Ordini del dottore

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Pov's Nico

La giornata era iniziata malissimo...

Mi sono svegliato nel cuore della notte nella cabina numero 13 del campo mezzosangue, sudato ed in preda ad agli incubi , e per non disturbare nessuno degli altri semidei, decisi di fare una visita a mio padre negli inferi.

Mio padre, Ade, il dio dei morti, era solito giudicare fino a tardi le anime dei morti, ma per sicurezza in caso io non lo trovassi sveglio, presi una palla da baseball per giocare con Cerbero, ľ enorme cane a tre teste di mio padre.

Arrivato negli inferi però non trovai né mio padre seduto sul  suo trono, nè tantomeno Cerbero.

Decisi dunque di farmi un giretto per il palazzo del dio dei morti.

Quel luogo era enorme e pieno degli spettrali sussurri delle anime defunte.

Ad un certo punto setii però un rumore che mi fece venire una strana stretta allo stomaco.

Ero appena passato accanto alla stanza del mio genitore divino, quando  un rumore di catene e di strilletti maschili ben poco virili mi fece gelare sul posto.

-Ti scongiuro fermati!- Sentì dire alla voce di mio padre.

Non so che cazzo avessi in testa ma mi catapultati subito nella stanza per "Soccorrere" mio padre.

Entrai e..........eh niente vidi solo mio padre nudo con sua moglie, Persefone , che gli faceva un gran bel lavoretto di bocca.

E il rumore di catene?!
Tutto merito di un qualche gioco erotico con delle manette!!!

Diventati rosso come un pomodoro.

-Ciao Nico che bello vederti!- esclamò Persefone che così come gli altri dei non aveva problemi a mostrarsi nuda agli occhi dei mortali.

Cercai di non soffermarmi troppo sulle curve della mia matrigna, ma fu un errore poiché guardandola in volto mia accorsi del seme di mio padre sulle sue labbra.

Se possibile diventati ancora più rosso!

-Nico....- questa volta fu ade a parlare. -Non è che in mia assenza Minosse ha osato salire sul mio trono? Potresti controllare tu?

Quella era tutta una scusa per dirmi Fuori dai coglioni, insomma Minosse non avrebbe mai osato sedersi sul trono del dio dei morti,  ma io fui felice di uscire e non rientrare più.

Ritornai nella mia cabina al campo e mi tolsi i vestiti, intenzionato a dormire per dimenticare la colossale figura di Merda.

Ma evidentemente le parche mi avevano scelto un altro destino.

Bussarono alla porta.

-Chiunque tu sia spero che tu sia veloce a correre perchè se non mi lascerai in pace saranno guai!!

-Sicuro Nico?

Oh merda!!!

Era Will Solace,  capogruppo della casa di Apollo, nonchè il ragazzo per il quale mi ero preso un'enorme cotta.

Avevo capito di essere gay a 10 anni quando iniziò a piacermi un mio cugino, Percy Jackson, figlio di Poseidone.

La mia cotta era durata circa quattro anni, fino a quando, durante la battaglia contro Gea, mi resi conto che in qualche modo Percy Jackson sembrava un ragazzo normale adesso, non una figura mitica. Non qualcuno da idolatrare o per il quale prendersi una cotta.

Ma Will...Lui era diverso.

Aveva i capelli chiarissimi e gli occhi celesti che lo facevano assomigliare  ad un gatto molto smilzo allungato al sole.

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