Capitolo 1

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L'estate era nel pieno della sua potenza. Nonostante a quella tarda ora non ci fosse più sole, ondate di calore attraversavano la piccola stanza entrando dalla finestra, come piccoli soffi intermittenti che fastidiosamente si posavano sul suo corpo, già accaldato e lucido, coperto unicamente da una leggera maglia rosa cipria che lambiva solo parzialmente la sua figura, lasciando scoperte le gambe poggiate sulla scrivania. Una mano sfiora la coscia, poi lentamente risale su per il corpo sfiorando col dorso per poi terminare la lenta risalita sul viso, proprio quando quello stesso corpo si scompone al suono di un sospiro che infrange il sacro silenzio in cui si trovava la stanza; le dita proseguono ancora per un breve tratto fino ad afferrare una ciocca di biondi capelli che viene spostata dalla spalla nuda, lei  piega la testa da una parte e dall'altra lentamente e punta lo sguardo dietro di sè, sulla finestra. Sempre la stessa vista: una persiana sgangherata e al di là l'ombra di un uomo che tiene fra le dita un'altra sigaretta quasi interamente bruciata, unica sua compagna di vita, gli occhi fissi sul nulla e in generale, il suo aspetto è impercettibilmente ogni giorno più logoro e spento, come la sua vita. Fanny lo sa, la vita di quell'uomo non è poi così distante dalla sua: triste, vuota, insignificante. E fissando ancora in quella direzione si domanda tacitamente quale sia il senso di un'esistenza così vuota, quale sia il piano che qualcuno lassù ha predisposto per tipi come loro, e perchè l'imperscrutabilità dei suoi piani sia così contorta e spietata a volte.  E ancora, nel silenzio della sua rovente camera, si domanda quale sia il senso di un piano così tortuoso e complicato, doloroso ai limiti dell'immaginabile spesso, quando questo,a prescindere dalla destinazione ti porta a perdere quasi un decennio della già breve vita. I secondi passano ma lei non se ne rende conto, non fa più caso al trascorrere del tempo, così lentamente si volta senza aver trovato risposta e posa i suoi verdi e spenti occhi sul monitor del pc; fissa il foglio bianco digitale che irradia luce ed illumina parzialmente la camera e scorre velocemente le poche righe che sono nate dalla sua testa quella sera. Uno sguardo al foglio e un altro alla pagina sottostante che conserva una conversazione su chat risalente ad un mese precedente e che termina con una frase che ha già letto indubbiamente centinaia e centinaia di volte: Mi manchi troppo, piuttosto che andare avanti così preferisco finirla. E non scherzava evidentemente. Non questa volta almeno. L'aveva davvero lasciata con quella frase e spiazzata a tal punto da farle perdere la testa. 

Un'anima per dueWhere stories live. Discover now