-Cosa facciamo adesso? -chiesi mentre Adam chiudeva il getto della doccia. -Orfeo si infurierà. Non possiamo correre questo rischio. Trovo strano che non abbia ancora dato di matto per la fuga di Allison e Adrian.
-Beh, forse non lo ha ancora scoperto e crede che siano ancora a dormire. Come noi due prima. -disse Emily mentre tornavamo nella stanza di Adam. -Adam ha detto che era quasi mezzogiorno, eppure...
-È solo questione di tempo. -intervenne Adam. -Ora però pensiamo a dove possa trovarsi lo stilo.
-Sicuramente in un luogo dove Orfeo ci impedisce di entrare. -dissi.
-Come la stanza in cui lo hai visto qualche sera fa. -fece mio fratello sorridendo.
-Quale stanza? -chiese Emily. Le raccontai di quando avevo visto Orfeo parlare al quadro raffigurante Euridice e di quello che avevo sentito.
Alla fine dissi: -Quindi potrebbe essere...
-Non è lì. -intervenne una voce maschile facendoci trasalire.
Ci voltammo verso la porta: sulla soglia c'era un soldato di Orfeo.-Non... non è come sembra. -disse Adam cauto.
-Tranquilli. Io voglio aiutarvi. -il ragazzo alzò le mani in segno di resa. -Allison mi ha convinto.
Adam ed io ci guardammo.
-E come sai che noi non siamo al servizio di Orfeo? -chiesi.
-Ho notato il vostro comportamento strano. -spiegò semplicemente il ragazzo. Poi tese la mano: -Se me lo permetterete, io vi aiuterò. Lo giuro sullo Stige.
Esitai: potevo fidarmi?
Beh, se aveva giurato sullo Stige allora sì. Era un giuramento solenne.
Strinsi la mano al ragazzo e dissi: -Benvenuto dalla parte della ragione, ehm...
-Matthew. -si presentò. -Matthew Evans.
-Chi è il tuo genitore divino? -chiese Emily avvicinandosi.
-Demetra. -rispose lui. Sembrava più piccolo di noi di qualche anno, dell'età di Allison forse.
-Sei bravo a combattere. Ti abbiamo notato, vero Adam? -dissi e Adam annuì.
-Credevo che fossi figlio di Ares o Atena. -aggiunse mio fratello.
Matthew sorrise.
-Ora basta parlare di me. -disse. -Vi stavate chiedendo dove possa essere lo stilo, vero?
-Esatto. Tu sai dove si trova? -chiese Emily. Il figlio di Demetra annuì: -Nella sala del trono. So dove è il nascondiglio, ma dobbiamo distrarre Orfeo. Serve tempo.
-Ci penserò io. -si offrì Adam.
-Anch'io. -dissi.
-No. Ho un'idea che dovrò mettere in atto da solo. -ribatté lui. -Aiuta Matthew ed Emily a prendere lo stilo e a distruggerlo.
Lo fissai negli occhi. Cosa mi stava nascondendo?
Alla fine cedetti. Sapevo che mio fratello era testardo e non avrebbe cambiato idea tanto facilmente.
-Ehm... d'accordo. -dissi.
Adam guardò fuori dalla finestra.
-Credo che sia meglio agire oggi. -disse. -E state pronti a correre.
Decisi che era meglio non fare domande, anche se l'espressione facciale di mio fratello mi incuteva un certo timore.-Va bene. Matthew, guidaci. -dissi quando Adam ebbe fatto allontanare Orfeo dalla sala del trono con una scusa che non aveva voluto rivelare.
Il figlio di Demetra annuì e ci fece strada all'interno dell'immensa sala vuota. Anche le guardie erano andate via con Orfeo.
Quando il ragazzo raggiunse il trono, iniziò a cercare.
-Cosa stai facendo? -chiesi.
-Ehm... Cerco lo stilo?
-Ma non può essere lì.
-Invece sì. Dammi un attimo.
Girò attorno al trono, toccò ovunque, con gli occhi attenti ad ogni singolo particolare, dalle incisioni al cuscino color porpora che era adagiato sul sedile.
A quel punto sentimmo un'esplosione che fece tremare anche le finestre.
-Ma che diamine... -iniziò a dire Emily mentre si rialzava da terra.
-Credo che Adam abbia messo in atto il suo piano. -disse Matthew. Saltò in piedi e riprese a cercare lo stilo sul trono più velocemente di prima.
Io presi la spada. Ora tutti all'interno del palazzo dovevano aver capito che qualcosa non andava.
Finalmente Matthew esclamò: -Trovato!
Si mise a smanettare sullo schienale del trono e poco dopo estrasse una bacchetta di legno bianco lunga una trentina di centimetri.
-Ma come? -feci io, senza parole.
-Era dentro un piccolo scompartimento nascosto. Ora cerchiamo Adam e usciamo da questo posto. -disse il figlio di Demetra. Annuii una volta, poi ci mettemmo gli zaini in spalla.
Proprio in quell'istante Adam spuntò da una porta laterale e se la chiuse alle spalle. Aveva il viso e i vestiti sporchi di una decina di colori diversi, i capelli in aria e un'espressione folle in viso, ma si affrettò a prendere lo zaino che gli porgevo.
-Correte. -disse solo.
