Kael infilò il naso a punta nel cuscino e prese una profonda boccata d'aria. Quella notte il sonno gli era sembrato una creatura mitologica inesistente, tanto da renderlo ancor più nervoso e arcigno di quanto già non fosse di suo. Il mal di testa che aveva preso ad attanagliargli la fronte ed il retro della nuca non lo aveva abbandonato nemmeno per un attimo, ne era migliorato.Il fatto che per la prima volta nella sua vita stesse male per cause sconosciute lo intimoriva. Era insolito che un Mannaro si ammalasse, ed era ancor più strano che fosse una malattia umana, a dargli fastidio. I Mutaforma non erano soliti ammalarsi. Le loro risorse immunitarie erano mutate tanto quanto loro, e ciò gli permetteva di non soffrire i dilemmi medici degli umani.
Il loro sangue era come un potente scudo che li difendeva da infezioni, febbre e malanni. Guarivano in fretta, una delle cose che più apprezzava della sua natura.
A tenerlo sveglio, poi, era stata anche la chiamata ricevuta da Deborah, verso la mezzanotte di quella sera. Il tono sbilenco ed incerto gli aveva fatto intuire che fosse brilla, o sul limite dell'ubriacatura. Sperava che il giorno dopo soffrisse per la sbronza tanto quanto stava soffrendo lui. Solo per avere compagnia nei suoi acciacchi.
Era partita in quarta senza nemmeno salutarlo, raccontandogli della sua rappacificazione con Eloise (fatto che lo aveva lasciato alquanto perplesso). Deborah si era spinta fino alla Rocca per andare a trovarla nella sua nuova casa e le aveva proposto di cenare assieme. Per farsi perdonare le aveva raccontato tutto.
Si era apprestata a spiegarle come Jèremias, quella sera, non fosse in lui. Subito dopo aveva provato a renderla partecipe della sua teoria: qualcuno doveva aver preso il controllo sulla mente del ragazzo, inducendogli la rabbia, simile a quella degli animali. Ci aveva visto nero e qualsiasi odore, movimento o voce avevano scatenato in lui una violenza smisurata, che lo aveva spinto ad attaccarla.
Dubitava che ci avesse creduto, ma una volta finita la cena si erano strette la mano ed Eloise aveva promesso di farsi sentire.
«Amico, sei lì?» Il rumore della voce di Neal distrasse Kael dai suoi pensieri, facendolo grugnire sonoramente. Subito dopo aver avvisato il suo datore di lavoro del suo malessere, aveva chiamato l'amico per saperne di più.
Inutile dire che nemmeno Neal aveva avuto una risposta da dargli.
«No. Ripeti. A bassa voce, magari.» L'Alpha sorrise, indirizzando una smorfia alla moglie che, impegnata a servirgli la colazione, stava nel frattempo ascoltando l'intera conversazione.
«Ti stavo dicendo che, da quel che ho sentito, oggi Pittman riceverà una ragazzina appena arrivata alla Rocca per un colloquio di lavoro. Immagino tu abbia capito a chi io mi riferisca.»
Kael poggiò due dita sulla fronte e spinse, sbuffando col naso come fosse un toro. Eloise era arrivata nel territorio del branco da nemmeno una settimana e già aveva ottenuto un colloquio. Doveva essersi messa davvero d'impegno per inserirsi in quel posto, e la cosa, anziché renderlo fiero o partecipe, lo infastidiva.
«E quindi?» La risposta uscì molto più dura ed acida di quanto avrebbe voluto, lasciando i due coniugi stupiti.
«Non so, pensavo ti interessasse.» La tazza di caffè che Kael aveva stretto fra le mani fino a quel momento si ruppe come fosse stata di carta, facendo schizzare in terra i cocci rotti. Il ricordo di qualche notte prima gli offuscò la mente, rammentandogli come fosse stato così vicino alla ragazza, e così attratto dal suo odore. Se avesse avuto uno specchio davanti avrebbe potuto vedere quanto fosse arrossito.
Si portò una mano davanti al viso e per un momento gli sembrò di sentire ancora la traccia del suo tocco su di se. Era una cosa dannatamente fastidiosa, che aveva reso le sue giornate una vera e propria merda.
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WOLF'S HOWL | In Revisione
Người sóiI Capitolo della saga "Wolf's Series" Considerato uno dei più bei borghi irlandesi, Harwish è un piccolo paese situato lungo le coste dell'Irlanda; dove le nuvole sembrano non dare mai spazio al Sole e l'umidità ti si attacca alla pelle. Eloise ha a...