Il canto di Selena

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  • Dedicata a il mio bene pi
                                    

Un tempo, quando il mondo era ancora agli albori, gli uomini e le donne non si avventuravano in piena notte tra i sentieri del mondo, perché l’unico astro a cui facevano riferimento era il sole, che troneggiava per buona parte del giorno, ma dopo il tramonto, non vi era alcuna luce nel cielo a guidare il cammino. Nemmeno il più coraggioso degli uomini commetteva l’imprudenza di lasciare la propria casa.

La vita umana procedeva molto velocemente durante il giorno: gli abitanti dei villaggi cercavano in tutti i modi di concludere i loro doveri prima del tramonto del sole. Nessuno poteva riunirsi intorno a un fuoco e raccontare storie, o semplicemente danzare, perché le tenebre dominavano ogni angolo della terra, esercitando il loro lugubre dominio.

In uno dei tanti villaggi che ospitavano le vite umane, viveva una giovane donna chiamata Selena, ammirata da molti per la sua bellezza.

Ella era felice, raccoglieva sassi in riva al mare, inseguiva il vento e, adagiandosi sul bagnasciuga, si lasciava accarezzare dalle dolci onde.

Un giorno, proprio  mentre contemplava il suo immenso amico blu, incontrò un giovane fabbro, che la incantò suonando una piccola arpa realizzata dalle sue stesse mani.

Si incontrarono più volte in riva al mare. Lui le dedicava canti e poesie, perciò riuscì a rapirle il cuore. Selena venne a sapere che quel giovane aveva già dedicato le stesse canzoni ad altre fanciulle. Dapprima ne fu turbata, poi scosse il capo, dicendosi che non le importava nulla: ogni giorno lui era in riva al mare a cantarle il suo amore.

Passarono i giorni, i mesi, e Selena credeva ormai che lui volesse annunciare il loro fidanzamento. Un giorno non lo trovò in riva al mare. Aspettò per ore, fino al tramontar del sole, ma non arrivò nessuno a incantarla con l’arpa. Pensò che forse il suo amato avesse lavorato molto quel giorno per non poter andare da lei, e non ne fu per nulla turbata. Sulla via del ritorno, seppe che il giovane era attratto da un’altra donna, a cui dedicò le stesse canzoni che aveva, fino a poco prima, dedicato a lei.  Sentì un tuffo al cuore, ma sussurrò tra sé e sé: «Gli passerà! Ama solo me.».

Il giorno dopo, tornò puntualmente in riva al mare ad aspettarlo, ma lui non si presentò.

Attese giorni e giorni, ma lui ormai si recava dalla sua nuova bella. Selene soffrì molto, ma era sicura che il bel fabbro sarebbe presto tornato da lei.

« Si ravvederà!» sussurrò tirando un doloroso sospiro, decisa (per quanto logorata) ad aspettarlo. Passarono i giorni, i mesi, e lui non tornava.

Il dubbio cominciò ad insinuarsi quando gli abitanti del villaggio seppero dell’amore tra il fabbro e la sua fidanzata.

« Come è possibile? Ha detto di amarmi!» cominciò a pensare ad alta voce, ma in cuor suo continuava a sperare, incredula che amore e menzogna si abbracciassero nel profano connubio degli opportunisti.

Un giorno restò in riva al mare fino a tardi. Quando vide che il sole si apprestava a tramontare, si avviò al villaggio. Lì vi trovò una folla radunata, al centro della quale vi era il suo amatissimo fabbro, che teneva per mano la sua fanciulla. I due annunziarono il loro fidanzamento, e l’intero villaggio esplose in uno scrosciante applauso.

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