1. L'arrivo di Jane

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[Giuro solennemente di non avere buone intenzioni]

Quando trascinai il pesante baule nella stanza, mio padre aveva già in mano le chiavi della macchina e mia madre teneva la mia scopa da volo come se ci dovesse spazzare il pavimento. «Jane, sei sicura di aver preso tutto?» mi domandò in tono apprensivo. Controllai per la milionesima volta che la mia bacchetta si trovasse davvero nella tasca interna della giacca e annuì: «Sicurissima, dobbiamo solo convincere Sparkle a entrare nella portantina».

Era la mattina del primo di settembre, anno 1976. La sciarpa blu e argento di Corvonero mi prudeva attorno al collo e la mia gatta miagolava in protesta dall'interno della portantina. 

Arrivammo alla stazione di King's Cross in perfetto orario. Una volta sistemati i bagagli su un carrello, mio padre si strinse nelle spalle. «Temo sia giunta l'ora di salutarci, streghetta» mi disse con affetto. Ci abbracciammo. «Comportati bene -aggiunse mia madre- e studia». Sorrisi loro un ultima volta e attraversai il passaggio magico del binario 9¾.

Raggiungere il treno non fu cosa facile, dovetti prima sgomitare tra la folla di genitori commossi e giovani maghi in partenza. Ancora più difficile si rivelò il caricare le mie valigie, il gatto e la scopa, ma il Cielo mi mandò aiuto. «Hai bisogno di una mano con quelli?» chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai. James Potter, capitano di Grifondoro, mi squadrava da dietro le lenti degli occhiali. Si passò una mano tra i ricci castani. «Quel baule sembra pesante, aspetta». Come se niente fosse sollevò il baule per poi sistemarlo all'entrata del vagone. «Grazie» mormorai confusa. Lui mi fece l'occhiolino e aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu interrotto. «Forza, Prongs, fai poco il galante e dille semplicemente che stava bloccando la fila» si intromise il ragazzo al suo fianco, annoiato. Arrossì. «Chiudi il becco, Sirius» ribatté James, per nulla turbato dall'atteggiamento del suo migliore amico.

Sirius ghignò e mi lanciò uno sguardo furbo da volpe. «Sirius Black» si presentò, anche se sapeva benissimo di non averne bisogno: non c'era strega, ad Hogwarts, che non conoscesse il suo nome. «Jane Wood, piacere» risposi, ancora più confusa. James corrugò la fronte. «Wood... il tuo nome l'ho già sentito. Ti conosco?». Mi morsi la lingua. «Non credo, -mentii- no, direi proprio di no». Non sembrava particolarmente convinto, ma lasciò cadere l'argomento. «Mi chiamo James, ma forse è il caso che portiamo le presentazioni sul treno: sta per partire».

Mi chiesero se qualcuno mi stava aspettando e quando risposi di no James volle portarmi a conoscere il resto del loro gruppo. Vagammo per qualche minuto lungo lo stretto corridoio del vagone generalmente usato dai Grifondoro fino a trovare lo scompartimento in cui si trovavano gli altri malandrini (questo fu il termine usato da James). All'interno erano seduti due ragazzi della nostra età: un ragazzo dall'aria timida e capelli color paglia, un altro coperto di cicatrici su tutte le superfici di pelle visibili. 

Mi ritrovai seduta tra il ragazzo delle cicatrici e il finestrino su cui la pioggia ticchettava lieve e regolare. «Remus Lupin» disse dopo un minuto di silenzio imbarazzato. Gli comunicai il mio nome e sorrisi, sforzandomi di non portare lo sguardo sulle linee bianche che segnavano il suo viso. Anche l'ultimo di loro si presentò, borbottando "Peter" con le guance in fiamme.

Ovviamente io li conoscevo già tutti: erano molto popolari a scuola, sempre sulla bocca di tutti. L'anno prima avevano rischiato l'espulsione due volte, ed erano diventati ufficialmente gli acerrimi nemici di Gazza, il custode di Hogwarts. Dovetti ammettere che si stavano rivelando molto meno snob, molto più amichevoli di quanto avessi mai immaginato.

Chiacchierammo del più del meno fino al capolinea dell'Hogwarts Express, per poi salutarci e dividerci. Avrei scommesso che non ci saremmo più rivolti la parola, ma mi sbagliavo di grosso.

~•~

Portai il baule e la scopa nel dormitorio di Corvonero, lasciando che Sparkle si sgranchisse le zampe in giro per il castello, e mi avviai verso la Sala Grande per partecipare al primo banchetto del mio quinto anno. Stavo camminando da sola tra i labirintici corridoi della scuola quando, svoltato l'angolo, venni quasi investita da due bisonti che correvano nella direzione opposta alla mia. James e Sirius mi salutarono affannati senza smettere di correre quanto più velocemente possibile.

Per qualche secondo rimasi lì impalata in mezzo al corridoio, ma da nulla comparve Remus che dovette appoggiarsi un attimo al muro per prendere fiato. Lo sentii affibbiare sotto voce appellativi piuttosto volgari ai suoi migliori amici. Poi alzò lo sguardo, come accorgendosi della mia esistenza per la prima volta. Mi aspettavo un accenno di spiegazione, invece, mi afferrò per il polso e riprese a correre trascinandomi con sé.

«Si può sapere che diavolo...» provai a chiedere, ma Remus mi fece segno di chiudere il becco. Appena in tempo ci appiattimmo contro la fredda parete di marmo mentre Gazza, evidentemente soddisfatto, ci superava dal corridoio incidente spingendo davanti a lui James e Sirius, che parevano carcerati condotti al patibolo.

«Vorrei proprio sapere come hanno fatto a combinare guai in così poco tempo» sussurrai a Remus, ma lui non me lo spiegò quella sera e si limitò a scuotere la testa con rassegnata esasperazione. «Mi serve il tuo aiuto per liberare quei due idioti» disse non appena i due idioti in questioni furono usciti dalla nostra visuale. «Dammi un secondo per pensare...» aggiunse passandosi una mano tra gli scompigliati capelli castani. «Al diversivo ci penso io» lo precedetti. «Calcola un minuto e potrai incantare la porta con alohomora senza pericoli».

«Jane, cosa vuoi fare?» mi chiese allarmato, ma non risposi. Gli strizzai l'occhio e senza una parola mi fiondai di fronte all'ufficio del custode. «GAZZA E' UN VECCHIO MANIACO ZOOFILO» gridai con quanto fiato avevo in gola, per poi correre via fino alla fine del corridoio.

Remus mi guardò esterrefatto, ma quasi non fece in tempo a nascondersi che Gazza piombò fuori dal suo sgabuzzino. «ASPETTA CHE TI PRENDA, PICCOLA DELINQUENTE» gracchiò dopo aver richiuso la porta alle sue spalle. «MRS PURR E' SOLO UN'AMICA».

***

Presi posto al tavolo di Corvonero, stanca e affamata, quando il banchetto era ormai quasi finito. «Dove ti eri cacciata?» mi chiese una compagna. «Lunga, lunghissima storia. Mi dispiace essermi persa la cerimonia» divagai servendomi una fetta di dolce. Dall'altra parte della sala i malandrini mi salutarono con la mano sorridendo raggianti. All'istante capii che quello era solo l'inizio.

[capitolo corretto e riscritto del gennaio 2022]

Ciao Wattpad, 

è strano rimettere mano a questa fanfiction, ma era troppo imbarazzante pensare che una bozza di terza media -con qualche ritocco nel corso degli anni- avesse ormai raggiunto 50K di visualizzazioni. Non so come ringraziarvi, non ci sono parole. Proverò a correggere e riscrivere anche gli altri capitoli senza modificare la trama originale :)

Siete splendid*, un bacio

-Linda🦋

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ᴍᴀʀᴀᴜᴅᴇʀs ɪɴ ʜᴏɢᴡᴀʀᴛs [𝐑.𝐋.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora