Quando mi reco in bagno, per la solita visita vergognosa di turno, o dopo essermi lavato le mani, mi soffermo per un attimo a guardare la figura che si trova nello specchio. La fisso attonito e piano piano mi avvicino per guardare meglio all'interno dell'occhio. Vedo me. Mi vedo e mi sale addosso una grandissima angoscia perché quella figura all'interno del mio occhio è vuota. E' senza anima. Priva di ogni sentimento e accompagnata da una luce fioca e triste che rende tutta la situazione come se fossi collocato all'interno di un carcere. Ed effettivamente è realmente così. Vivo all'interno di un carcere costruito da coincidenze probabilmente da me create. Guardo quella figura ingabbiata e mi sento completamente travolto dal malessere. Una sensazione così imponente che la solo idea di quel episodio mi mette soggezione. Dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima, ebbene la mia anima è intrappolata. E' intrappolata in un sistema umanistico marcio fino al midollo che ci porta ogni giorno a combattere tra di noi facendoci ingnorare i reali problemi di tutti i giorni e i grandi problemi a livello umano che possiediamo tutti. Sono sconvolto dalla mole di dolore che vedo ogni giorno in questo mondo e come quella figura all'interno di me, mi vedo intrappolato da quelli che credo essere miei simili, ma che non sono in realtà. E' così come una semplice chiocciola mi rintano in me stesso e urlando dentro di me chiedo un aiuto che è ascoltato solo dal sottoscritto e che se urlato al mondo, verrà preso con poca considerazione se non completamente ignorato. Questa è la percezione che provo
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Delucidazione
Non-FictionE' una filosofia sul mio essere e su quello degli altri che colpiscono la mia.