla rifiutata e che lei se l'era presa (cosa vera in effetti). Inoltre sul mio profilo instagram, dove ero già abbastanza seguito per la mia età, pubblicai delle storie nelle quali davo la mia versione, assicurando che non c'era rancore nei suoi confronti, ma che si era comportata da bambina agendo in quel modo e che era il caso per lei di crescere in fretta. Con questa frase, semplice ma diretta, io passavo per quello nel giusto e lei invece era dalla parte del torto. E la gente mi diede ragione.
Perché se ti dimostri incurante di un'accusa, le altre persone inizieranno a pensare che essa sia infondata. E così ho fatto io con la storia di Ashley.
Da quel momento in poi, lei ha cominciato ad essere considerata in giro come "la bambina che crede di trovarsi su un piedistallo" e di fatto, salvando la mia reputazione, ho distrutto la sua, ma le stava bene.
Perché se per crearsi una buona reputazione ci possono volere anni, per perderla può bastare anche un solo giorno.
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Sono Psicopatico
General FictionLa storia di un ragazzo di 17 anni che racconta la sua vita, i suoi pensieri e le sue riflessioni definendosi lui stesso uno psicopatico con "un odio profondo verso le altre persone". Scritto e aggiornato da @LorenzoTessari