Lo seguimmo lungo il corridoio principale con le armi in mano. Dietro di noi sentivo i rumori provocati dai soldati in armatura che correvano a cercarci e le urla di Orfeo che li incitava ad andare più veloci.
Svoltammo l'ennesimo angolo e ci imbattemmo in un gruppo di semidei che fino a pochi attimi prima dovevano essere stati in pausa: indossavano tutti i loro abiti normali, non avevano l'armatura e uno di loro stringeva delle carte da gioco in mano.
-VIA! -urlò Matthew. -TOGLIETEVI DI MEZZO!
Ci facemmo largo senza troppi complimenti.
-Così non riusciremo mai a trovare l'uscita! -esclamò Emily a fatica. -Dammi lo stilo!
Senza aspettare che fosse Matthew a porgerle l'oggetto, la figlia di Atena glielo tolse di mano. Se lo passò su una runa, che s'illuminò.
-Seguitemi! -ci ordinò. Noi obbedimmo senza fare domande.
Continuammo a correre fino all'uscita, colpendo i soldati senza ucciderli, ma solo per rallentarli. Emily ci aveva guidato fino all'enorme portone di legno scuro del palazzo in neanche cinque minuti.
-È chiusa! -esclamai cercando di aprire.
-Spostati. -Emily alzò di nuovo lo stilo e disegnò una runa sulle travi. Subito le ante si aprirono e riuscimmo ad uscire dal palazzo.
Il problema: nel cortile e sulle mura c'erano i soldati di ronda.
Cercammo di passare inosservati (cosa abbastanza difficile con Adam conciato peggio di un giocatore di paintball) e di dirigerci verso il ponte levatoio che era aperto.
Stavo per attraversarlo quando una freccia si piantò proprio in mezzo ai miei piedi. Alzai la testa in tempo per vedere un arciere incoccare un'altra freccia.
Adam mi prese per il braccio: -Corri! -esclamò.
-Ci stanno addosso! -urlai.
Non feci in tempo a finire la frase che un gruppo di soldati ci circondò. Se non avessimo avuto i riflessi pronti, saremmo finiti a terra, ma per fortuna riuscimmo a scansarci e ad allontanare i semidei con le spade. Anche se fossimo riusciti a scappare ci avrebbero trovato in pochi minuti: erano in centinaia e noi solo quattro.
-Arden! -mi chiamò Emily. Mi voltai e la vidi accanto a... beh, non avevo idea di che cosa fosse. Vi basti sapere che somigliava ad un enorme mulinello di acqua. La figlia di Atena ci fece segno di correre e le ubbidimmo senza esitare.
-Entrate nel portale! Io lo chiuderò. -disse.
-È un portale? Ma come... -fece Adam.
-Ti spiego dopo! -tagliò corto lei. Spinsi Adam nel portale e lo seguii, sperando che Emily entrasse subito dopo di me.Mi piacerebbe dirvi che facemmo un figurone appena arrivati al Campo Giove, che arrivammo alla mensa come eroi trionfanti.
Invece, appena spuntammo dal portale, mi accorsi che Matthew era finito addosso a Reyna, Adam era ruzzolato a gambe all'aria ed io ero a malapena riuscito a reggermi in piedi. E la cosa imbarazzante fu che Emily mi cadde addosso e perciò finii per terra con la ragazza sulla schiena.
Alzai la testa e vidi i semidei osservarci in un silenzio sbigottito: alcuni di loro avevano le forchette a mezz'aria fra la bocca aperta e il piatto, mentre ci osservavano come se fossimo stati degli strani esseri venuti dallo spazio.
-Ehm... ciao. -dissi.
Matthew si affrettò a spostarsi da Reyna, che si rimise composta e disse: -Come... come avete fatto?
-È una lunga storia. -fece Adam alzandosi in piedi. -Ci sarà tempo per spiegare, ma ora dobbiamo andare a New York più in fretta che possiamo. Orfeo attaccherà tra meno di quarantott'ore.
-Ha ragione. -disse la voce di una ragazza. Ci voltammo tutti verso un tavolo, dove Cecily si era alzata.
Reyna non sapeva cosa dire, così James si affrettò a spiegare: -Stavamo per dirti tutto. Orfeo attaccherà l'Olimpo il giorno del solstizio d'inverno. Allison e Adrian sono partiti per New York insieme ad Ocean e Isabelle per avvertire Giove e il Campo Mezzosangue. Dobbiamo muoverci se vogliamo essere a Manhattan entro il giorno stabilito.
I semidei iniziarono a parlottare tra loro, ma quando Reyna si alzò in piedi, tutti tacquero all'istante.
-Muoviamoci. -disse. -Preparate le armi.*angolo meh*
Buongiorno semidei!
Secondo voi cosa succederà adesso? 😏 Sono curiosa di sapere se avete qualche teoria😂
Grazie per aver sopportato anche questo capitolo. Come ho già detto, io e le scene avventurose non siamo fatte l'una per l'altra.
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Don't Forget Me
Fiksi Penggemar|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO III || "[...] -Se dovesse succedere mi prometti una cosa? -le chiesi. -Cosa? Mi sistemai in modo di guardarla in viso: -Non dimenticarti di tutto questo, della nostra piccola impresa, di noi due. Di quello che stiamo c...