Jimin poggiò la guancia sulla spalla di Taehyung quando quest'ultimo lo prese in braccio, in modo da andare al piano di sopra senza costringerlo a fare le scale.
Normalmente l'arancione avrebbe odiato a morte un simile aiuto: non voleva che le persone pensassero a lui come ad un poveretto, voleva sempre dimostrare di essere indipendente, che poteva farcela anche da solo.
Ma con Taehyung era diverso; gli piaceva l'idea che si prendesse cura di lui, aiutandolo sempre senza mai lasciarlo indietro.
E poi, i suoi abbracci erano la cosa più bella del mondo...
"Dormiamo nella stessa camera come da piccoli?"
Jimin annuì, strofinando la fronte contro al suo collo, e si sorresse alle sue spalle quando l'azzurro lo fece mettere in piedi, affianco ad uno dei due letti.
La stanza non era enorme, ma era sufficientemente grande per ospitare un armadio e due letti singoli, ovvero dove erano soliti dormire da bambini.
Nonna Kim aveva insistito tanto e alla fine aveva convinto i genitori di Taehyung ad aggiungere un lettino nella stanza del figlio, così che Jimin potesse dormire assieme al migliore amico.
"Prendo un'altra coperta per entrambi, qui di notte fa freddo... puoi cambiarti intanto che non ci sono se vuoi."
Jimin arrossì lievemente ed annuì, lasciando che Taehyung abbandonasse la stanza, facendolo rimanere solo.
Iniziò a spogliarsi, sfilandosi la maglia ed i pantaloni; quando tolse quest'ultimo indumento, si fermò un istante a guardare le proprie gambe.
Le cicatrici dell'incidente si sovrapponevano a quelle delle varie operazioni chirurgiche a cui era stato sottoposto, la pelle irrimediabilmente rovinata e sbiancata, come se la sua carnagione non fosse già abbastanza chiara.
Guardare quei sottili solchi gli causò un misto di malinconia, tristezza ed anche invidia; perché era dovuto succedere a lui? Perché era dovuto diventare un mostro?
Anzi no, uno storpio.
Combatté contro l'impulso di rifigiarsi sotto al piumone ed iniziare a piangere, mettendosi i pantaloni del pigiama con gesti rapidi, quasi rabbiosi, e poi si mise la maglia, andando a coprire il suo ventre piatto.
Taehyung tornò proprio in quel momento, con un sorriso sulle labbra e le mani nascoste dietro alla schiena.
Jimin lo guardò con sopracciglia agrottate, non capendo il perché di quella espressione allegra, ma si illuminò quando l'azzurro portò davanti al petto una familiare coperta gialla, la sua.
Quella che usava da mantello quando giocavano ai supereroi, quella che stringeva fra le mani paffute quando aveva paura dei temporali, quella con cui avvolgeva Taehyung, ridendo con lui lontano da occhi indiscreti che vedevano solamente il plaid color canarino.
"L'ho trovata sotto alle altre trapunte, ho pensato ti sarebbe piaciuto riaverla."
Superfluo dire che ci avesse proprio azzeccato; Jimin allungò le braccia verso di essa e Taehyung si sedette accanto a lui sul suo letto, porgendogliela dopo aver gettato l'altra coperta sul materasso dove avrebbe dormito lui.
L'arancione sorrise, godendosi la morbidezza di quel plaid liso che, col passare degli anni, aveva perso un poco di colore, ma non il legame affettivo: era stata davvero importante per lui quando veniva in quella casa durante le vacanze estive.
"Grazie Tae..."
Il maggiore si voltò, gli occhi ridotti a due fessure a forma di mezzaluna a causa del suo ampio sorriso, e proprio come quando erano bambini strinse die angoli della coperta fra le dita, gettandola alle proprie spalle.
Abbracciò Taehyung, avvolgendo così i loro corpi con la trapunta gialla, e l'azzurro sentì il proprio cuore accellerare; circondò la vita di Jimin con le braccia, ricambiando la stretta, e poggiò il mento sul suo capo siccome l'altro aveva nascosto il viso contro la sua spalla.
"Grazie, grazie, grazie, grazie."
Lo ripeté in un sussurro, ancora meno udibile a causa del petto di Taehyung che attutiva le sue parole, ma l'azzurro le sentì comunque: sorrise, socchiudendo gli occhi.
Sentire il calore di Jimin contro di sé, il suo corpo esile e fragile, faceva nascere in lui un istinto di protezione non da poco.
Il desiderio di proteggere quel ragazzo, di stargli accanto, prendersene cura finché non avesse riacquistato la completa mobilità delle gambe... gli scaldava il cuore.
Lo strinse maggiormente, accarezzandogli la base della schiena con le lunghe dita, e lasciò che quello stato di tranquillità e pace lo invadesse completamente.
Il primo a staccarsi un poco fu Jimin, il quale alzò il capo in modo da incontrare lo sguardo di Taehyung; si morse il labbro inferiore con indecisione, ma poi scelse di parlare, lasciando momentaneamente da parte la propria timidezza.
"Tae... possiamo dormire insieme? Nello stesso letto?"
L'innocenza e l'imbarazzo con cui lo chiese fece quasi sorridere intenerito il minore che poté chiaramente vedere le guance dell'altro assumere un colorito rosato.
Taehyung non ci riflettè nemmeno un secondo, semplicemente annuì al maggiore che sorrise con imbarazzo, interrompendo definitivamente l'abbraccio per permettere al minore di mettersi il pigiama.
Non vedeva l'ora di poter dormire insieme a lui, proprio come quando erano bambini e fuori c'era una tempesta: Jimin impaurito si rifugiava sempre fra le braccia di Taehyung che, contrariamente a lui, non aveva alcuna paura dei fulmini e dei tuoni.
Jimin si ritrovò a sperare di riuscire a trovare parte di quella quiete anche in quel momento; dopotutto, nonostamte tutti quegli anni, Taehyung era ancora il suo migliore amico.
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Friendship Bracelet [VMIN]
Fanfic"Perché siamo qui Tae?" "Perché andiamo a caccia di farfalle."