Capitolo 3

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I giorni sono passati come le mie speranze. Venerdì ci sarà la prima asta della vendita della mia casa visto che non sono riuscita a trovare i soldi per il saldare il debito.

Mi sento come un pugile che ha perso l'incontro più importante della sua vita e, in effetti, la battaglia che ho combattuto era per la cosa più importante che mi fosse rimasta. In un incontro di boxe c'è sangue, i cuori vanno a pezzi, c'è dolore, c'è la volontà di combattere, di rischiare il tutto per tutto. Si, penso che questo ultimo anno della mia vita sia stato il mio incontro personale di boxe e ora sono arrivata alla fine, al k.o.

Ho perso.

A tutto questo si aggiunge anche l'anniversario della morte dei miei genitori che sarà proprio il sabato successivo e mi sento come se li stessi perdendo un'altra volta. Il dolore mi sta straziando, ieri sera ho ricevuto la risposta negativa dall'ultima banca che mancava all'appello.

"Miss Clarke, siamo spiacenti di comunicarLe che il nostro Istituto di credito ha rifiutato la sua richiesta di finanziamento in quanto priva di garanzie e di un entrata regolare di uno stipendio fisso. I contratti di lavoro che ci ha inviato sono recenti e quindi privi di solidità perciò non possiede il grado di solvibilità richiesto dal nostro spettabile Istituto."

Così recitava la lettera che ho ricevuto.

Il mondo mi è caduto addosso, ho preso la bottiglia di vodka alla pesca, quella che tengo di solito per le occasioni speciali, e me la sono scolata tutta. Volevo scollegare il cervello e il cuore che, in quel momento, stava sanguinando.

Non ho voluto nemmeno sentire le mie amiche, non avevo voglia di nessuno perché in quel momento avrei voluto farla finita in modo da non soffrire più. Sono stanca di lottare, sono stanca di soffrire. Sono stanca e basta.

Il giorno seguente mi sveglio con un gran mal di testa, la sbronza di ieri ha servito a poco perché oggi tutti i ricordi e tutto il dolore mi travolgono come un treno in corsa. Se penso che più tardi devo andare a lavoro mi vien da vomitare: che senso ha andare a lavoro per uno che non mi piace se l'unico motivo per il quale ho iniziato non c'è più?

La mia parte da perfettina però non me lo permette e mi ricorda che non posso deludere quelle persone che, in un momento di crisi, mi hanno aiutato dandomi una possibilità. Apro l'armadietto del bagno dove custodisco le medicine e prendo un'aspirina, spero che mi rimetta un po' in sesto prima delle undici. Non ho un bell'aspetto: occhiaie profonde e violacee, viso smunto, capelli arruffati. Mi ributto a letto aspettando che la medicina faccia effetto.

Al suono della sveglia mi rendo conto d'aver preso sonno, mi alzo svogliatamente e va prepararmi visto che oggi mi ci vuole proprio un restauro.

Alle undici in punto arrivo al ristorante e inizia la mia giornata lavorativa. Per fortuna c'è molta gente, quindi corro a destra e a sinistra a servire i clienti, questo mi aiuta a non pensare visto che non né ho nemmeno il tempo.

Sono al tavolo nove e sto aspettando che la signora si decida ad ordinare, sono qui da cinque minuti e ha cambiato idea già tre volte. Patty, la mia collega, mi raggiunge e sussurra al mio orecchio che mi sostituisce poiché all'entrata c'è una persona che ha chiesto di me. Me lo descrive come un uomo affascinante, alto, biondo con occhi verdi; la guardo perplessa in quanto non capisco chi possa essere, ma quando arrivo all'entrata mi trovo l'ultima persona che mi sarei aspettata in quel momento.

E' venuto qui per godere della mia disfatta per caso?

<Salve Signorina Clarke, le posso rubare due minuti?> chiede cortesemente Mr. Green.

<Cosa vuole? Non vede che sto lavorando? Vuole per caso farmi licenziare anche qui?> Rispondo acida.

Mr. Green mi guarda perplesso, ma si riscuote in un attimo: <Volevo solo chiederle un appuntamento. La invito a venire nel mio ufficio oggi pomeriggio alle cinque, credo di avere qualcosa che le possa interessare> afferma col tono di voce calmo.

Contratto col nemico (Volume Unico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora