capitolo 7 - Confusione

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Dopo qualche dozzina di minuti passati stesa sul divano, afferrai il telefono e digitai velocemente un messaggio.
Attesi qualche minuto e la risposta di Fabrizio non tardó ad arrivare.
Scorrendo gli occhi sul messaggio lessi "come stai?"
Mi trovai come in bilico su un filo, sottile.
Non sapevo se dirgli la verità, oppure fingere come facevo con tutti gli altri.
Il punto era proprio questo: lui non era come tutti gli altri.
Decisi di non mentire, convincendomi che in ogni caso non sarebbe stata una bugia a farmi stare meglio.

"ci sono stati giorni migliori.." digitali velocemente.

"fammi indovinare, colpa di un tale di nome Ermal?" controbattè lui.

"sono vicino Bari, dammi mezz'ora e sono da te" rispose, senza darmi il tempo di confermare o negare la sua allusione.

La disponibilità era una qualità che lo aveva sempre contraddistinto.
Mi rimboccai le maniche e dicisi di mettere in ordine casa, anche se la gran parte del disordine era concentrata nella mia camera.
Spazzai velocemente il salotto, affacciandomi per qualche attimo alle parete di finestre, che lasciavano intravedere il lungomare di Bari.  Dopo circa una mezz'ora sentii finalmente il telefono squillare.

"ciao El, sono arrivato!" esordì lui.

"Dove sei precisamente?" gli domandai, convinta che da solo si sarebbe perso per le numerosissime strade.
Una volta individuata la via, afferrai le chiavi ed uscii di casa.

"eccoti" esclamò mentre mi avvicinai nella sua direzione.

"iniziavo a pensare che che mi avessi presa in giro!" dissi scherzosamente.

Notai che aveva le mani dietro la schiena, così gli lanciai uno sguardo perplesso.
Lui accennó un sorrisetto beffardo e tiró fuori da dietro la schiena un enorme mazzo di rose.

"Fabrizio..non dovevi" esclamai sbigottita.

"be' io credo di sì" rispose lui, schierandosi ad appena pochi centimetri dal mio viso.
Sentii un brivido, misto tra una sorta di felicità e paura, percorrermi la schiena.
Lo vidi avvicinarsi sempre di più, fino a che non socchiuse gli occhi e poggió le sue calde labbra sulle mie.
Rimasi come paralizzata.
Riuscii a pensare solamente a cosa ne fosse del mio amore per Ermal.
Insomma, mi era chiaro che tra me e Fabrizio ci fosse più di un'amicizia.
Mentre i pensieri vorticavano nella mia mente, la mano di Fabrizio si spostó sul mio fianco, stringendolo leggermente.
Io ero ferma, con una mano posata sulla sua spalla.
Il mio cuore accellerava i battiti, come supplicandomi di staccarmi da quel bacio che sapevo di non volere.
La mia mente peró non opponeva resistenza a quel dolce contatto.
Chiusi gli occhi, abbandonandomi senza forze al momento.
Poi accadde.
Inconsapevolmente iniziai a pensare di baciare Ermal, immaginai il suo sapore di menta invadermi, tanto che quando aprii gli occhi mi stupidi di non trovarlo.
Mi ritrovai con le mani posate sul petto di Fabrizio, e con un gesto deciso lo spinsi indietro.
'Che schifo l'amore' non tardó a constatare la mia coscienza.
Per una volta la mia sballata vocina interiore aveva ragione.

L'ombra di un respiro || Ermal MetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora