Capitolo 3

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Fudou rimase per un po' seduto accanto al futon a rimuginare su quanto avesse espresso ad alta voce e capì che, se voleva avvicinarsi a Kidou, doveva farlo nelle vesti da umano e non da gatto. O almeno, ci avrebbe provato.

Adesso più sereno, si alzò in piedi e decise che per il momento la cosa migliore da fare era indossare le mutande e filarsela letto. Una dormita gli avrebbe schiarito le idee.

¬°¬

Ma le cose non andarono come Fudou sperava. Infatti, contrariamente a come aveva immaginato, la dormita non gli aveva portato consiglio e nemmeno quelle che si susseguirono nei giorni avvenire. Come risultato la sua mente adesso era ancora più incasinata di prima.

Voleva sul serio avvicinarsi a Kidou ma.. se lo allontanava? Se non riusciva ad approcciarsi a lui nel modo giusto? E se anche ci riuscisse, se scoprisse che lui era una persona non del tutto normale e lo avrebbe guardato con disgusto? E se scoprisse il suo passato?

Molti dubbi affollavano la sua mente ormai devastata e, col pensiero di farsi una passeggiata, decise di uscire di casa. Ma non voleva correre il rischio di venire visto in giro da Kidou o chissà chi, così effettuò la trasformazione in gatto ed uscì di casa.

Passeggiò in posti in cui nella maggior parte dei casi una persona non andrebbe mai: sulle ringhiere dei palazzi, nei giardini dei vicini, nei vicoli bui pieni di immondizia dove sostavano molti randagi e poi in un parco abbandonato. Sbuffò fermandosi proprio lì e saltò su una panchina, ancora calda per il sole di quella mattina; nel primo pomeriggio in quel parco abbandonato non c'era mai nessuno, soprattutto di sabato. Si mise comodamente sdraiato, sapendo che non sarebbe stato disturbato, e rimase lì per diversi minuti. All'improvviso però una voce gli attraversò la testa, facendogli aprire gli occhi di scatto quando la riconobbe.

"Allora eri qui che ti cacciavi ogni volta, Fudou."

Fudou si alzò sulle zampe e notò un gatto fissarlo dal basso. Aveva il pelo lungo e rosso, con sfumature bianche qui e là, e lo guardava con occhi azzurri e profondi. A quel punto Fudou capì di chi si trattava.

"Genda! Cosa ci fai qui?!"

Lo aveva ringhiato in modo aggressivo, saltando giù dalla panchina e andandogli vicino. La stazza del gatto rosso era maggiore rispetto a quella del gatto nero, infatti Fudou fu costretto ad alzare il capo per guardarlo.

"Ho saputo che sei tornato. È da allora che ti cerco."

In risposta Fudou gli voltò le spalle, uscendo dal parco passando attraverso la grata piegata e rotta in un punto li vicino.

"Non dovevi cercarmi, tu non hai niente a che vedere con me!" soffiò Fudou ringhiando, ma Genda non smise di seguirlo.

"Si che dovevo invece, non ti fai sentire da allora!"

Questa volta fu Genda a ringhiare, un ringhio che fu molto più profondo e forte di quello di Fudou che a quel punto fermò il suo avanzare.

"Cosa vuoi?!"

"Voglio solo parlare. Vieni a casa mia, anche a Sakuma farebbe piacere rivederti."

A quel punto Fudou si voltò con le pupille allargate e le orecchie dritte. La frase che disse dopo esprimeva tutto il suo stupore.

"Vivi con Sakuma?"

"Si, da molti anni ormai. Siamo riusciti ad andare avanti insieme e abbiamo deciso di condividere il resto della nostra vita l'uno insieme all'altro."

Fudou non rispose, abbassò semplicemente il capo sul terreno coperto di buche di terra in cui si trovavano.

"Per favore Fudou, vieni a casa nostra. Ti presteremo degli abiti e parleremo civilmente. Non diremo nulla di tutto ciò a Kidou se tu non vuoi."

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