prologo

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IL FALSO MONDO

PROLOGO

Il mio mondo, un mondo costruito la dove tutti hanno quell'amara convinzione che non esista nulla all'infuori di immense distese di sabbia arida, quel caldo infernale che ti porta alla morte, la dove non passa una persona ed è un miracolo se riesci a sopravvivere cinque giorni...il deserto. Un deserto arido certo ma ben diverso da tutto questo. Eretto su immensi grattaceli che ti fanno sembrare un essere quasi microscopico a confronto, palazzi su palazzi costruiti a gradoni,caratterizzanti levarie classi sociali da cui è composta la capitale Iriss. Grattaceli eretti tutti verso un'unica direzione...la torre principale, dove nessuno sa cosa succede al suo interno,dove solo colui a capo di tutto ha il permesso di accederci, piena di controlli e sicurezza. La grande capitale è circondata da altre città molto più piccole e intervallate da oasi di puro deserto. L'unico problema di queste città? La grande duna di sabbia che ne impedisce la completa visuale della capitale eccetto quella della grande torre la quale ha la completa visuale di tutto il mondo e ne ha il pieno controllo. É proprio all'interno di uno di quei palazzi dove un tempo era la mia casa che mi è stato portato via un pezzo di cuore, la mia famiglia è stata uccisa proprio lì ingiustamente, avevo solo otto anni mentre mia sorella ne aveva solo cinque, mio padre era appena rientrato a casa dopo una lunga giornata di lavoro e mia mamma aveva come sempre preparato la cena con tanto amore, mi ricordo che era il piatto preferito di mio padre, eravamo seduti a tavola ignari di ciò che sarebbe successo di li a poco, ridevamo spensierati alle battute di mio padre quando improvvisamente la porta di casa venne letteralmente sfondata, fu poco più di una frazione di secondo la casa venne invasa da persone, se si possono definire tali, con cui prima d'ora non avevo mai avuto un contatto diretto, più precisamente quattro. Persone con una divisa molto particolare, un'armatura tecnologica con elmi e spade che iniziarono poco a poco a distruggere tutto ciò che gli si ponesse davanti senza preoccuparsi di nulla, fu l'inizio della tragedia. Il volto di mio padre non rideva più come cinque secondi prima, il panico e la paura presero il sopravvento, non avemmo nemmeno il tempo di realizzare cosa realmente stesse succedendo quando mio padre urlo "draiwer" e  tutto ciò andò a rotoli, tutta la mia vita venne distrutta, due di loro tennero ferma mia sorella che poco prima aveva iniziato a piangere dalla paura, il terzo draiwer iniziò a devastare tutto ciò che c'era all'interno della mia vecchia casa, forse nel tentativo di cercare qualcosa o forse solo per il piacere di distruggere. Ormai la mia casa  era invasa solo da urla, pianti e vari oggetti distrutti fino a quando il quarto draiwer uccise mia madre e mia sorella senza pietà. Persino il cielo sembrò sentire lo stesso dolore che provavo io in quel momento, un fulmine proveniente dall'unica nuvola nera presente in un cielo completamente chiaro, illuminò l'intera stanza distraendo tutti e quattro i draiwer. In quella manciata di secondi dove tutto sembrò essersi messo in pausa mio padre riuscì a cogliere l'attimo, nascosetra le mie mani il suo piccolo orologio tascabile e mi disse di correre e non fermarmi mai davanti a nulla, si girò verso i draiwer scagliandosi contro di loro dandomi modo di poter scappare, l'ultimo ricordo che ho di quella scena fu mio padre decapitato senza pietà dalla stessa persona che sull'armatura portava la sigla " C. M.L". Corsi verso il tubo di scarico del palazzo che conduceva direttamente alle fognature della città, c'era però un unico grande problema, le fognature erano invase da coccodrilli, nel mio tentativo di fuga l'unica cosa a me ben chiara fu la vista di questo coccodrillo con il mio braccio tra i denti, poi più nulla, il buio più totale,solo un enorme e lancinante dolore nella parte del mio corpo mancante, credo persino di essere svenuto, so solo che mi sono risvegliato il mattino seguente nella città.


"Osiris dobbiamo andare..."

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