》Chαpter 50

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Se prima di incontrare te
ogni mia storia
durava due notti,
con te lo giuro
farei due marmocchi,
simili a me però
con i tuoi occhi.
La casa piena di giochi
mentre io studio e
provo a fare i soldi,
saremo liberi o morti, come
se fossimo Clyde e Bonnie.

🏁

LORENZO'S POV

Provo ad allentare di poco il papillon, anche solo un minimo, ma i miei tentativi di respirare in modo soddisfacente risultano vani.

"Signorino, lascia che la aiuti" si fa avanti un maggiordomo.

"No! Ehm, lascia perdere, faccio da solo, grazie" replico forzatamente, se vedesse la t-shirt sotto la camicia sarei rovinato.

Sbuffo per la frustrazione, pregando che mio padre finisca in fretta di blaterare. Vorrei vedere lui al mio posto con due strati di vestiti addosso e questo caldo.
Finalmente, dopo un tempo d'attesa che mi sembra infinito, comincia la marcia nuziale. Sento ogni singolo nervo sotto la mia pelle irrigidirsi per l'ansia, l'adrelina inizia a pompare con più forza sangue nelle vene.

"È giunto il momento, stia attento alla sua nota" si premura il maggiordomo prima di congedarsi rapidamente, suppongo dovrà andare davanti alla tenda per poi aprirla nell'attimo opportuno.

Ghigno.

Peccato che io non ci sarò.

Non appena svolta l'angolo inizio a togliermi tutto, a partire da questo dannato cravattino, per poi arrivare alla giacca, ai pantaloni e alla camicia.
Rimasto solo con la T-shirt di L e dei bermuda abbastanza strettini che avevo messo per evitare sospetti, butto per terra anche gli occhiali.
Tendo l'orecchio per poi impallidire.

Merda.

Mancano pochissimi secondi alla nota che segna il mio ingresso.
Corro verso la finestra e la scavalco senza badare alla mia poca eleganza o discrezione, finisco con il rotolare in un cespuglio, fortunatamente non di rose. Sento qualche arbusto graffiarmi le braccia ma non ci faccio caso, mi rialzo il più in fretta possibile conscio del fatto che ormai quella fottuta tenda sarà stata aperta e la mia assenza svelata.
Mi dirigo rapidamente verso la finestra da cui deve uscire Emma, e difatti la vedo saltare giù da lì atterrando perfettamente, ginocchia piegate e palmi per terra.

"Andiamo" la incito tendendole una mano.

Lei la afferra e ricominciamo la nostra corsa, stavolta siamo diretti verso la strada. Lì troviamo Anima a cavalcioni della sua moto.

"Prendete questi, e pregate che non ci becchino" ci lancia due caschi.

Ce li allacciamo in fretta prima di salire. Emma si aggrappa a me e io ad Anima, il quale parte con un rombo. Sfrecciamo in mezzo al traffico milanese. Forse per la prima volta in vita mia, mi ritrovo seriamente a pregare. Per un sacco di cose.

Ciao, Dio. So che spesso ti paragono ad animali poco eleganti, ma per favore ascoltami. Fa che nessuno si ammazzi a causa di questa moto.
Fa che la polizia non ci fermi vedendo su di essa tre persone.
Fa che vada tutto bene. Ti prego.
Se ce la facciamo non bestemmio per un mese giuro.

"SIAMO QUASI ARRIVATI FRA, TI RICORDI DOVE TI HO MESSO I BAGAGLI VERO?" urla Anima per sovrastare la confusione dei veicoli intorno a noi.

Annuisco, poi mi ricordo che non può vedermi e gli urlo un "SÌ" in risposta.
I bagagli sono già là, li ha portati lì Anima in taxi lasciandoli da un suo amico che lavora al check-in, convincendolo a tenerceli con qualche buona parola. E 50€ che gli ho allungato io. Perso nei miei pensieri, con le braccia di Emma strette intorno al mio busto, mi rendo conto che siamo arrivati solo grazie al motore della moto, o meglio alla sua assenza. Anima l'ha appena spento e si sta già accingendo a smontare. Scendiamo tutti e tre, lo guardo negli occhi sorridendo in balia dei ricordi. Un attimo dopo ci stiamo abbracciando come fratelli, dandoci continue pacche sulle spalle.

WHO ARE YOU? || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora