𝐌𝐚𝐳𝐞 𝐎𝐟 𝐌𝐞𝐦𝐨𝐫𝐢𝐞𝐬

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Christopher, ancora nel bel mezzo della pubertà, si acquattò dietro un albero, cercando di regolarizzare il respiro per non farsi scoprire dai soldati che sorvegliavano la zona

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Christopher, ancora nel bel mezzo della pubertà, si acquattò dietro un albero, cercando di regolarizzare il respiro per non farsi scoprire dai soldati che sorvegliavano la zona. Di lì a poco sarebbero arrivati in centinaia, per catturare il colpevole della bomba innescata all'interno della fortezza del principe. Il ragazzo sperò che questa uccidesse almeno il proprietario del castello, così, in caso l'avessero preso, che avesse ucciso uno dei principali obbiettivi dei ribelli.
Strinse a sé la balestra, osservando con la coda dell'occhio le sentinelle. Era arrivata, finalmente, l'ora del cambio. La bomba sarebbe scoppiata di lì a poco. Chan corse velocemente, inoltrandosi ancora di più nel bosco e sperando di avere almeno il tempo di coprire un paio di chilometri prima dell'allarme.
«Bang! Qui sopra!».
Il giovane alzò la testa, scorgendo i visi familiari dei suoi compagni Ribelli nascosti tra le foglie.
Qualcosa esplose in lontananza e subito si accesero urla di panico e di sorpresa. Christopher non ci pensò due volte, salendo velocemente sul tronco ed arrivando quasi in cima, sedendosi un ramo più in basso della ragazza che lo aveva chiamato. Era magra ed alta, i capelli dello stesso colore delle foglie e la pelle mimetizzata con la corteccia dell'arbusto.
«Dahyun, che ci fate qui?» bisbigliò.
«Volevamo aiutarti – sussurrò di rimando un'altra ragazza, seduta su un ramo dell'albero di fianco, i capelli neri e corti che le volteggiavano sulla testa – Avevamo paura ti ammazzassero!».

«Jihyo! Perché ci sei anche tu? Dov'è Felix?» si allarmò Christopher.
«L'ho lasciato con i ragazzi, stai tranquillo!» rispose.
«Siamo messi bene... – si disperò – Quando torno avrà imparato tutte le parolacce di questo mondo!».
«Intanto pensa ad arrivare!».
«Grazie, Dahyun, sei sempre così ottimista!».
Si avvicinarono dei passi e Chan mosse una mano: al suo comando, i rami dell'albero si chiusero attorno ai Ribelli, impedendo ai soldati di vederli. Dahyun soffiò su di loro, facendo diventare la loro pelle ed i loro capelli come i suoi.

Rimasero lì per ore ed ore, le loro pance vuote e doloranti e le loro articolazioni bloccate per la posizione tenuta fin troppo tempo.
La ragazza Mimetica si girò verso l'ultima Ribelle che era andata con loro, Chaeryeon. «Chaeryeon, se ne sono andati?» chiese.
La ragazza alzò le mani ed i suoi occhi si illuminarono, diventando completamente bianchi. Rimase così per una decina di minuti, per poi tornare normale. «Via libera» disse infine, sorridendo.

Chan si girò verso Jihyo. «È il tuo turno» le disse.

Jihyo annuì, volando fino a terra e portando le mani in alto. Il giovane si sentì improvvisamente più leggero ed in men che non si dica si ritrovò a terra assieme alle altre tre ragazze.
«Forza – esclamò Dahyun, sorridendo – Torniamo a casa!».

«Hyung!».
Christopher sorrise, afferrando al volo il bambino che gli correva incontro e facendogli fare un giro in aria. Poi se lo appoggiò al petto – non senza fare fatica – e gli diede un bacio all'eschimese. «Com'è andata oggi, Lixie?» chiese, la voce dolce.
Il bambino si animò. «Bene! Ho giocato con zio Bam e zio Yeom! Abbiamo cucinato i Tortelli di Zetaria! Ne vuoi uno?» strillò, balzando giù e correndo verso un angolo della stanza per prendere i Tortelli.
Il maggiore lo guardò amorevolmente: lui e suo fratello erano diventati orfani quando lui aveva dieci anni, uccisi dai soldati del Re.
Suo padre era stato un noto ufficiale dell'Esercito Imperiale e sua madre una nota dama della Regina Sabella. Quando il Regno degli Ittorici era caduto ed il cugino del Re era salito a potere, i suoi genitori erano scappati assieme alla loro nonna materna, la Maga di Corte. A quel tempo il giovane aveva solamente tre anni; sua nonna aveva teletrasportato tutta la famiglia in un altro mondo, scappando all'inizio della Guerra. Si erano rifugiati in Australia fino ai cinque anni di Christopher, per poi trasferirsi in Corea del Sud.

