CAPITOLO 15

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Nei giorni successivi Amy continuò a consultare compulsivamente tutti i quotidiani. Aveva bisogno che Josh le desse un motivo in più per odiarlo, desiderava avere l'occasione per contrastarlo apertamente, per danneggiarlo.

Aveva anche tentato di introdursi a casa sua per rubare nuovamente i documenti, ma aveva intensificato la sicurezza, era diventato impossibile entrare senza farsi scoprire.

Forse avrebbe potuto fingere di stare al suo gioco, incontrarlo e danneggiarlo così come aveva fatto lui. Ma non se la sentiva. Se lo avesse rivisto, se avesse conversato con lui, probabilmente non sarebbe stata così forte da mettere da parte i suoi sentimenti e la forte attrazione che provava per lui. Come faceva a provare ancora qualcosa per qualcuno che odiava allo stesso tempo?

In preda alla confusione decise che in fondo non aveva bisogno di un motivo valido per organizzare una protesta contro di lui.

Tornò quindi alla comune per cercare l'appoggio di Nick ad Allison.

«Sebbene io sia favorevole a fargliela pagare, non credo sia una buona idea. Aspettiamo che inizino i lavori per l'hotel e lo boicottiamo» affermò Nick.

«Questa attesa mi sta innervosendo. Ho bisogno di agire».

«Magari è proprio questo il suo piano. Perde tempo per operare quando meno ce lo aspettiamo».

«E quindi? Dobbiamo davvero attendere senza fare nulla?».

«Ti citerò alcune frasi dell'arte della guerra di Sun Tzu. Forse dovresti leggerlo per capire come affrontare il tuo nemico. "Gli esperti [nell'arte] del combattere inducono gli altri [a fare la prima mossa], e non vengono indotti a farla", "Attendi vicino al campo di battaglia chi è ancora lontano. Attendi riposato chi si sta affaticando. Attendi ben sazio chi giunge affamato. Questa è l'arte di padroneggiare la forza", Il generale esperto non va, ma fa in modo che sia il nemico a venire: non si lascia condurre da lui". Harrison è un ottimo avversario, dobbiamo stabilire bene quali strategie adottare, non essere avventata».

«Si, ho capito!» mormorò Amy sconsolata.

«Però forse potremmo fare qualcosa nel frattempo!» suggerì Allison catturando subito l'interesse della sorella.

«Qualcuno che lui non conosce e di cui lui non sospetta potrebbe provare a farsi assumere e poi danneggiarlo dall'interno. Oppure potremmo hackerare il suo PC, conosco un pirata informatico molto bravo».

«Non sottovalutarlo! Josh non è così sprovveduto!» replicò Amy. Però potremmo sempre provare.

Decisa a fare qualcosa per la sorella, Allison si precipitò immediatamente a parlare con Anna, una ragazza giovane e carina che da poco si era unita al loro gruppo e che quindi il signor Harrison non conosceva.

Dopo alcuni giorni, la donna si presentò all'ufficio di Harrison per chiedere di poter effettuare un colloquio. Su consiglio di Allison aveva indossato un tallieur nero e aveva raccolto i lunghi capelli biondi in uno chignon ordinato. Gli occhi castani erano incorniciati da un paio di occhiali finti, che secondo Allison l'avrebbero fatta sembrare più professionale.

Nonostante i divieti della sorella, Amy decise di andarsi ad appostare vicino l'ufficio per poter così ricevere immediatamente notizie da Anna.

Forse avrebbe fatto bene ad ascoltare i consigli della sorella, perché quando vide Josh uscire dal palazzo con una bellissima rossa, il suo cuore venne stretto in una morsa. Non aveva alcun senso essere gelosa. Lei odiava il signor Harrison, voleva vederlo rovinato. Che importava se frequentava una bellissima ragazza dalle gambe chilometriche, il corpo da modella, lunghi e lucenti capelli rossi, occhi azzurri da cerbiatta? Tentando di trattenere le lacrime Amy continuò a fissarli, mentre si dirigevano verso un taxi. Anche Josh era bello come sempre, con un elegante completo d'alta classe che gli calzava a pennello e con i suoi soffici capelli castani che Amy adorava toccare, ricevendo la sensazione di accarezzare fili di seta. Il suo sguardo si posò poi sulle sue bellissime labbra che sapevano baciarla con ardore e tenerezza allo stesso tempo. La ragazza scosse la testa per scacciare questi pensieri assolutamente inappropriati e cercò di concentrarsi sui propositi di vendetta.

Non appena Anna uscì dall'edificio, Amy le fece cenno di avvicinarsi. Ancora Josh non era tornato, chissà dov'era e che stava facendo.

«Allora? Com'è andata?» chiese alla sua nuova amica.

«Non lo so. Il signor Harrison non ha potuto ricevermi. Ho parlato con la segretaria che mi ha detto che mi faranno sapere».

«Ho capito! Non ci resta che aspettare!» mormorò Amy sconsolata.

Come era prevedibile, dopo alcuni giorni la richiesta di Anna venne respinta. Josh aveva sicuramente fatto fare delle indagini su di lei e aveva scartato la sua candidatura. Non era un idiota. La vera idiota era Amy, o almeno lei si sentiva tale per essersi fatta abbindolare.

In preda alla disperazione più nera la ragazza decise di fare due passi sulla spiaggia. Vagò per un po' senza meta, purtroppo non aveva nessuna voglia di andare alla grotta. Dopo ciò che era accaduto il suo amato rifugio non riusciva più a lenire le sue pene, anzi le amplificava. Quel bastardo era riuscito a toglierle anche questo! E se dopo l'apertura dell'hotel avesse deciso di far visitare la grotta ai turisti? Il suo luogo segreto non sarebbe stato più tale, chiunque vi avrebbe avuto libero accesso.

La grotta segretaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora