𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟓-𝐒𝐭𝐚𝐦𝐦𝐢 𝐛𝐞𝐧𝐞 𝐛𝐞𝐬𝐭𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚!

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Ciò che mi ritrovo davanti agli occhi mi fa quasi perdere il respiro.
Siamo su una specie di montagnetta coperta di prato da cui si ammira un panorama che non avevo mai visto in vita mia.
Fiori e alberi di tutti i tipi abbracciano il paesaggio circostante e lo scenario naturale e pittoresco si sposa alla perfezione con l'aria pulita e tranquilla che si respira.

"Siamo a Townsend, ci andavo tutti i fine settimana con mia madre"
Sidney va ad aprire il portabagagli e subito dopo tira fuori una coperta di un colore rossastro che stende sul prato.
Ci si siede e inizia ad osservare tutto ciò che lo circonda, con una faccia piuttosto soddisfatta.
"Siediti dai" mi ero quasi imbambolata ad osservare tutta quella meraviglia.
Non avevo mai visitato un posto del genere in vita mia, e la vita in città non assomiglia minimamente a ciò che vedo in questo momento.
A dire il vero non sapevo nemmeno che esistesse un posto di campagna così bello nelle vicinanze, stavo quasi iniziando a credere invece, che Sidney mi stesse prendendo in giro.

Mi siedo un po' lontana da lui, ma pochi secondi dopo mi rigiro e me lo ritrovo quasi a 2 centimetri di distanza.

"Che ne pensi?" mi guarda dritto negli occhi e sento il mio cuore accelerare.
"Penso che è tutto stupendo"
lui sussurra qualcosa ma non riesco a comprenderlo.
"Cosa hai detto?" lui ride e abbassa lo sguardo
"Niente, una cazzata"
"Sii sincero, quante altre ragazze ai portato qui raccontandogli la storia di tua madre?"
Quasi mi viene da ridere al pensiero di altre ragazze che sono state qui con lui, ma dall'altra parte sento un qualcosa di strano.

"Se pensi che ti sto prendendo per il culo puoi anche andartene, sei l'unica a cui ho raccontato di mia madre perché credevo che forse tu potessi capirmi, ma magari mi sbagliavo"
Eccolo, si è incazzato.
"Sidney non volevo dire quello"
"Lo hai detto, e comunque zero.."
"Cosa zero?"
Gira la testa e si passa una mano fra i capelli
"Il numero di ragazze che finora ho portato qui"

Mi sento quasi...onorata?
"Oh, forte"
Perché cazzo ho detto "forte"?
Cosa mi dice il cervello?
"Già...forte"
si stende completamente sul telo e io invece rimango seduta ad osservare il panorama.

"In realtà non ho mai avuto una ragazza vera e propria, a parte Victoria credo"
Victoria Parkinson è stata la sua ragazza?
"Oh, Parkinson"
"Si, una gran figa, ma così irritante"
"Capisco.."

Improvvisamente c'è tensione nell'aria.
Poi lui si rimette seduto mi guarda.
Istintivamente inizio a guardarlo anche io.
Mi ero sempre soffermata sul suo atteggiamento da stronzo, ma non mi ero mai accorta di quanto fosse bello.
"A che ora devi ritornare a casa?" dice quasi sussurrando
"Ehm..io, non lo so, credo verso le 9"
"Allora sarà meglio andare" dice mentre si alza come di scatto dalla coperta e mi riporta alla realtà come se per tutto quel tempo fossi intrappolata in un sogno.

"Oh, ok.." sussurro quasi delusa.
"Che c'è, vuoi rimanere?"
scuoto la testa ricordandomi che non è tutto rose e fiori
"No no, assolutamente, hai ragione è meglio andarcene"

Salgo in macchina con il cuore che batte e chiudo la portiera.
Poco dopo anche lui sale in macchina e mette in moto.
Questa volta sulla strada di ritorno non c'è una canzone dei Queen ad accompagnarci, ma solo silenzio.

"Cos'hai?Sei strana"
dice con un tono di voce misto tra il preoccupato e il confuso.
"Non sono strana, sono solo stanca e ho fame, tutto qui"dico in tono forse un po' troppo brusco.
Con la coda dell'occhio lo vedo annuire.
Il viaggio continua immerso nel silenzio, e se prima questi venti minuti mi sembravano 2 secondi, ora danno l'idea di essere 20 ore.

"Siamo arrivati" mi guardo in torno ed è vero, ci troviamo proprio davanti a casa mia.
Scendo dalla macchina e lui fa lo stesso in contemporanea.
"Non accompagnarmi fino alla porta, mia madre potrebbe vederti"

Lui alza le mani come se avesse una pistola puntata alla testa.
"Uhh che paura" ridacchia mentre si appoggia alla portiera dell'auto e tira fuori una sigaretta.

Alzo gli occhi al cielo e lo saluto con una mano mentre salgo gli scalini che portano alla porta principale di casa mia.
"Stammi bene bestiaccia" urla prima di risalire in auto e andarsene via come Flash.
"Aspetta come cazzo mi hai chiama.."
mi giro ma di lui nessuna traccia, come se si fosse dissolto nell'aria.

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