Tuttavia, i soldati continuarono a cercarli, poiché i due sapevano fin troppe cose a proposito del tradimento del cugino verso la Stirpe degli Ittorici. Dopo dieci lunghi anni, grazie all'aiuto di un'altra Maga, li ritrovarono, riportandoli nella loro Dimensione ed uccidendoli senza pietà. Lui e suo fratello Felix erano riusciti a nascondersi in tempo grazie all'aiuto della nonna, la quale fece ritorno assieme a loro a Deneb – la loro Dimensione – vivendo insieme ai due bambini per altri due mesi, prima di spirare.
Da lì in poi Chan si era fatto a carico del fratellino, addestrandosi assieme ad altri ragazzi per diventare un Ribelle, un combattente per la pace e contrario alla tirannia del nuovo Re e diventando, a soli dodici anni, il capo dei Giovani Ribelli di Mellavira.
Felix tornò da lui con in mano due dolcetti, porgendone uno al fratello maggiore e tenendosi l'altro per sé, dandogli un morso enorme.

Christopher sorrise, assaggiando il dolcetto: aveva davvero un sapore orribile. «Bravissimo Lixie! – esclamò, finendolo in un boccone – Ora vai a dormire. Devono venire qui i miei amici e dobbiamo discutere di cose da grandi».
«Anche io sono grande! – protestò il biondo, muovendo agitato la coda da gatto – Posso discutere anche io di cose serie assieme a voi!».

«È vero – disse Christopher – Ma ora va ad infilarti il pigiama. Ti prometto che potrai parlare assieme a noi grandi!».

Il piccoletto saltellò via, cambiandosi i vestiti ed infilandosi il pigiama. Chan sorrise: era sicuro che dopo un bicchiere di latte caldo Felix si sarebbe addormentato e finalmente lui ed i compagni avrebbero potuto discutere liberamente sul colpo successivo.

Come aveva previsto, dopo i primi dieci minuti durante i quali il minore aveva giocato con la sua babysitter preferita, Jihyo, il bambino si era addormentato tra le braccia di Christopher.
«Finalmente possiamo parlare – sospirò, esausto, a bassa voce – Jinyoung, ci sono novità dalla fortezza?».
Uno dei ragazzi della cerchia, alto e moro, si raddrizzò. «Il Principe è sopravvissuto» annunciò tristemente.
Tutti fecero una smorfia infastidita: avevano sperato fino all'ultimo di essere riusciti ad uccidere il Principe Adealla, ma purtroppo il tentativo non era andato a buon fine.
«Se solo sapessimo il legittimo erede al trono... – iniziò Christopher – Potremmo acclamarlo per legittima discendenza! Invece nessuno sa chi sia e dove sia!».
Chaeryeon tossì, richiamando l'attenzione su di sé. «A dire la verità... qualcuno che conosce il vero erede del Regno c'è» disse.
Chan la guardò. «Perché non l'hai detto prima? È una cosa fondamentale per il futuro del Regno!» la rimproverò. Felix borbottò nel sonno, rigirandosi tra le sue braccia.
«Perché non è più in questa Dimensione» sussurrò Chaeryeon, tenendo d'occhio il bambino.
«Dimmi il suo nome» ringhiò Christopher, imperterrito.
Chaeryeon sospirò. «Non abbiamo modo di trovarlo. È inutile sapere il suo nome quando non è più raggiungibile».
«Il suo nome, ho detto!».
«Hwang – disse infine la ragazza – Il suo nome è Hwang Hyunjin».

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ʀᴏᴀᴅ ɴᴏᴛ ᴛᴀᴋᴇɴ | ᴄʜᴀɴɢʟɪx/ʜʏᴜɴʟɪx (ɪɴ ʀᴇᴠɪꜱɪᴏɴᴇ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora